Vite Digitali: Animal Crossing: New Horizons e la naturale immedesimazione con il vostro alter ego | Speciale

Nel corso di questa puntata di Vite Digitali parleremo dell'immedesimazione tra il giocatore e il proprio alter ego di Animal Crossing: New Horizons

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Animal Crossing: New Horizons è ormai disponibile da più di quattro mesi, ma il successo del titolo Nintendo non sembra essere intenzionato a scemare. Nonostante il boost di vendite iniziale sia stato anche aiutato dalla situazione sanitaria globale, che ha permesso al divertente simulatore di vita di diventare un modo per fuggire dalla realtà, gran parte del pubblico ha deciso comunque di continuare a giocare al titolo anche dopo la quarantena.

La software house di Kyoto, infatti, è riuscita nel difficile compito di creare un prodotto in grado d'intrattenere sulla lunga distanza. La presenza di eventi con cadenza mensile, in grado di fornire costantemente nuovi contenuti, e la varietà di situazioni offerte dal mondo di gioco hanno permesso agli utenti di rimanere incollati alla propria Nintendo Switch, nonostante le numerose uscite videoludiche dei mesi successivi.

Urge, però, fare una precisazione per tutti coloro che non conoscono la serie di Animal Crossing. L'ultima iterazione del brand ideato da Nintendo vi vede nei panni di un vostro alter ego digitale, che improvvisamente deciderà di vivere una nuova vita su un'isola (inizialmente) deserta. Il passare del tempo e le piccole missioni da svolgere lasceranno poi lo spazio al perfezionamento della propria casa e alle numerose attività legate ai vostri "vicini". Insomma: si tratta di una simulazione di vita a tutti gli effetti, con una naturale declinazione verso l'accessibilità e i toni cartoon, caratteristici della serie.

Nonostante questo, però, l'impegno richiesto al protagonista di Animal Crossing: New Horizons per fruire correttamente dell'esperienza sull'isola è tutt'altro che da sottovalutare. La quantità di ore che il vostro alter ego dovrà passare a svolgere attività minori potrebbe presto pesare all'utente, rendendo il titolo un prodotto dedicato a un pubblico più ristretto di quanto si possa pensare.

Proprio con questa analisi in testa, abbiamo deciso di ospitare l'avatar del recente capitolo di Animal Crossing all'interno di Vite Digitali, la rubrica settimanale dedicata ai principali personaggi dei videogames e al loro impatto sui giocatori. Ci rendiamo conto, ovviamente, che l'isolano non abbia una vera e propria caratterizzazione psicologica, essendo un "semplice" riflesso della nostra persona. Pensiamo, però, che la sua natura videoludica possa essere un buon spunto per riflettere sul titolo Nintendo e su che tipo di videogiocatori pensiamo di essere.

A differenza degli scorsi episodi, segnaliamo subito come non sia presente una vera e propria trama da descrivere, quanto piuttosto un costante incremento delle attività da svolgere, che vi occuperà sempre più tempo man mano che passeranno i giorni. Perché, per chi non lo sapesse, in Animal Crossing: New Horizons il tempo scorre come nel mondo reale, garantendo attività non solo in base alla fascia oraria, ma anche al periodo dell'anno che si sta vivendo. Questo offre una varietà a dir poco impressionante di contenuti, ma ci ha anche spinti ad analizzare il nostro metodo di gioco.

Con il procedere delle settimane, ci siamo resi conto che il nostro alter ego digitale era diventato una sorta di personaggio reale, con delle proprie attività da svolgere in momenti ben precisi della giornata. Ci è capitato spesso, infatti, di portarci appresso la nostra Nintendo Switch per poter svolgere determinate azioni, nel momento richiesto dal gioco. Persino il tanto atteso momento di relax serale, dopo una lunga giornata di lavoro, doveva essere anticipato da una mezz'ora di gioco ad Animal Crossing: New Horizons, per completare determinate azioni giornaliere.

La domanda è arrivata dritta nella nostra testa, prima ancora di elaborarla. Ha davvero senso trasformare un videogioco in una sorta di lavoro? Un qualcosa da fare, prima di poter giocare?

Ecco che quindi l'avatar che abita la colorata isola del titolo Nintendo guadagna una sorta di propria identità, che ci richiederà d'investire il nostro tempo libero con cadenza ritmata e costante. Un gioco che spinge i giocatori ad adattarsi ai suoi ritmi e non viceversa. Le conseguenze di questa riflessione potrebbero essere due: o decidiamo di accettare questo ritmo ludico, oppure ci allontaniamo lentamente dalla produzione, per tornare a giocare alla moltitudine di altri titoli in uscita ogni mese.

A questo punto, la domanda sorge spontanea: che tipo di giocatori di Animal Crossing siete? Il vostro alter ego ha avuto la meglio su di voi, oppure state riuscendo a bilanciare il realistico mondo dell'opera Nintendo con il vostro mondo reale? La parola a voi.

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