Vincitori e sconfitti ai Golden Globes

A poche ore dall’annuncio delle candidature, scopriamo chi è ha ottenuto dei successi e chi invece si lecca le ferite. Tra i primi, sicuramente The Departed, Letters from Iwo Jima e Babel, mentre note negative per Dreamgirls, The Pursuit of Happyness e The Good German

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Iniziamo da Clint Eastwood. In teoria, quando ricevi due nomination come regista dovresti essere molto soddisfatto. In realtà, è venuta a mancare la candidatura più importante, quella per Flags of Our Fathers come miglior film, mentre Letters from Iwo Jima è entrato nella cinquina dei film in lingua straniera. La sua seconda pellicola si è già aggiudicata diversi premi della critica e, a detta di tutti, è decisamente superiore a Flags of Our Fathers. Ma è veramente difficile pensare che un film in giapponese possa ottenere risultati migliori al botteghino del suo predecessore e quindi sorge il dubbio che ci possa essere una difficoltà a decidere su che film puntare da parte della Warner. Dubbio non certo agevolato dai Globes, che sembrano aver apprezzato maggiormente Letters. A questo proposito, a leggere gli altri nomi nella categoria di film in lingua straniera, verrebbe quasi da pensare che si tratti della cinquina più importante, considerando la presenza di Apocalypto, Il labirinto di Pan, Volver e del tedesco The Lives of Others.

Per quanto riguarda i film che si contenderanno il premio più importante (miglior pellicola drammatica, che spesso coincide con il massimo riconoscimento agli Oscar), la lotta sembra tra The Departed, The Queen e Babel. Anche se quest’ultimo ha il record di nomination quest’anno (7), non è il caso di rimanere fuorviati, perché probabilmente la lotta finale sarà tra le altre due pellicole, che hanno già ottenuto diversi riconoscimenti della critica.
Scorsese ha già vinto dei Golden Globes, sia come regista (Gangs of New York) che per il miglior film (The Aviator). Ecco quindi che l’associazione della stampa estera non ha questo grande bisogno di premiarlo nuovamente, a differenza dell’Academy che non l’ha mai fatto. Tuttavia, Scorsese potrebbe essere agevolato nel compito, sia per la mancanza di pellicole di grande successo tra i film drammatici (The Queen, il migliore a parte The Departed, non ha neanche raggiunto i 25 milioni di dollari di incasso finora) che per la doppia presenza come regista di Clint Eastwood (che quindi rischia di frammentare i suoi voti su due titoli, a tutto vantaggio della concorrenza).

Interessante il fatto che, nella prima edizione in cui vengono premiati i cartoni animati, l’offerta sia stata veramente misera. I candidati sono Monster House, Cars e Happy Feet, mentre non è stato preso in considerazione l’ultimo prodotto della Aardman, Giù per il tubo (nulla di sconvolgente, visto che non è un lavoro ai livelli del passato). Chiunque vinca, difficilmente verrà ricordato come un classico.

Vediamo invece alle note positive e a quelle negative. Fa piacere che l’associazione della stampa estera si sia ricordata di un film magnifico come Little Children (anche se poteva anche ricordarsi dei coprotagonisti) e che non abbia avuto paura di mostrare il suo apprezzamento per Borat (sia per il film che per il protagonista). Inoltre, ho molto apprezzato la nomination per Mark Wahlberg, che in The Departed è una rivelazione.

Purtroppo, le note negative sono decisamente maggiori. In generale, sembra evidente una grande mancanza di coraggio nell nomination, ma soprattutto una grande volontà di avere il maggior numero di star possibili (il che spiegherebbe anche la candidatura, abbastanza sorprendente, di Bobby, con un cast di nomi importanti in grado di riempire mezza sala). Per esempio, che senso ha candidare Johnny Depp per quella che una sorta di ripetizione (ben fatta) della sua prima prova in Pirati dei Caraibi? E poi, è incredibile l’elevato numero di interpreti che hanno ottenuto, tra cinema e televisione, più di una nomination: Helen Mirren (ben 3 in totale), Leonardo DiCaprio, Chiwetel Ejiofor, Toni Collette, Emily Blunt e Annette Bening. Indice questo di una grande mancanza di fantasia e di un desiderio fin troppo eccessivo di volersi ingraziare certe star (la nomination a Leonardo DiCaprio per Blood Diamond, che lascia molto perplessi). Peraltro, già la decisione di voler conferire il premio alla carriera a Warren Beatty (che aveva già vinto 3 statuette per le sue interpretazioni e le sue regie), era un chiaro segno della direzione in cui sta andando l’associazione della stampa estera.

Infine, vediamo qualche possibile segnale collegato agli Oscar. Come detto, la mancata nomination a Flags of Our Fathers è un bruttissimo segnale e ora la Warner probabilmente punterà tutto su Letters from Iwo Jima (sperando che il botteghino la assista). A parte la candidatura come miglior attore per Will Smith e quella (decisamente non fondamentale) per la canzone, The Pursuit of Happyness è stato snobbato ed è probabile che il risultato agli Oscar non sia molto diverso. Non sfonda come si poteva pensare Dreamgirls. Se è vero che la mancanza della categorie tecniche (che probabilmente porteranno molte candidature all’Oscar per questo film) si fa sentire, c’è anche da dire che l’assenza (peraltro, a mio avviso, meritata) tra i nominati del regista Bill Condon e della sceneggiatura non fanno ben sperare. Mi sarei aspettato qualcosina in più da Little Miss Sunshine. La candidatura tra i migliori film comici era quasi scontata, mentre la sola nomination tra gli attori di Toni Collette (forse il ruolo meno interessante) è una delusione.
Disastro invece per The Good German. La pellicola di Steven Soderbergh aveva molte ambizioni, ma i Globes non l’hanno minimamente notata. Lo stesso è successo per The Good Shepherd di De Niro. Vedremo se si tratta solo di una questione di tempi (sono pellicole ancora non uscite) o se è proprio un problema di film.

Per quanto riguarda la televisione, si ha l’impressione che l’associazione della stampa estera arrivi sempre con un anno di ritardo. Possibile che sia il caso di prendere ancora sul serio Lost, ormai in grave calo di ascolti e di idee? E se le 4 nomination destinate a Weeds sono un’indicazione interessante, è anche vero che la seconda stagione non è ai livelli della prima.

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