Venom – La furia di Carnage è buono solo per i meme

Venom – La furia di Carnage, ora su Prime Video, è un film senza costrutto, con qualche momento utile a far sorridere i vostri amici su WhatsApp.

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Venom – La furia di Carnage è su Prime Video

Siamo arrivati al punto che parlare male di certi film, soprattutto di certi disastri legati al mondo supereroistico usciti negli ultimi anni, è diventato talmente facile che passa quasi la voglia di farlo. Film come Morbius, Eternals o anche il primo Venom si portano addosso una tale aura di fallimento che si ha quasi la sensazione che non serva neanche vederli per sapere che sono brutti; e i commenti a riguardo, gli approfondimenti critici, vengono accolti con aria di sufficienza: “Davvero serve spendere parole per [Film X]?”. Venom – La furia di Carnage è appena arrivato in streaming su Prime Video, e raramente questo dubbio ci è sembrato più legittimo.

Chiariamolo subito: più ancora del primo film, Venom – La furia di Carnage non è un film su Venom, non nella misura in cui chi ama i fumetti spera ancora, contro ogni evidenza, che i film da essi tratti ne conservino quantomeno le caratteristiche fondanti, il cuore pulsante, il nucleo. Una cosa è cambiare dettagli, magari estetici, anche grossi; un’altra è stravolgere il senso di un personaggio nel tentativo di inseguire un pubblico che il personaggio stesso è fatto per tenere a distanza. Sicuramente ricorderete quanto il film di Fleischer in fase di promozione avesse spinto sull’ultraviolenza, sul gore, sulla scorrettezza di un personaggio che ha scritto “antieroe” nel DNA e che, in questa sua bizzarra e già estinta versione, ha anche il lusso di non doversi confrontare con il suo “lato positivo” e quindi con Spider-Man.

Ricorderete anche quante poche di quelle promesse fossero state mantenute: Venom assomigliava per lunghi tratti a una commedia romantica (qualcosa che lo avvicina molto al famigerato Catwoman, peraltro) più che a un cupissimo film di superantieroi sanguinari, e aveva fatto parlare di sé più che altro per i siparietti tra Tom Hardy e sé stesso – oltre che per la pessima CGI che ammazzava il combattimento finale. Venom – La furia di Carnage sembrava promettere, fin dal titolo, di rettificare certe timidezze, forte del successo gigantesco al botteghino del primo capitolo.

E invece poi qualcosa dev’essere successo, probabilmente legato proprio ai quasi 900 milioni di incassi del primo Venom. “Non possiamo rischiare e alienarci il pubblico” dev’essere stato il ragionamento. “Ripetiamo la stessa formula del primo, con gli stessi errori, gli stessi difetti e gli stessi limiti; non andiamo a impelagarci in quei vicoli bui che portano a teste staccate a morsi e budella spiaccicate sul muro”. E quindi Venom – La furia di Carnage riesce nell’impresa di ripercorrere gli stessi sbagliatissimi passi del suo predecessore, senza correggere nulla di quello che non andava ma divertendosi anzi ad aggiungere altri disastri.

Se il primo film era (anche) un triangolo amoroso tra Eddie, Anne e Venom, il secondo è La strana coppia con l’alieno, il che ci regala una lunga serie di scenette comiche da mani nei capelli che però, con il senno di poi, si rivelano forse i momenti migliori del film, forse perché completamente assurdi e senza senso, forse perché inaspettati. Il rovescio della medaglia è che trasformano definitivamente Venom in una macchietta, e pure scritta con sciatteria: si nutre di cervelli, non può mangiare quelli umani, quindi deve accontentarsi delle galline, e questa cosa diventa il motore di una serie di dimenticabilissime gag; delle quali ci si dimentica all’istante nel momento in cui si comincia a pensare “ma perché Eddie non va dal macellaio a comprare del cervello di vitello o di maiale?”. Non esiste una vera risposta a questo quesito, e quando un film ti obbliga a porti certe domande è perché non riesce a distrarti dalla sua (il)logica interna, non riesce a farti sospendere l’incredulità: perché, se Venom può mangiare cioccolato al posto di cervelli, deve per forza andare a prendere le barrette dal minimarket della signora Chen? Perché Eddie Brock può permettersi una TV da 2.000$ ma non un ordine su Amazon o dal sito della Milka?

Uno dei tanti problemi di Venom – La furia di Carnage è che si potrebbe andare avanti per ore a dissezionarlo su queste minchiate inezie. Perché quando si distoglie lo sguardo dal dettaglio e lo si allarga alla big picture ci si rende conto che le cose vanno ancora peggio. È un film che vorrebbe essere per famiglie (è pur sempre un PG-13) ma anche essere cool e noir e violento in quel modo un po’ suggestivo e vedo-non-vedo che non ti crea problemi con il rating ma che, nelle mani giuste, può essere efficace quanto la violenza esplicita – il problema è che quelle di Andy Serkis non sono le mani giuste, e non solo per limiti suoi. Non puoi fare un film su Venom e metterci finalmente delle teste staccate, per poi fargliele staccare fuori campo, e pensare di farla franca.

Che cosa rimane, quindi, di questo film che al netto di tutte le nostre menate critiche ha comunque incassato più di 500 milioni di dollari (molti meno del predecessore, ma più che abbastanza per rientrare nelle spese e registrare un bel profitto) e che dunque qualcosa di giusto deve pur farlo? Se chiedete a noi, rimane ancora Tom Hardy, che sembra di gran lunga quello che più si diverte con lo scarso materiale a disposizione. È in overacting costante, più in territorio Jim Carrey che Charles Bronson, e dimostra di saper cogliere alla grande lo spirito anarchico con cui è necessario affrontare Venom – La furia di Carnage se si vuole sopravvivere.

Rimane Woody Harrelson: dove il più grande difetto del primo film era il buco nero di carisma rappresentato dal villain di Riz Ahmed, il secondo contrappone a Hardy uno dei migliori attori al mondo quando si tratta di andare sopra le righe. Il suo Cletus Kasady/Carnage è un personaggio scritto a caso, senza coerenza e senza un vero arco, ma è anche una tavolozza sulla quale Harrelson è libero di fare tutte le faccette e le urla belluine che preferisce; tiene testa a Eddie Brock, e tanto gli basta per venire ricordato. E poi, a conti fatti, ci rimangono i meme: Venom – La furia di Carnage è talmente squinternato che ogni cinque/sei minuti circa c’è un momento che vorresti screenshottare e usare come base per qualche simpatica immagine delle risate da mandare a tutti gli amici e i parenti al posto del buongiornissimo. Qualche esempio:

Il protagonista, il villain, qualche meme: Venom – La furia di Carnage lascerà veramente poche tracce del suo passaggio. Forse non ce ne lamenteremo.

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