Venezia 77: Da Guadagnino a Rosi, quali film italiani possiamo aspettarci

A pochi giorni dalla conferenza ufficiale, vi anticipiamo quali film potrebbero / dovrebbero essere nella rosa di Venezia 77

Critico e giornalista cinematografico


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In un’annata strana e particolare, una senza festival di Cannes, l’equilibrio che siamo abituati a considerare tra i vari festival è saltato ed essendo Venezia il primo dei maggiori ad avere un’edizione (in un certo senso) tradizionale, cioè fisica e non virtuale, molto di quel che poteva essere altrove ma non c’è andato si schiaccia addosso al Lido. E, detto in parole povere, non li possono prendere tutti. Come sempre la selezione deve essere equilibrata, non può né avere solo grandi promesse né solo grandi conferme ma il meglio di tante categorie diverse. Difficile quindi immaginare cosa abbiano voluto o potuto pescare da questo grande bacino.

A partire da quali film sappiamo essere pronti e dalle date di uscita annunciate di alcuni proviamo a dare un’idea di quali abbiano scelto di tentare la strada veneziana e quali ancora siano gli esordi italiani più attesi che non sarebbe male vedere lì.

Innanzitutto Tre Piani di Nanni Moretti. Thierry Fremaux ha dichiarato che era uno dei film di Cannes, poi però nell’annuncio virtuale del suo festival che non si è mai fatto non l’ha messo, segno che Moretti non ha intenzione di andare nei vari eventi che accetteranno i titoli Cannes-labeled. Venezia sarebbe la destinazione più ovvia ma l’uscita scelta e annunciata da 01 Distribution (un laconico “2021”) fa pensare che invece di Venezia abbia optato per il grande salto, cioè di andare a Cannes 2021. Rimane una vera incognita e la potenziale grande sorpresa del festival. Moretti è affezionatissimo a Cannes, ha un rapporto molto stretto con quel festival e non l’ha praticamente mai abbandonato. Non è facile.

[caption id="attachment_439063" align="aligncenter" width="1400"] Lacci di Daniele Luchetti. Photo by Gianni Fiorito[/caption]

Invece chi a Cannes ci è stato e ha anche rimediato premi (Palma d’Oro a Elio Germano per La Nostra Vita) è Daniele Luchetti. Lui pure sembrava in corsa per il festival di quest’anno e non è stato annunciato tra i titoli Cannes-labeled. Il suo film, Lacci, potrebbe essere una perfetta apertura (se mai si decidesse di aprire con un italiano) o comunque un fuori concorso di gran livello.

L’affollamento di film da scegliere inoltre potrebbe far sì che questo sia uno di quegli anni con 4 film italiani in concorso.

La più scontata per il concorso pare Susanna Nicchiarelli. Miss Marx è in uscita a settembre, lei ha una grande storia d’amore con Venezia e lì ha anche vinto Orizzonti con Nico, 1988 che poi ha figurato benissimo all’estero. Bisogna non avere un cuore per non promuoverla.

Così come non sembra possibile che meriti altro se non il concorso l’attesissimo nuovo film di Gianfranco Rosi, che ha vinto il Leone d’Oro con Sacro Gra e ha pronto il suo Notturno da tempo.

Più in bilico ma ugualmente buoni per il concorso sono Le Sorelle Macaluso di Emma Dante (un’altra regista che il concorso già l’ha frequentato con Via Castellana Bandiera e non ci sono ragioni per le quali non ci torni) e il più difficile di questi, Padre Nostro di Claudio Noce. Qui la scommessa è ardita, è un film di Vision (quindi di Sky), Noce non è mai stato in concorso a Venezia ma c’è Favino lanciatissimo (finalmente) nel ruolo di attore da festival. Sarebbe bello.

Pronti a essere selezionati sono poi il documentario su Salvatore Ferragamo, The Shoemaker of Dreams, di Luca Guadagnino (passato a Venezia con “quasi” tutti i suoi film) e Il Materiale Emotivo di Sergio Castellitto che era facile prevedere in uno slot di Cannes (c’è Berenice Bejo, è ambientato a Parigi e il film precedente di Castellitto, Fortunata, ha vinto il premio per la miglior attrice in Un Certain Regard) ed è quindi pronto lì che scalpita, chissà, magari anche in concorso al posto di qualcuno dei sopracitati.

Sembrano invece più adatti al fuori concorso i Manetti, sempre che abbiano finito il loro Diabolik (nonostante la remota data d'uscita natalizia). Ammore e Malavita li ha sdoganati in competizione ma stavolta la grandezza e il carattere del film non si accoppiano benissimo con la gara.

[caption id="attachment_439062" align="aligncenter" width="1280"] Miss Marx di Susanna Nicchiarelli[/caption]

E poi c’è Salvatore Mereu con Assandira. Non è certo considerato uno dei cineasti italiani maggiori (e questa è una colpa che dobbiamo assumerci tutti) ma ogni suo film è un gioiello vero. Ne realizza uno ogni morte di Papa e questo fa piangere, tuttavia l’ultima volta Venezia si era preso molto volentieri il meraviglioso Bellas Mariposas. Che lui se ne stia lì in un angolo con il nuovo film pronto e nessuno lo selezioni è impensabile.

Molto più difficile immaginare cosa possa trovarsi in Orizzonti. Sarebbe una buona destinazione ad esempio per Guerra e Pace di D’Anolfi e Parenti. Certo i due l’ultima volta erano stati in concorso con Spira Mirabilis ma non era proprio andata benissimo…. Quindi non è scontato dove possano trovarsi.

Sarebbe sicuramente un bel colpo se proprio in questa sezione si potesse trovare I Predatori. È il primo film di Pietro Castellitto, nel settore se ne parla da molto tempo e sempre benissimo anche se la stampa non ha ancora visto niente di niente. Anche solo per questo, per quanto se ne parla sarebbe ottimo trovarlo a Venezia (sarebbe anche una bella benedizione). Se poi si pensa che due anni fa in Orizzonti c’era quel disastro senza appello che era La profezia dell’armadillo (curiosamente con Pietro Castellitto in un ruolo secondario)....

Infine in un festival che Barbera ha annunciato pieno di donne non sarebbe una sorpresa trovare anche Monica Bellucci che ha finito di girare da un bel po' The Man Who Sold His Skin, diretto dalla regista tunisina Kaouther Ben Hania.

La selezione completa dei film sarà annunciata dal direttore Alberto Barbera il 28 Luglio alle 11.00 in diretta streaming dal sito della Biennale.

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