VannoTuttiTroppoPiano - Generi che forse non si usano più: il Western
VannoTuttiTroppoPiano analizza la situazione di alcuni generi forse un po' in disuso: è possibile oggi riportare in auge il fumetto western?
Partiamo dal più difficile forse, il genere che per datazione storica "nasce" vecchio: il Western.
La prendo alla lontana e metto per un attimo il piede in BadTaste.it. Ieri stavo guardando The Salvation, western danese dello scorso anno. Il cinema danese ci ha regalato grandi film ultimamente e in più c'è Mads Mikkelsen che è sempre una garanzia, quindi ci ho voluto credere. Non è bastato Mads a redimere un film blando, con uno script banale e prevedibile ed un casting mediocre (Eva Green e Jeffrey Dean Morgan, il comico di Watchmen).
Anche al cinema il western soffre.
Torniamo a BadComics.it. Non si può parlare di fumetto western senza nominare Tex, ma è anche da togliere subito dal tavolo per due buoni motivi. Non si può rifare Tex senza Tex, è talmente radicato nella cultura storica italiana che una buona parte dei lettori lo compra a prescindere, è uno di famiglia ormai, non si può rifare lo stesso fumetto con un altro nome. Il secondo motivo è che il fenomeno da "fumetto più venduto al mondo" funziona solo da noi (per i motivi di cui sopra), nei pochi mercati esteri in cui è approdato ha trovato molta difficoltà, anche per motivi di stile e formato.
Non solo un'attivissima pagina Facebook piena di anteprime e bozzetti ma anche diverse iniziative tra cui il Tex di Serpieri a colori e in grande formato ed il nuovissimo Color Tex che, a dispetto dei contenuti di buon livello (da segnalare la superlativa prova di Michele Benevento), non ha trovato un'identità precisa, mantenendo uno stile di colorazione piatto "pre-Orfani" ed una veste grafica troppo vintage.
Gli equivalenti di Tex in Francia e America sono Blueberry e Jonah Hex. Entrambi rispettano le caratteristiche dei rispettivi mercati. Blueberry, dopo i primi capolavori dei creatori Charlier e Moebius, ha continuato ad avere una grande cura grafica ed editoriale con molteplici edizioni speciali e di pregio. I francesi, per fortuna dell'arte, sono ancora abituati a trattarsi bene, basti vedere la cura dedicata all'edizione speciale in grandissimo formato, su carta di pregio e numerata di Bouncer, la stupenda serie di grande successo (in patria) di Jodorowsky e Boucq, che in Italia è stata da poco ristampata da Editoriale Cosmo in formato... bonellide (sigh!).
La Francia non manca comunque di proposte recenti di ottima qualità, di notabili abbiamo l'ironico Texas Cowboys di Trondheim e Bonhomme e The Undertaker di Dorison e Meyer (quanto è bravo Ralph Meyer!).
Jonah Hex non è mai stato un grande fenomeno di vendite in America, forse il formato comics ha tolto un po' di epica al personaggio e nonostante si sia cercato di riproporlo negli anni in differenti salse, tra cui ultima quella di uno stanchissimo Bernet, il suo destino è quello di sparire definitivamente da un mercato che fagocita qualsiasi cosa non sia un successo.
Tornando in Italia, un po' di anni fa, troviamo il buon Garrett di Roberto Recchioni, un ibrido western-zombie che ha avuto la sfortuna di arrivare in un momento di stanca del fumetto italiano ma che aveva grandi potenzialità tra cui i disegni di artisti che avrebbero trovato fama e fortuna in america: Cristiano Cucina, Riccardo Burchelli, Davide Gianfelice e Werther Dell'Edera.
Forse quella del western ibrido è la formula che più ha funzionato per continuare a macinare il genere. Tra le serie di successo troviamo il western moderno di The Preacher, gli sci-fi Just a Pilgrim e East of West (iper consigliatissimo!) o il crime western Scalped.
La domanda quindi è questa: in tempi e generazioni iper-tecnologiche, ormai abituate ad un linguaggio velocissimo e multitasking, è possibile riportare in auge un genere che fa della lentezza il suo punto di forza e che è caratterizzato da figure con valori, obbiettivi e moventi forse ormai obsoleti? Bisogna continuare ad ibridarlo con altri generi più "cool" o è meglio indagare la violenza fisica, umana e politica di quell'epoca storica?
Forse c'è bisogno di un editore coraggioso che si affidi ad una "cura Recchioni" o guardando all'estero, una cura "Didier Borg" (per Casterman) o "Matt Gagnon" (per BOOM Studios), per fare due esempi di editor che hanno portato spolvero al catalogo dei rispettivi editori. Perchè si, un buon editor fa davvero la differenza.
P.S.: Nelle prossime puntate analizzeremo un altro genere che nella declinazione fumetto continua a fare fatica, il poliziesco.
Per questa puntata ho chiesto ad un amico, nonché uno dei più grandi disegnatori italiani contemporanei, una forza della natura (e del pennello!), di rivelarci una piccola anteprima (una l'aveva già pubblicata sul suo blog) della serie western su cui è al lavoro e di cui è il creatore grafico: Werther Dell'Edera!