VannoTuttiTroppoPiano: Buoni editor, cattivi editor

Oggi VannoTuttiTroppoPiano di Flaviano Armentaro si concentra sulla figura dell'editor: come lavora un buon editor? Quali danni può fare un cattivo editor?

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Un lettore mi scrive:

Ciao Flaviano, qual è secondo te la differenza tra un buon editor e un cattivo editor? grazie

Ciao lettore e grazie per la tua domanda, un'ottima domanda. Dal lavoro degli editor infatti dipende gran parte del mercato del fumetto. Cerco di risponderti per quelle che sono le mie conoscenze.

IL BUON EDITOR

Un buon editor è quello che fa crescere il fumetto, E quando dico fumetto non intendo necessariamente le vendite, intendo il fumetto come forma d'arte. Un buon editor infatti dovrebbe avere un misto di conoscenza artistiche, una cultura di base molto buona, deve essere capace di guardarsi attorno e conoscere quello che accade nel mondo, quello che è accaduto fino a ieri e quello che potrebbe accadere domani. Anzi, un buon editor DECIDE quello che accadrà domani e lo fa avvenire.

Un buon editor scova nuovi talenti, li fa crescere e li fa diventare grandi artisti. A volte prende delle cantonate e vede del buono dove non c'è, a volte viene abbandonato dalla poca volontà dell'artista, spesso ci prende e fa diventare un buon artista un grande artista.

hellboy first coverUn buon editor è quello che insegna ad un artista esordiente a vedere i propri errori e a porvi rimedio, che chiude un occhio di fronte a qualche scivolone e che dà una pacca sulla spalla di fronte ad un successo. Un buon editor è quello che fa sbattere la testa al muro al grande artista, è quello che gli dice NO, che gli cassa interi capitoli e glieli fa rifare, per il bene dell'opera. È quello che non dà più lavoro a un grande autore se questo ha smesso di fornire la qualità richiesta. Un buon editor mette l'opera PRIMA dell'autore. Un buon editor è quello che NON esalta e lusinga il suo cavallo di razza ma lo sprona, lo ricompensa e gli trasmette entusiasmo.

Un buon editor sostiene i suoi autori anche quando il successo stenta ad arrivare. Un buon editor è lungimirante e sa aspettare. Accade spesso che un buon fumetto non sia una instant hit ma ci voglia tempo perchè i lettori se ne accorgano. Per citare due casi celebri: Dylan Dog e Hellboy.

Un buon editor si fida degli autori che hanno dato prova di talento e ne sostiene le scelte anche quando non le condivide.

Un buon editor crea mercato dove prima non c'è. Crea il gusto dei lettori o lo sposta dove crede sia giusto, dove possa crescere. Un buon editor è attento e ricettivo, se crede che un autore sia bravo a fare una cosa gliela fa fare ma gli propone di farne mille altre differenti: espande i suoi orizzonti. Un buon editor guarda a tutto il mercato, quello internazionale, e cerca di stare al passo, di concorrere con le mode o prenderne ispirazione, anziché imitarle con anni di ritardo.

Un buon editor studia le innovazioni tecnologiche e stilistiche degli altri paesi e le importa nel suo mercato.

Un buon editor fa tesoro delle recensioni negative anzichè ignorarle e disquisisce coi critici anzichè screditarli.

Un buon editor sui social, pubblica la foto dell'albo appena dato alle stampe e di cui va fiero.

Un buon editor, si circonda di collaboratori di talento, anche quando questi hanno nomi importanti e possono oscurarne la figura. Un buon editor spesso mette da parte l'ego.

Un buon editor distingue sempre tra vita privata e lavoro, sua e dei propri autori.

Un buon editor crea arte, fa si che venda e ne crea di nuova.

IL CATTIVO EDITOR

Un cattivo editor può avere due differenti caratterizzazioni. Il cattivo editor di tipo "A "che chiameremo "editor cicala" ed il cattivo editor di tipo "B" che chiameremo "editor con la valigetta di Pulp Fiction" (abbreviando con CVPF).

L'editor cicala

cicala
L'editor cicala è un editor passivo, che non crea nuovi fumetti, che si crogiola tra i successi ottenuti (se li ha ottenuti), li riedita in mille salse per cavare il sangue dalla rapa e, prima che se ne accorga, non ha più un lavoro.

L'editor cicala alle fiere parla sempre con grandi artisti, quindi non ha molto tempo per parlare con i nuovi o aspiranti tali. L'editor cicala non ha un indirizzo email, non è sui social come figura professionale ma solo come profilo privato in cui parlare di facezie.

L'editor cicala non legge fumetti, non ha idea di cosa venga pubblicato in tutto il mondo e quando parla con un artista di un nuovo progetto tira fuori paragoni di successi di quarant'anni fa. L'editor cicala non lancia nuove mode perché non le conosce e quindi ne è spaventato, potrebbero minare le sue sicurezze e il lavoro fatto fino a quel momento. L'editor cicala non scopre nuovi talenti a meno che questi non siano così ostinati da stargli dietro fino alla noia e prenderlo per sfinimento. Stare dietro ai giovani con idee strampalate è una perdita di tempo, meglio fare una ristampa o un integrale.

L'editor cicala vivacchia per diversi anni, paga poco i propri autori perché i libri vendono poco, si sa. A un certo punto l'editor cicala non ha più lavoro perché viene licenziato (raro) o il suo editore chiude. A volte chiude in modo lecito, altre volte in modo illecito, fregando i propri autori.

L'editor con la valigetta di Pulp Fiction (CVPF)

pulp fiction

L'editor CVPF è in possesso, appunto, di una valigetta dal contenuto di immenso valore. È un editor con portafoglio, la sua figura spesso coincide o si confonde con quella del proprietario della casa editrice. Come sia entrato in possesso della valigetta non è dato saperlo. Forse da altre attività passate? Eredità familiare o extra familiare? Nessuno lo sa, sta di fatto che lui mette piede nell'editoria a fumetti con in mano la sua valigetta. Ma non è una cosa che ci interessa particolarmente.

L'editor CVPF grazie alla sua valigetta, immette sul mercato un numero spropositato di titoli, sfruttando quella che viene definita "coda lunga". Questa è una cosa buona perché, come dice Warren Ellis, "più fumetti escono e più se ne vendono". L'editor CVPF però non è molto interessato all'esito finale del suo lavoro: fare fumetti in perdita non è un problema. È come un giocatore d'azzardo con infinite fiches. L'editor CVPF non è in competizione con gli altri, compra i diritti internazionali offrendo cifre altissime, inarrivabili per gli altri editori. In questo modo è sicuro di aggiudicarsi i successi internazionali. In questo modo rovina il mercato.

L'editor CVPF non crea nuovi fumetti o meglio, non li crea da zero. Lui compra tutto quello che ha una parvenza di seguito o successo, lo mette assieme e lo manda in libreria. Qualcosa di buono esce sempre fuori. L'editor CVPF è comunque cauto, importa i titoli internazionali solo quando hanno già avuto successo in patria.

L'editor CVPF pubblica il lavoro dei grandi autori così com'è, non ha il coraggio di fare editing. Per lui l'autore viene PRIMA dell'opera. L'editor CVPF pubblica il lavoro degli esordienti così com'è, non ha le competenze per fare editing. L'editor CVPF prende i talenti (veri o finti che siano), li galvanizza, li premia, gli affianca le armi del suo ufficio stampa e li manda in trincea. Molto spesso questi talenti vengono bruciati, Il mercato e la critica non li premia, loro continuano a pubblicare nuovo materiale senza fare nessuna crescita artistica, vanno in depressione e smettono di fare questo mestiere.

amores-perrosDi solito i fumetti creati dall'editor CVPF non hanno una grande qualità artistica. Spesso generano hype ma vengono dimenticati molto presto.

L'editor CVPF gestisce in prima persona tutto. Assumere dei collaboratori talentuosi o con nomi importanti, potrebbe oscurare la sua figura.

L'editor CVPF pubblica sui social le foto dei regali costosi che ha spedito ai propri autori. Gli autori potrebbero non essere sui social o potrebbero infischiarsene dei regali costosi. Meglio mettersi avanti. L'editor CVPF crede che ostentare la propria ricchezza, guadagnata o acquisita che sia, lo renda una bella persona. L'editor CVPF ha dentro un buco talmente grosso che non riempirà mai.

L'editor CVPF grazie alla sua valigetta e a un ufficio stampa di talento vende abbastanza fumetti. Quando questi sono successi, capitalizza e ne vende tantissimi. Quando questi non sono dei successi, cerca comunque di trovare il modo di venderli o, coda lunga, si venderanno nel tempo.

All'editor CVPF non importa un fico secco dei propri lettori. Vende i propri fumetti a cifre altissime e non si preoccupa molto che i contenuti siano adeguati e vengano apprezzati dal lettore.

L'editor CVPF, vende i fumetti. E se domani i fumetti non si vendono più, lui ha comunque la sua valigetta.

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