Una tomba per le lucciole stava per avere un sequel "spirituale". Ecco cosa è andato storto.
Isao Takahata stava pensando a un sequel tematico di Una tomba per le lucciole. Si sarebbe basato sul racconto The Border di Shin Shikata.
Il realismo emotivo e la cura dei dettagli che permea Una tomba per le lucciole fanno dell’opera un efficace documento in grado di processare gli eventi storici attraverso l’occhio dell’arte. Due bambini, orfani di guerra, cercano di sopravvivere nei boschi adiacenti la città. Vivono di carità e di provvidenze varie. La bambina viene curata dal fratello, anche lui giovanissimo, in un disperato tentativo di sopravvivenza. Entrambi vivono la loro condizione di vittime con la vitalità e la voglia di andare avanti tipiche della giovinezza. È qui il messaggio potentissimo di un Giappone, e di una guerra, che hanno tagliato le radici di una società uccidendo e ignorando la generazione che più ha vissuto la guerra sulla propria pelle.
Il film si sarebbe basato sul racconto The Border di Shin Shikata che affronta la storia dell’imperialismo giapponese. Un tema caro, insieme a quello della guerra, a Takahata e ben espresso in Una tomba per le lucciole.
Non che ci fosse bisogno di un seguito “in spirito” per approfondire i temi già trattati. Sarebbe stato però sicuramente interessante poter vedere un altro approccio alla guerra da parte di Takahata. Soprattutto considerando il buon successo della sua opera, continuare su quella strada avrebbe potuto aprire a un filone “bellico” dell’animazione contaminato con contenuti politici importanti. È chiaro però che un film azzeccato nonostante il coraggio di raccontare fatti crudi, non esonera dal rischio che un prodotto del genere comporta. Con argomenti così delicati e con una tecnica, quella dell’animazione, identificata con un certo tipo di contenuti generalmente più "soft", Una tomba per le lucciole non è certo semplice da replicare.
Sempre a proposito dello Studio Ghibli, ricordiamo che il 18 novembre arriverà su Netflix Earwig e la strega. Un altro film sperimentale, dato che è il primo dello studio prodotto completamente in 3D e diretto dal figlio di Hayao, Goro Miyazaki.
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Fonte: cbr