Una guerra inutile?

Cosa può succedere alla proiezione di Spider-Man 2? Di vedere un film discreto, direte voi. Sì, ma anche di assistere ad un nuovo capitolo della lotta alla pirateria...

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E' ormai da tempo che anche agli screenings per la stampa vengono presentati messaggi (su carta o direttamente sullo schermo) che minacciano serie conseguenze legali nel caso in cui uno di noi fosse così avventato da registrare la pellicola che siamo in procinto di vedere.

A questo riguardo, il secondo capitolo dell'Arrampicamuri è stato l'occasione di un ulteriore passo in avanti.
All'inizio, ci viene comunicato che in sala sarebbe stato presente un funzionario (dotato di occhiali a raggi infrarossi) per controllare che non si verificassero abusi.
Nonostante qualcuno dei colleghi sghignazzasse, effettivamente una persona si trovava con noi e non mancava di guardarci attentamente per tutta la durata del film, con o senza occhialetti.

Per la cronaca, non si è trattata di una scelta volontaria della Columbia Italia, ma di una disposizione arrivata direttamente dalla casa madre.
L'iniziativa fa il paio con una notizia che mi è arrivata qualche giorno fa nella mia casella di posta. La Medusa Home Video ha infatti annunciato che, a partire da settembre, i dvd in uscita saranno "realizzati con vari colori con una speciale miscela plastica non in commercio" che permetterà di "identificare eventuali copie pirata, guardando il retro del DVD".
Per quanto la preoccupazione delle case di distribuzione sia assolutamente giustificata, l'impressione è che non si sappia bene dove andare a parare.
Quando 600 copie di un film (come nel caso di Spider-Man 2) girano tra laboratori, corrieri e sale cinematografiche, volete che non ci sia qualche sfigato lavoratore a progetto che non voglia arrotondare il suo stipendio? E le persone che comprano dvd di titoli appena usciti nelle sale, magari a qualche bancarella, lo fanno veramente perché ritengono di essere di fronte ad un prodotto legale?

Ma quali possono essere le cause di questo fenomeno? Inutile citare Internet, la Rete ha reso soltanto più semplice (e paradossalmente, talvolta, più professionale) un fenomeno che già esisteva (in misura minore, d'accordo).
C'è chi sostiene che la mentalità italiana degli italiani (che apprezzano sempre l'idea di avere qualcosa a sbafo e di essere più furbi degli altri) sia una delle cause. Probabilmente vero, ma io avrei un'altra ipotesi.

La pirateria prospera perché lo spettatore medio italiano è stato abituato male. E no, non sto facendo un discorso moralista sulla civiltà dei nostri connazionali, ma parlo di cinefilia.
Ricapitoliamo.
Nelle multisale, tra telefonini, cafoni vocianti e mandibole impegnate a sgranocchiare popcorn, è impossibile concentrarsi.
I cinema d'essai, invece, si segnalano per gli spazi ridicoli (avete presente la quarta sala del Quattro Fontane? Il mio salotto è praticamente grande uguale), le poltrone scomodissime e attaccate a quelle davanti (per chi è alto una tortura medievale), gli schermi sporchi e gli impianti sonori d'avanguardia (sì, ai tempi di Anna Magnani). Tra le eccezioni, il meraviglioso Nuovo Sacher di Moretti (al chiuso o l'arena estiva)
Proseguiamo. A parte qualche titolo di grande importanza (come Il Signore degli Anelli), le uscite in dvd nel nostro paese sono viziate da errori tecnici o mancanza di extra, presenti invece nelle copie straniere. E non si capisce perché i prezzi siano così alti, anche dopo molti mesi dall'uscita di un titolo (posso trovare la versione estesa de Le Due Torri su un sito inglese a 20 euro; su un analogo sito italiano, me ne chiedono ancora 50).
I negozi di noleggio non si fanno problemi a darti una copia di Tigerland in videocassetta, registrata (e male) da un dvd. Si potrebbe parlare poi della ignoranza diffusa dei commessi a proposito della materia che trattano (ve l'immaginate una ferramenta o un alimentari che si possa "permettere" questi standard?), cosa che certo non favorisce la crescita dei clienti, ma andiamo avanti.

Se c'è un campo che ha distrutto il gusto cinematografico italiano è la televisione.
Film censurati arbitrariamente (e spesso incomprensibilmente), proposti in formati sbagliati (avete presente Questo pazzo, pazzo, pazzo mondo quando viene trasmesso sul piccolo schermo?) e massacrati dalla pubblicità (che "entra" anche nel mezzo di una scena).

Ecco, dopo aver fatto questo quadro, come ci si può stupire che molti optino ormai per le copie pirata? La qualità fa schifo? E quale sarebbe la differenza con quello che finora si è visto in maniera legale?

Visto che le cause le abbiamo affrontate, vediamo di analizzare le possibili soluzioni.
In realtà , un'unica, semplicissima soluzione, come ammesso anche da alcuni addetti ai lavori.
Uscita simultanea dei film, in sala e in dvd. Maggiori percentuali agli esercenti, che ovviamente vedranno diminuire gli spettatori paganti.
D'altronde, sta già avvenendo. Le "finestre" tra l'arrivo di una pellicola sul grande schermo e il passaggio in home video è sempre più breve (anche perché, con i budget che lievitano, le case di distribuzione vogliono recuperare prima l'investimento).

Non è impossibile pensare ad un futuro in cui il pubblico delle sale sarà una specie in via d'estinzione, diviso tra ragazzini festanti e inguaribili cinefili.

Ah, dimenticavo. L'altra sera sono andato all'Auditorium per vedere Il Flauto magico di Ingmar Bergman. L'avevo già visto anni fa in un cineclub, ma in una pessima copia. E' ovvio che in questo caso si sarebbe trattato di una proiezione fantastica, mi sono detto. Le ultime parole famose.
Proiezione su grande schermo sì, ma in video. La cassetta doveva fare particolarmente schifo, per come era piena di interferenze e per i colori andati a farsi friggere. Audio mono (che tra un tempo e l'altro si alzava mostruosamente), con un ronzio di sottofondo (tanto è Mozart, non è mica importante il sonoro...).
Ciliegina sulla torta, alla fine il pubblico ha applaudito. Come volevasi dimostrare...

P.S.
Visto che al Blog bisognava dare un nome, ho optato per Final Cut. Ma il riferimento non è così semplice come potrebbe sembrare...

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