Un visionario dimenticato
E' forse il maggior regista di pubblicità vivente e ha diretto uno dei film più belli a livello visivo del 2008. Eppure, la pellicola è stata un tonfo al botteghino e dimenticata dalla critica. Si tratta di...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Complessivamente, tutto il lavoro sulla regia è fenomenale. Le scene in bianco e nero iniziali sono meravigliose, così come è straordinaria una sequenza in animazione passo uno. Quello che impressiona maggiormente è che Tarsem, nonostante sia un regista visionario incredibile, non tende assolutamente a esagerare con movimenti di macchina e dolly infiniti, anzi l'inquadratura che adotta con maggiore frequenza è quella con camera fissa. D'altronde, è evidente l'intenzione di rendere dei quadri al cinema e in questo è anche aiutato dagli incredibili costumi di Eiko Ishioka (The Cell, Dracula, Mishima).
Invece, chi lo paragona poco favorevolmente a Il labirinto del fauno, non si rende conto che la trama del film di Del Toro è molto meno solida e coerente di quella di Tarsem. Ma quale allora la ragione di queste critiche? Semplicemente, quel titolo parla del franchismo e della guerra civile (quindi è cinema 'serio'), questo parla di cinema e avventura, quindi non è degno di essere giudicato 'cinema alto'.
In realtà, The Fallgioca benissimo nei diversi passaggi tra finzione e realtà, ricordandosi soprattutto di non dar vita a personaggi eccessivi nella parte 'contemporanea' (o meglio, nella California degli anni dieci-venti). Il tutto supportato da una giovanissima protagonista Catinca Untaru, che si spera possa tornare presto in ruoli da protagonista. Certo, l'impressione è che, nella parte centrale, il film sia un po' troppo lungo e giri a tratti a vuoto. Ma la strada intrapresa (con continue citazioni dei western di Peckinpah) e soprattutto un finale di montaggio fantastico, lo rendono una delle perle degli ultimi anni. Assolutamente da scoprire...
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