Un visionario dimenticato

E' forse il maggior regista di pubblicità vivente e ha diretto uno dei film più belli a livello visivo del 2008. Eppure, la pellicola è stata un tonfo al botteghino e dimenticata dalla critica. Si tratta di...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

...The Fall di Tarsem. Se parliamo dei meri dati economici, c'è poco da stare allegri. La pellicola ha incassato la miseria di tre milioni nel mondo, uscendo molto in ritardo rispetto a quando è stato realizzato (la data ufficiale parla del 2006). Il budget non sarà immenso, ma quasi sicuramente superiore ai 15 milioni di dollari che si vociferano (anche solo per aver girato in decine di posti in mezzo mondo, compresi Villa Adriana e il Campidoglio, che si vedranno sì e no cinque secondi). Ma, in effetti, sono proprio le follie di questa esperienza produttiva a eccitare. L'idea di mettere assieme tante location diverse nel mondo è fantastica, con un uso incredibile dei paesaggi e in particolare di quelli indiani (non a caso, Tarsem ha girato le sequenze in quella nazione per Il curioso caso di Benjamin Button).

Complessivamente, tutto il lavoro sulla regia è fenomenale. Le scene in bianco e nero iniziali sono meravigliose, così come è straordinaria una sequenza in animazione passo uno. Quello che impressiona maggiormente è che Tarsem, nonostante sia un regista visionario incredibile, non tende assolutamente a esagerare con movimenti di macchina e dolly infiniti, anzi l'inquadratura che adotta con maggiore frequenza è quella con camera fissa. D'altronde, è evidente l'intenzione di rendere dei quadri al cinema e in questo è anche aiutato dagli incredibili costumi di Eiko Ishioka (The Cell, Dracula, Mishima).

La cosa interessante, tuttavia, è che tutto questo non vuole dar vita a uno spettacolino roboante e insulso, ma si prende tanti rischi. Penso alla già citata scena in animazione, che di sicuro non è una sequenza gradevole e ruffiana. E se all'inizio la cornice del racconto (una bambina e uno stuntman in ospedale) sembra solo una scusa per dare sfogo alla propria immaginazione nella storia 'fantasiosa', in realtà col passare del tempo scopriamo che ci sono tante cose da dire e anche importanti, con una bella riflessione sul senso della narrazione e sulle motivazioni dei personaggi 'reali'.

Invece, chi lo paragona poco favorevolmente a Il labirinto del fauno, non si rende conto che la trama del film di Del Toro è molto meno solida e coerente di quella di Tarsem. Ma quale allora la ragione di queste critiche? Semplicemente, quel titolo parla del franchismo e della guerra civile (quindi è cinema 'serio'), questo parla di cinema e avventura, quindi non è degno di essere giudicato 'cinema alto'.

In realtà, The Fallgioca benissimo nei diversi passaggi tra finzione e realtà, ricordandosi soprattutto di non dar vita a personaggi eccessivi nella parte 'contemporanea' (o meglio, nella California degli anni dieci-venti). Il tutto supportato da una giovanissima protagonista Catinca Untaru, che si spera possa tornare presto in ruoli da protagonista. Certo, l'impressione è che, nella parte centrale, il film sia un po' troppo lungo e giri a tratti a vuoto. Ma la strada intrapresa (con continue citazioni dei western di Peckinpah) e soprattutto un finale di montaggio fantastico, lo rendono una delle perle degli ultimi anni. Assolutamente da scoprire...

Maggiori informazioni, i trailer e la gallery, nella nostra scheda.

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