Un pesce di nome Selma, l'apice di Troy McClure
L'unico episodio di I Simpson su Troy McClure, Un pesce di nome Selma, è l'apice di un personaggio amarissimo masticato dallo showbusiness
Questo articolo è parte della rubrica Tutto quello che so dalla vita l’ho imparato da I Simpson in cui ogni settimana rivediamo, raccontiamo e celebriamo i 50 episodi della serie che riteniamo più significativi.
Un pesce di nome Selma - I Simpson, Settima stagione, episodio 19
MACARTHUR PARKER: “Hai sentito di Il pianeta delle scimmie?”
TROY MCCLURE: “Il film oppure il pianeta?”
In una puntata su Troy McClure non si può non partire con un film di Troy McClure. Invece di una pessima trasmissione televisiva, invece di un pessimo video didattico e invece di una pessima ricostruzione, un film vero e proprio. Anche se girato con i Muppet. E mentre la famiglia lo guarda in televisione veniamo subito introdotti al fatto che mentre Troy McClure ci ha sempre ricordato chi fosse con i suoi film passati, in realtà la gente di lui conosce praticamente solo la leggenda metropolitana che lo vuole affetto da parafilia, cioè l’attrazione sessuale verso oggetti o forme di vita inusuali. Nel suo caso i pesci. Homer ovviamente ci crede Marge non ne vuole sentir parlare.
Troy McClure è nell’immaginario un attore degli anni ‘70 in una puntata scritta nel 1995. Cioè di 25 anni prima. Una celebrity che vive a Springfield e che non tutti riconoscono come tale lo stesso, il simbolo stesso dei livelli più bassi dell’industria dello spettacolo. Se Krusty presenta le serate di premiazione e si merita special natalizi o commemorazioni, cioè è sulla cresta dell’onda, Troy McClure è uno masticato dal mondo dello spettacolo che è rimasto attaccato per la coda a sottoproduzioni e canali minori. Non a caso viene sempre disegnato con due trattini vicino agli occhi, per suggerire che abbia fatto un lifting.
Subito dopo il film con i Muppet per la prima volta vediamo Troy interagire al di fuori dello schermo. È notte e viene fermato dal commissario Winchester per guida pericolosa a bordo di una Delorean, esattamente come accadde nel 1982 a Johnny Carson proprio su una Delorean. Tutto per McClure è la copia di vecchi eventi. Questo è l’evento che serve ad innescare la trama. La multa infatti ci fa scoprire che dovrebbe guidare con occhiali che tuttavia non vuole indossare, viene mandato a fare una verifica della patente alla motorizzazione dove Selma, conquistata dallo charme da quattro soldi della celebrity, gli fa passare il test anche se non è riuscito a leggere niente da lontano.
Per sdebitarsi Troy la porterà a cena fuori nel ristorante delle celebrity di Springfield in cui ci sono foto di tutti (in realtà sono tutti quelli che fino a quel momento avevano doppiato un episodio) e la sua pure, solo sullo sportellino da cui entrano i gatti. Una serata per lui dimenticabile ma per lei eccitante, al termine della quale quasi casualmente dei paparazzi notano che è con una donna (rimanendone stupiti viste le voci) e lo fotografano mentre lui dice: “Ecco a voi una chicca per la prima pagina” e la bacia sulla guancia (geniale che poi la foto con il titolo “Troy a little tenderness” sia invece pubblicata nell’infame pagina 10, dopo i cruciverba).
L’accoppiamento tra i due personaggi sembra frutto di un’estrazione casuale di nomi, invece è paradossalmente stato calibrato.
Arrivati al settimo anno di I Simpson l’idea che aleggiava era che un’altra stagione come la terza non sarebbe più ritornata. Per il team di sceneggiatura quello era il modello aureo, anche se nella squadra erano ormai rimaste pochissime delle persone che avevano scritto le puntate di quell’annata. Così, per la settima si pensò molto semplicemente di replicare la terza, cioè di imitare quel modello, quella struttura e quella scansione. Prima di tutto scrivere tutte storie molto attaccate ai personaggi e realistiche, con solo pochissimi slanci di fantasia più grossi, poi fare 7 puntate su Homer, 3 su Lisa, una su Grattachecca e Fichetto e una su Telespalla Bob. Proprio quest’ultimo, cioè l’episodio su Telespalla Bob della terza stagione, è quello in cui sposa Selma, e così anche qui pensarono di mettercene uno.
In quel momento Selma era già caratterizzata dalla sete di matrimonio (anche lei come Edna Caprapall è malinconica, sola e sessualmente desiderosa, a differenza di lei però non ha i continui conflitti tra età infantile e adulta ma la falsa giustificazione di una famiglia che la trattiene, soprattutto non ha vere passioni ma più un desiderio di sistemarsi), aveva avuto subito un’avventura con il preside Skinner e poi il matrimonio con Bob ed era finita con un’iguana. Per una nuova puntata su di lei bisognava solo trovarle uno spasimante e nuovo possibile marito. Quest’esigenza si incrociò con il desiderio che da molto tempo la squadra aveva di un intero episodio su Troy McClure, il cui doppiatore, Phil Hartman, era un diavolo dell’umorismo capace di trasformare tutto in risata. Co-autore di Pee Wee Herman (anche co-sceneggiatore del film diretto da Tim Burton), Hartman era stato poi per 8 anni autore e comico al Saturday Night Live e infine, dopo grossi problemi di droghe e depressione per guai familiari, fu ucciso con un colpo di pistola dalla moglie nel 1998. Momento dopo il quale Troy McClure non è più comparso in I Simpson.
La foto di Troy e Selma comparsa sullo Springfield Shopper fa il suo lavoro e già alla centrale fa discutere riguardo le note voci di parafilia. Lenny dice la frase cruciale: “Questo cambia tutto, ora pagherei per vedere un suo film”. Quel meccanismo complicato di pubbliche relazioni per il quale la popolarità tende ad aumentare e un personaggio è visto positivamente dal pubblico se è più stabile e sa stare alla larga dalle voci sul suo conto, è riassunto con tale immediatezza e consapevolezza che fa ridere da morire. Ma non solo, Troy viene anche subito chiamato da MacArthur Parker, il suo agente che da anni lo trascura. Ora è davvero tutto cambiato. Parker è doppiato da Jeff Goldblum e caratterizzato benissimo (come sempre in I Simpson quando si parla di showbusiness) mentre parla al telefono con un auricolare con microfono invece della cornetta.
Questa è un puntata sul mondo dello spettacolo in realtà e sui meccanismi spietati della popolarità. Troy e Selma escono a cena di nuovo e lui parla solo di sé (“Questo è l’aneddoto più divertente che abbia sentito in tutta la mia vita! Ora raccontane uno tu”) e lei sembra rovinare tutto quando estrae una sigaretta e tutto il locale si scandalizza.
La vita di Troy McClure viene esplorata in un continuo di gag e miseria. Vive in una villa che somiglia alla Chemosphere di John Lautner, immersa in un acquario che ricorda a tutti, come se ce ne fosse bisogno, la storia dei pesci. È l’equivalente di Springfield della zona ricca dei VIP.
Poi promette di portarla ad una proiezione speciale di un suo film, lasciando intendere una prima e invece vanno in un Drive-In a vederne uno vecchio, di nuovo quello con i Muppet. Ancora peggio e ancora meno sincero, Troy dichiarerà il suo amore durante il film usando esattamente le battute che ha nel film (e arriva subito la seconda gag dopo questa, cioè Selma che non si sa perché risponde esattamente come miss Piggy). Il momento è sottolineato in tutta la sua assurdità da una gran trovata, sovrapponendo visivamente il vero Troy e la sua immagine sullo schermo, per mostrare che fa anche i medesimi movimenti con la testa.
A dirigere c’è l’eroico Mark Kirkland, il regista che più ha lavorato su I Simpson, che più ha definito lo stile registico e infatti la puntata utilizza tutti gli espedienti possibili, è il trionfo della messa in scena convenzionale con poche variazioni e tante trovate all’interno della struttura base.
Ogni volta che viene introdotta una nuova sequenza della puntata qualcuno parla della storia dei pesci e quando Selma si trasferisce da Troy comincia ad essere evidente che ci saranno dei problemi di natura sessuale. La sua carriera però sta tornando a decollare per via della sua nuova relazione che ha spazzato via le voci. Adesso addirittura gli viene un musical a Broadway: Fermate il pianeta delle scimmie - Voglio scendere, parodia del musical del 1961 Stop the World - I Want To Get Off. Il musical in sé è quasi un segmento a parte, una delle punte più alte della creatività della serie. Non venne da Jack Barth, sceneggiatore esterno alla squadra che scrisse quasi tutta la puntata (era pratica abituale commissionare una puntata a stagione ad uno sceneggiatore esterno e fu scelta questa perché aveva pochi precedenti, Troy McClure non aveva mai interagito con nessuno della famiglia, era solo comparso in tv). Il musical fu il frutto di in un brainstorming furioso durato solo poche ore e denso di esaltazione e proposte. Arrivò tutto insieme da mille contributi diversi. Alf Clausen, compositore delle musiche della serie, era stato copista per la registrazione del vero score di Il pianeta delle scimmie, e creò le canzoni in stile Broadway che danno forma a quel momento. In anni in cui I Simpson lavoravano tantissimo con la musica questo è uno dei segmenti migliori.
Nelle serie più moderne la musica non ha più questa centralità anche perché ci sono 90 secondi di pubblicità in più adesso, e un momento musicale come quello di questa puntata, di due minuti, ha un peso molto diverso e un ingombro diverso se la puntata ha un minuto e mezzo di meno. Dr. Zaius Dr. Zaius sulle note di Rock me Amadeus ma poi anche la battuta “I hate every ape I see from Chimpan-A to Chimpan-Z” (partorita nella furia del brainstorming da David X. Cohen) e le scimmie che fanno breakdance sono geniali e fanno il paio con un finale senza nessun senso in cui l’ultima battuta è “I love you doctor Zaius!” da che invece sarebbero nemici.
Troy McClure era stato usato fino a quel momento come pulsante d’emergenza della serie. Quando una puntata sembrava scarica di risate si iniettava un segmento con le sue produzioni scalcinate. Questa volta invece ne ha una di tutto riguardo.
Il personaggio era nato nella seconda stagione, nella puntata Homer contro Lisa e l’ottavo comandamento, unendo i nomi di due attori di serie B realmente esistiti, Troy Donahue e Doug McClure, e mettendoci molto di Phil Hartman che come detto era un comico. Nel tempo era diventato anche il presentatore della serie, ogni puntata “meta” aveva Troy come filo conduttore, ed era soprattutto un modo per aiutare la serie a parlare di televisione, tema centrale nei primi anni. O meglio aiutava a parlare di come la televisione formi, influenzi e catalizzi la famiglia media americana.
Troy sposerà Selma Terwilliger Bouvier, i due vivranno insieme e da quel momento lei comincia a vestirsi con gli abiti più noti delle foto di Marilyn Monroe, simbolo imperituro dell’infelicità sentimentale e dell’insoddisfazione. Perché come prevedibile il matrimonio non va bene. Quando MacArthur Parker chiama Troy al telefono la prima notte di nozze la risposta è: “Spero che sia importante, è la prima notte di nozze. Sto cercando di dormire!”. La notizia è buona e cattiva al tempo stesso, la carriera è in crescita costante ma non basta il matrimonio, per avere accesso a produzioni e ruoli più importanti deve avere un figlio (e quando lo concordano con Selma la battuta che suggella il tutto è epica: “D’ora in avanti deve fumare per due!”). Avere un figlio implica fare sesso e la cosa si rivelerà un’impresa non da poco per Troy che, ad un certo punto, dopo che per tutta la puntata abbiamo sentito tutti quanti ripetere la leggenda dei pesci, confesserà che quelle voci sono vere. C’erano tante possibili leggende metropolitane sulle celebrity che potevano essere scelte ed affibbiate a Troy McClure ma questa dei pesci fu scelta semplicemente perché troppo senza senso.
A Selma non rimane che andarsene con l’iguana sottobraccio. Di nuovo sposata e di nuovo sola. Il finale in cui sentiamo il verso dell’iguana nel silenzio della notte è una grande idea di Kirkland che sottolinea la solitudine e come ritorni a quel palliativo di una storia d’amore.
Questa è una puntata così piena di idee e trovate, così compressa che molte scene sono state tagliate (come la festa di addio al celibato di Troy McClure, sostituita dalla confessione al bar di Moe del fatto che il matrimonio è solo convenienza). E molte parti di doppiaggio hanno avuto bisogno di essere riregistrate a velocità maggiore per far entrare tutto nei tempi giusti. Tanto che anche sui titoli di coda c’è un’ultima gag. All’apice della vita matrimoniale Troy McClure era arrivato ad essere preso in considerazione per una parte in McBain IV, invece, dice il notiziario, ora che ha divorziato ha rinunciato a quella parte per dirigere e interpretare un film suo: “L’aggeggioloso favoleggio del professor Orazio Hufnagel”. Un film che pare sull’onda di Citty Citty Bang Bang. La cosa incredibile qui è come abbiano trovato un titolo e una locandina che da soli facciano capire il fallimento evidente che sarà questo film, senza bisogno di dirlo, e che lo porterà ad essere di nuovo un attore dimenticato. L’inside joke poi è che questo film evidentemente fallimentare già da titolo e locandina è prodotto dalla 20th Century Fox, stessa casa del canale che manda in onda I Simpson.