Un grande film visionario

Vecchio di due anni, è un film che probabilmente non uscirà mai da noi. Ma è una delle opere più visionarie e originali viste ultimamente, nonostante un budget limitatissimo. Si tratta di...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

...La Antena. Per tutta la durata del film (circa 95 minuti) non ho smesso di pensare che, se Spirit lo avesse diretto Esteban Sapir, regista di questo incredibile gioiello, saremmo stati tutti più felici. Le immagini della città de La Antena sono eisneriane fino al midollo e soprattutto il realizzatore è in grado di creare uno stile retro e antico, ma senza sfociare nel ridicolo involontario (ogni riferimento al signor Miller Frank è puramente voluto).

Ma di cosa parla questo film? E' una sorta di favola utopistica, che unisce una certa fantascienza realistica (stile Ai confini della realtà) con la grande tradizione sudamericana di scrittori fantasmagorici come Borges. La storia vede un malvagio Mr. Tv cercare di controllare la popolazione di una città a cui è già stata tolta (letteralmente) la voce. Per fortuna, ci sono i bambini che si oppongono. Le metafore sono chiarissime (il potere della televisione e in generale dei mass media, il cittadino senza voce, le dittature, tema ovviamente molto sentito in Argentina), ma senza risultare mai pesanti ed eccessive.

Così come sono evidenti tanti riferimenti e omaggi a un certo tipo di cinema muto (soprattutto Metropolis di Lang e il Viaggio nella luna di Méliès), ma anche a una pellicola come Psyco. Ed è difficile non pensare, vedendo l'animazione a passo uno, ad alcune opere di Svankmajer. Ma se proprio bisogna fare un nome, La Antena mi ricorda le opere migliori di Guillermo Del Toro, impressione confermata da un finale tutt'altro che scontato e buonista.

Come detto, il grande punto di forza del film è la capacità visionaria del suo regista, con una grande esperienza alle spalle come direttore della fotografia e autore di video musicali. L'idea generale più bella è l'espressività delle didascalie, che magicamente prendono vita e conferiscono peso all'azione, come per esempio le lancette dell'orologio. Ma di momenti visivamente meravigliosi il film è pieno, dalla macchina da scrivere iniziale al padre che sovrasta la figlia come un gigante. Si passa così da una pura poesia nel momento del volo a una scena assolutamente inquietante nel finale grazie alle scritte. E pazienza se gli effetti non sono sempre perfetti, anzi questo fornisce un tocco di poesia in più e una sensazione retro che ci sta benissimo.

A questo punto, dopo aver sentitamente ringraziato Empire per avermi fatto scoprire questo film, ci si chiede come mai un'opera del genere non sia passata a nessun Festival importante in una situazione prestigiosa. E soprattutto perché in Italia si preferiscano comprare pellicole sudamericane pseudofilosofiche (e quindi anche difficili da distribuire) piuttosto che prodotti potenzialmente di culto come questo. La Antena è insomma un film fuori dal mondo e dal tempo. Cosa che, a scanso di equivoci, è ovviamente un pregio...

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