Un candidato all'Oscar... dimenticato

E' una pellicola nominata agli Oscar, decisamente coraggiosa e imprevedibile. Ma che quasi sicuramente non vedremo in Italia. Si tratta di...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

...Revanche, titolo austriaco inserito nella cinquina di candidati per l'Oscar al miglior film straniero. Sarebbe bello sapere quanti dei commentatori italiani che il mese scorso annunciavano sgomenti e indignati l'esclusione di Gomorra dalla corsa alle statuette abbiano visto questo titolo. Pochi, si presume, forse nessuno. Eppure, chi esaltava il coraggio della pellicola di Matteo Garrone e riteneva la sua antispettacolarità come la caratteristica che gli ha impedito di ottenere risultati di rilievo in America, forse dovrebbe ripensarci osservando Revanche.

Fin dall'inizio, con una tranquilla immagine di uno specchio d'acqua e una pietra che interrompe l'incanto, Revanche non è quello che ti aspetti. Dopo cinque minuti di sesso piuttosto esplicito, ti viene da pensare che sarà una pellicola pseudoartistica. Quando scopriamo che la protagonista è una straniera che lavora in un locale-bordello, ecco che il timore di essere finiti nel solito titolo 'sociale' e di impegno civile si fa strada. E quando c'è la svolta nel primo atto, siamo portati a credere a un thriller/noir con una coppia maledetta, magari potenzialmente interessante ma già visto. Eppure, Revanche spiazza decisamente le aspettative e porta su strade inattese.

Certo, a tratti alcune scelte di trama non sono del tutto credibili e sembrano essere state fatte più per provocare/suscitare reazioni forti che per costruire un impianto narrativo solido. E sicuramente nel secondo atto si gira un po' a vuoto (il continuo taglio della legna a un certo punto diventa quasi irritante), tanto che 10-15 minuti in meno non avrebbero fatto male. Ma Revanche ha successo in quello che il (buon) cinema europeo fa meglio (e in cui erano maestri i grandi registi della Hollywood anni settanta), ossia creare storie non formulaiche e che prendono direzioni personali.

Sicuramente, qualche difficoltà c'è in una certa freddezza narrativa e una mancanza quasi totale di sentimentalismi, resa ancora più esplicita da un costante utilizzo di camera fissa del regista, così come dall'attenzione per i paesaggi vuoti. Ma questo non impedisce di vedere dei personaggi molto interessanti, impegnati in dinamiche decisamente concrete e credibili. Così come i rimpianti dei protagonisti forniscono un senso di malinconia che si fa via via sempre più forte, fino ad arrivare a una conclusione magari antispettacolare nei fatti, ma decisamente potente nelle parole. Insomma, un titolo coinvolgente, che l'Academy ha scelto con notevole attenzione. Vedremo se si potrà dire lo stesso dei nostri distributori...

La premiazione degli Oscar avverrà nella notte di domenica 22 febbraio: noi la seguiremo in diretta con voi; il live-blogging avrà inizio alle 23.45 di domenica.

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