Ultimi fuochi al Lido: Incendies e The Tempest

Venezia 67, Giorno 11 - In attesa, tra poche ore, della premiazione del Festival di Venezia, abbiamo visto l'interessante Incendies di Denis Villeneuve e il soporifero The Tempest di Julie Taymor...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

  • Incendies
    Ci sono diverse ragioni per fare attenzione a questo film.
    Intanto, è uno dei pochi fuori concorso che il pubblico italiano vedrà, grazie alla Lucky Red che l'ha acquistato. Poi, può vantare di essere quello con la miglior media voto di tutto il Festival, secondo la critica online che ha partecipato al premio del Mouse d'Oro. Ma, molto semplicemente, conviene vederlo perchè è un prodotto di valore.
    L'inizio di questo film è una piccola lezione di cinema per sceneggiatori e registi. Dopo un bel ralenti suggestivo che suscita curiosità, ci troviamo nello studio di un notaio per la lettura di un testamento, fatto da una madre ai suoi gemelli. E' in questo modo che scopriamo dell'esistenza di un padre e di un fratello che i due non hanno mai conosciuto, in un mix di contrasti personali e di segreti affascinanti.
    Veniamo così gettati nei contrasti terribili del Medio Oriente, in una ricerca che ci porta a conoscere questa terra martoriata tra passato e presente. Il rischio era quello del drammone eccessivo e strappalacrime, magari con una serie di colpi di scena da telenovela.
    Invece, nonostante i temi serissimi, non si esagera quasi mai, grazie a uno stile secco e asciutto.
    Il tutto supportato da immagini magnifiche, che per fortuna, visto il tema trattato, non diventano mai patinate. E che offrono grandi momenti di cinema, come l'enorme tensione nella scena dell'autobus. Peccato che le vicende ambientate nel presente non abbiano la stessa forza espressiva di quelle passate.
    Ma soprattutto che il finale punti allo shock che, anche se non gratuito, è comunque molto discutibile. Comunque, il giudizio rimane positivo...

  • The Tempest
    Proiezione un po' punitiva quella di The Tempest. Non è infatti ben chiaro per quale motivo, in una giornata in cui non c'è nessuna proiezione importante, questo film venga messo di mattina presto, nonostante dieci giorni di poco sonno per tutti.
    Si capisce fin dall'inizio l'aspetto artefatto del film. Il misto di paesaggi e personaggi fantastici non dà fastidio, anzi, ma talvolta l'utilizzo dei dialoghi (e dei monologhi) sì.
    Sarebbe naturale dire che è Shakespeare, ma in un adattamento in cui a tratti sentiamo dell'hard rock e vediamo costumi moderni, non è il caso di fare i tradizionalisti.
    Come prevedibile, il film si fa apprezzare per delle scenografie molto inventive, nonostante sia chiaro che il budget sia estremamente basso. Così come la coppia di innamorati presenta una certa grazia.
    Ma il terzetto formato da Alfred Molina, Russell Brand e soprattutto Djimon Hounsou è assolutamente insopportabile. E il montaggio è talmente teatrale nella sua divisione delle scene, da perdersi per lungo tempo Prospera e Miranda. Aggoiungiamoci anche una CGI imbarazzante e facendo i conti i difetti sovrastano i pregi di gran lunga.
    Un adattamento sostanzialmente inutile. E che difficilmente verrà visto da un pubblico sufficiente a rendere vantaggioso l'investimento...

 

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