Ufficiale e gentiluomo è il dizionario del peggiore cinema di propaganda anni ‘80 

Ufficiale e gentiluomo ha inaugurato gli anni '80 e si è fermato in quel decennio, invecchiando in una serie infinta di stereotipi

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Compie 40 anni Ufficiale e gentiluomo, il film di Taylor Hackford che incarna il più ardito romanticismo da reclutamento. Zack Mayo è cresciuto senza madre, morta suicida, e con un padre ubriacone. Cambia vita iscrivendosi al corso per piloti di jet della Marina. Lì sperimenterà la fatica dell’addestramento e i tormenti d’amore per le ragazze che, affascinate dalla divisa, si fanno belle per i militari. Il termine dell’addestramento li costringerà a scegliere tra una vita rigorosa e le passioni della giovinezza, tra il diventare uomini o restare cittadini senza una strada.

Ufficiale e gentiluomo arriva quattro anni prima di Top Gun. Il film di Tony Scott fu un fenomeno senza eguali per numero di reclutamenti che riuscì a garantire alla Marina. Fuori dai cinema c’erano postazioni adibite a prendere informazioni per un futuro diverso. Tom Cruise e soci dimostravano il divertimento del volo, una vita ricca di emozioni di ogni sfumatura. Dai brividi per l’aria ai sacrifici eroici (e persino quelli sfortunati degli incidenti). Un film fondamentalmente sportivo, in cui per restare nel gruppo bisogna essere più bravi, più duri, più risoluti. 

Ufficiale e gentiluomo ha la stessa voglia patriottica. Condivide la tensione al convincimento, ma è molto più goffo e (se possibile) ancora più retorico. Louis Grossett Jr. interpreta il Sergente Foley (si meriterà un Oscar per questa parte). L’attore è perfetto per il film, sebbene il personaggio sia assurdo: potrebbe ricordare Hartman di Full Metal Jacket (che uscirà cinque anni dopo, portando ben altra lettura al tema bellico), ma non ne possiede la macchinosità. In fondo infatti ha un cuore tenero che emergerà nel momento del bisogno. La sua cattiveria, come si vedrà nel finale, è tutta una recita!

Ufficiale e gentiluomo e gentildonne

Bisogna dare atto a Taylor Hackford di aver avuto intuito. Richard Gere, che partecipò al film solo per soldi, salvo poi rimanerne completamente assorbito, è perfetto per l’amore, non per la guerra. Così va veloce sulle prove da superare. Mette pure una donna tra le fila degli aspiranti ufficiali, ma prima di vedere Soldato Jane serviranno ancora quindici anni. Tutto al contrario del cinema femminista infatti in Ufficiale e gentiluomo le donne ce la fanno quando sono spronate dagli uomini. E se gli uomini non ce la fanno, allora devono guardare le donne e vergognarsi.

Atroce oggi. Al tempo fu un successo nazional popolare. Perché il film è così pieno di cliché che, come un cucchiaio che batte sullo stesso punto del braccio, dopo un po’ atrofizza e non fa sentire più il suo stridore.

Zack si innamora di Paula, il suo amico Sid di Lynette. La prima è una ragazza semplice, ma con un grande rispetto per l’istituzione. Anche suo padre è stato in Marina e lei ne ha geneticamente interiorizzato i valori. Lynette invece vuole solo divertirsi e prepararsi alla scalata sociale. Sposare un pilota e viaggiare il mondo. 

Jane Austin ne avrebbe tratto un dramma di sentimenti. Il cinema bellico made in USA ne fa invece un romanticismo per “uomini veri”. Cioè quelli integerrimi che sanno cosa vogliono e non si fanno distrarre. 

Quando i valori si fanno cliché e politica

Un “non ho dove andare” gridato all’istruttore che vuole cacciare la recluta disubbidiente, vale molto di più di qualsiasi giustificazione. E viene accettata come un motivo valido per restare! Perché i giovani non militarizzati sono visti come perduti, abbandonati da una società senza più rigore. Le classi meno abbienti non vedono di buon grado l’addestramento militare infatti. Invece i giovani più brillanti lo scelgono volontariamente e, incidentalmente, incontrano anche le donne più belle. E va bene così, basta che verifichino che anche loro siano delle patriote, che poi le sposino e abbiano figli.

E non è nemmeno la cosa più terribile del film. Il vero dramma lo porta con sé Lynette. Lei non ama il gentiluomo, ama l’ufficiale. Ritratta come la peggiore delle sorellastre in qualsiasi fiaba, cerca di imprigionare Sid simulando una gravidanza. Lui commetterà l’errore più grave della sua vita, secondo il film: sceglie la donna preferendola alla marina. Rinuncia a pochi giorni dalla fine del corso. Viene rifiutato da lei. Si suicida.

La regia, pur in tutta la lacrimevolezza del caso, non si trattiene dal far pensare che il ragazzo abbia mancato la sua prova finale dell’addestramento: resistere alla “tentazione dell’amore facile”. 

Invece Mayo no. Sorride quando viene chiamato Maionese. Non gli importano gli sfottò. È il più bravo di tutti, così bravo che è impossibile ogni pur minima identificazione. Ogni sua macchia è anche un complimento: “troppo buono”, “troppo sensibile”, “troppo rispettoso”. Così nei magistrali momenti (questi sì) in cui il Sergente Foley lo fa soffrire non si può che goderne.

Lui non sbaglia mai direzione, semmai è la vita che gli arriva addosso a farlo sbandare. 

Ufficiale e gentiluomo è un film scolastico

Come in un college movie la sceneggiatura si concentra esclusivamente sul periodo scolastico: la formazione militare. Gli uomini imparano ad essere leali, duri, risoluti. Le donne a non mentire ai soldati.

È facile spiegare il successo di Ufficiale e gentiluomo, che non è un buon film, ma è esattamente quello che si chiede quando si cercano sentimenti facili. Non importa che sia un grande compendio di tutti gli stereotipi (positivi) sulla guerra e sui soldati e di tutti i cliché che hanno colpito questo cinema. Ufficiale e gentiluomo è una storia da campo raccontate davanti al fuoco, una di quelle che a volte si mischiano con l’esagerazione di un narratore inattendibile. Un po’ come le storie d’amore raccontate dagli amici o dai parenti che, negli anni, assumono sempre di più un connotato mitico e irreale. 

Così anche Ufficiale e Gentiluomo è un film che vuole reclutare convincendo gli spettatori che se firmassero quel documento vivrebbero una storia incredibile per poterla poi raccontare con profitto. La fiaba di come hanno sofferto per gli amici e di come hanno trovato l’amore. Esattamente la storia che tutti vorrebbero poter dire e che nessuno desidera sentire.

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Errata corrige: l'articolo conteneva una svista sull'uscita di Full Metal Jacket che è stata corretta.

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