Twin Peaks: Kubrick, i Pink Floyd, l'universo e tutto quanto
L'episodio The Return - Part 8 di Twin Peaks ha vari punti in comune con 2001: Odissea nello spazio di Kubrick. Giove rimane la porta verso l'infinito
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La lunga parentesi centrale di The Return – Part 8 affonda in una psichedelia di colori e suoni affascinanti e stranianti. In una ideale cornice del passato ci viene raccontata una mitologia fuori dal tempo, forse fantascientifica, forse sovrannaturale. La differenza fondamentale con Odissea nello spazio riguarda il punto di vista e l'obiettivo. Il viaggio dell'astronauta Bowman è un balzo evolutivo raccontato soggettivamente, dal punto di vista di un personaggio che, guidato dal monolito nero, oltrepassa il velo dell'esistenza. Ne vediamo il volto sofferente e timoroso, la sorpresa una volta giunto nella sala arredata in stile impero, lo struggente tendere la mano verso la conoscenza anche in punto di morte.
L'altrove per Lynch rimane terrificante e inconcepibile. Provare a contenerlo significa perdersi come Dale Cooper, bruciare come Windom Earle, venire ucciso come il guardiano a New York. Se un aiuto arriverà, questo comunque verrà elargito da altri luoghi, bianchi e puri, una musica delle sfere (dorate in questo caso) che non possiamo comprendere. Quella di Kubrick invece è una miscela di opportunità e sogni dell'umanità intera che tende, che deve tendere verso un infinito di cui può far parte. E tralasciamo altre apocalissi cosmiche che pure sono state evocate nelle ultime settimane, come Solaris di Tarkovskij o Tree of Life di Malick.
Jupiter and Saturn, Oberon, Miranda and Titania. Neptune, Titan, Stars can frighten. (Pink Floyd, Astronomy Domine)
Cos'è questa musica? Forse è il grammofono, ormai un connotato saliente della Loggia Bianca. Forse è Threnody to the Victims of Hiroshima, già usata sempre da Kubrick per il suo Shining. Forse è “Requiem for Soprano... ” di Ligeti. Forse è Echoes dei Pink Floyd, che secondo la leggenda sarebbe stata composta per adattarsi pefettamente al segmento finale di Odissea nello spazio, e che qualcuno ha ben pensato di fondere con le immagini del segmento cosmico di Twin Peaks.
Quindi, ancora una volta, Giove, il pianeta (del) Gigante. Per arrivarci, dovremo viaggiare oltre l'infinito, abbandonando ogni sicurezza residua. Lo spazio dei due pianeti più grandi del sistema solare non sembra casuale. Nell'episodio di Twin Peaks The Path to the Black Lodge, il Maggiore Briggs dice a Windom Earle: "there's a time, if Jupiter and Saturn meet, they will receive you". Questo potrebbe indicare una congiunzione astrale di qualche tipo che permette l'apertura di un varco tra i mondi, e potrebbe anche dare un senso più preciso al trascorrere dei 25 anni profetizzati da Laura Palmer. Il legame tra i due pianeti è la dimensione segreta delle Logge è ben dibattuto in rete.
Tutto questo può avere un senso oppure no. Dipende dal tipo di senso che andiamo cercando. La mitologia di Twin Peaks poggia sulle sensazioni più che sulle risposte. Ma nulla ci impedisce di addentrarci in collegamenti, di individuare schemi e somiglianze. Anche questo fa parte dell'esperienza totale che può essere questo Twin Peaks.