Twin Peaks, David Lynch accenna alla figura di Laura Palmer nei nuovi episodi: "Vediamo che succede"

Entertainment Weekly ha intervistato in esclusiva David Lynch riguardo i nuovi episodi del revival di Twin Peaks

Condividi
Twin Peaks è tornato. In questi giorni non si parla d'altro, e dopo la doppia premiere andata in onda la settimana scorsa negli Stati Uniti, l'attesa per i prossimi episodi è alle stelle. In America sono stati resi disponibili anche il terzo e il quarto episodio sulla piattaforma online di Showtime. Per celebrare il ritorno della serie cult, Entertainment Weekly ha intervistato in esclusiva David Lynch, il giorno prima che questi dovesse partire per il Festival di Cannes. Come saprete Lynch è a tutti gli effetti un spoiler fobico, l'autore tende infatti a non rivelare nulla ai giornalisti così da non rovinare l'esperienza. "La storia è tutto," spiega Lynch nel momento in cui gli viene chiesto perché preferisca non anticipare nulla al pubblico. "Quando è finita, è tutto lì. Niente dovrebbe essere aggiunto. Tutto il resto sono sciocchezze."

L'intervista si è tenuta di lunedì, la mattina dopo che sono andati in onda i primi due episodi su Showtime. Lynch ha spiegato alla nota testata di sentirsi bene e di non aver vissuto la cosa con ansia, infatti spiega di non aver ricercato feedback da parte del pubblico e di aver vissuto la serata come se niente fosse. L'autore, completamente isolato da tutto e tutti, ha ammesso che la sua è stata una sorta di scelta premeditata.

Preferiresti che le persone ti dicessero come hanno reagito alla cosa, o preferiresti che stessero zitte?

Beh, sicuramente mi piacerebbe sentire buone notizie. Ma bisogna saper affrontare ogni cosa, e quindi è bene andare avanti con la propria vita.

Durante l'intervista David Lynch ha rivelato che parte del cast e della troupe ha organizzato una serata in un bar dove hanno proiettato i primi due episodi. "Io invece ero a casa a lavorare ad un tavolo nel mio laboratorio del legno", spiega Lynch all'intervistatore.

Alla domanda se Lynch ragiona alle cose in maniera allegorica o meta, l'autore risponde dandoci anche un piccolo sguardo alla sua personale filosofia e parla delle idee come un flusso continuo di informazioni. "Le idee arrivano e basta. Ci pensi e provi a dare un significato a tutto. Poi come contestualizzarle quello è tutto un altro discorso. Non è finita finché non è finita, e non sai realmente spiegare tutto finché una cosa non si relaziona ad un'altra", spiega il regista. "È come una cosa magica. Io dico sempre che la cosa nell'insieme esiste in un'altra stanza sotto forma di puzzle completo, tutte le parti sono insieme, e qualche birbante da quell'altra stanza si mette a stravolgere tutto casualmente buttando pezzi di questo puzzle nella tua stanza. Quello che devi fare dopo è rimettere insieme i pezzi del puzzle, ma una pezzo fa parte della fine della storia, un altro è nel mezzo, e un paio di pezzi fanno parte dell'inizio, e non lo sai finché non inizia a prendere forma quello che dovrebbe essere."

Quanti di questi pezzi di puzzle riesci a comporre durante il processo di scrittura con Mark Frost, e quanti invece ne raccogli durante le riprese?

Almeno l'80% durante il processo di scrittura, e poi altri vengono fuori durante il tragitto. Va sempre in questo modo.

La storia dell'Agente Cooper non parla solo della sua fuga dalla Loggia Nera. È anche la storia di un uomo che ritorna in un mondo che una volta conosceva e della sua riconessione con esso. In un certo senso questa storia ti si addice, in termini del tuo ritorno alla televisione?

Certo. Ma come vedrai, è anche tornare in un mondo sotto forma di vita nuova, dove mano a mano capisci ciò che ti piace e ciò che invece non ti piace, e fai del tuo meglio per trovare la strada giusta.

La parte 1 suggerisce anche che la storia di Laura Palmer potrebbe essere tutt'altro che finita. Vivrà di nuovo e avrà la sua giustizia? Magari vendetta? 

Hmm. Vediamo cosa succede.

Successivamente l'intervista si è spostata su un altro argomento molto interessante. Infatti viene chiesto a David Lynch il motivo per cui ha voluto espandere la storia anche in altre parti del paese e non solo a Twin Peaks. Il regista risponde citando nuovamente il discorso delle idee che arrivano come un flusso continuo. Semplicemente alcune cose che gli sono venute alla mente non avevano luogo in Twin Peaks. "A volte bisogna spostarsi da Los Angeles a New York per un meeting", spiega Lynch. "E quindi per partecipare devi spostarti". Nonostante nei primi episodi gran parte della storia sembra aver preso luogo al di fuori della cittadina iconica, Twin Peaks sarà un luogo molto importante dove accadranno tantissime cose. Non è affatto, a detta di Lynch, un posto marginale o un ritorno forzato creato solo per accontentare i fan.

Una storia, quella al di fuori di Twin Peaks, che ha luogo in un posto andato a male a causa della presenza del malvagio Cooper. A seguito di questa affermazione, l'intervistatore ne approfitta per chiedere a Lynch come bisognerebbe chiamare correttamente il malvagio Cooper. "Io lo chiamo semplicemente il doppelgänger di Cooper, " ammette Lynch, "ma siete autorizzati a chiamarlo come volete".

Ma stai raccontando una storia, per esempio, sulla condizione spirituale dell'America? Pensi al mondo di oggi come cattivo e freddo?

Mark potrebbe avere una prospettiva differente dalla mia, ma non penso al mondo in questo modo. E in ogni caso, parlando di Twin Peaks, non ragiono in termini di, "Questo è quello che sta succedendo nel mondo, mettiamolo dentro alla nostra storia." Si tratta semplicemente di idee che vengono alla mente. Per esempio, spesso dico che le idee vengono evocate dal nostro mondo. Altre invece arrivano, e non hai idea del modo in cui appaiono, e non hanno nulla a che fare con il presente e il mondo di oggi. Altre idee sono evocate dal presente e dal modo in cui è. Quindi hanno un'influenza.

Hai questa abilità di raffigurare e illustrare un sentimento malvagio con suoni e immagini in modi profondamente disturbanti, spaventosi e al contempo memorabili. Dove trovi l'ispirazione per la tua rappresentazione del malvagio?

Ancora una volta, non posso realmente risponderti. Viene tutto da un'idea. Un'idea arriva dalla lettura di una sceneggiatura, e un immagine appare nella mente così come appare nella mente un suono. Quello che conta è trovare il modo di tradurre tutto dalla mente in cinema. Hai immagini, suoni e umori, e provi ad ottenere tutto questo nel miglior modo possibile durante le riprese.

L'esempio perfetto di quest'ultima risposta è l'uomo nella cella, che vediamo nella premiere, che ad un tratto evapora volando via come cenere. In quel caso Lynch ha avuto semplicemente un'idea, un'immagine gli è venuta alla mente e il suo lavoro è stato quello di tradurre il tutto. Ma attenzione perché Lynch sembrerebbe aver anticipato una cosa dal momento che ha detto, "a proposito, riguardo quel tizio, basta continuare a guardare".

Per quanto riguarda il processo di montaggio, Lynch ammette che alcune parti vengono costruite in base a quello che è stato scritto in precedenza in sceneggiatura e altre parti vengono ricomposte durante la fase di montaggio, una fase nella quale si scoprono tante cose nuove. Le idee nascono nello script ma continuano a maturare in post-produzione. Inoltre non è stato fatto nessun reshoots. Lynch ha confermato che ha definitivamente concluso il montaggio, ormai non si può più tornare indietro.

C'è un personaggio nuovo molto strano nella Loggia Nera, un albero parlante, un evoluzione del Nano, conosciuto anche come "Il Braccio" (Michael J. Anderson, non è voluto ritornare per la nuova serie). Lynch a questo risponde, "Sì. La necessità è la madre delle invenzioni". La testa sopra l'albero è semplicemente una testa. Non è un cervello parlante né una ghiandola pituitaria. Lynch vuole che venga definita semplicemente come una testa.

Ci sono scene nei primi quattro episodi che vedono coinvolti personaggi come la Signora Ceppo (Catherine Coulson) e Albert Rosenfield (Miguel Ferrer), scene che sono ancora più emozionanti sapendo che gli attori in questione sono scomparsi. 

Mi sono innamorato di Albert lungo il percorso di Twin Peaks, e ho amato lavorare con Miguel. Il rapporto tra il mio personaggio, Gordon Cole, e Albert è così importante per la storia. Ora sapendo che è morto, sono ancora più grato di quello che abbiamo fatto e che sia stato fatto tutto questo. Sono così triste che ci abbia lasciato. Io conoscevo Catherine dal 1971, e ho visto lei sullo schermo, e... beh, non è giusto che lei non sia più tra di noi.

Gordon ha avuta una parte fondamentale nell'episodio 4. Ha rubato la scena secondo il mio parere. 

Beh, l'attore che ha interpretato Gordon è incredibilmente bravo. Ma parla con Sabrina riguardo lui. È una spina nel fianco! [Sabrina Sutherland è la produttrice esecutiva dello show che dall'altra stanza ha urlato: "È uno piuttosto pretenzioso!"]

La parte 4 vede anche il ritorno di Denise, una donna transgender nonché un'agente delle forze dell'ordine interpretata da David Duchovny. Ha avuto una promozione. 

Non ho mai diretto David nel Twin Peaks originale, quindi ero molto emozionato. Cole era il boss di Denise una volta, ma le cose sono cambiate.

C'è un momento in cui Cole dice che quando Denise stava facendo la transizione, lui disse ai colleghi di lei che non riuscivano ad accettare la cosa di...

"Di mettersi il cuore in pace o morire." Proprio così. Le persone sono persone, e noi siamo nel modo in cui siamo. Dobbiamo tutti avvicinarci, e la diversità dovrebbe essere apprezzata completamente nella luce dell'unità. Questa è la pace nella terra, e dovrebbe esserci spazio per tutti.

La parte 4 spiega apparentemente che Cole ha avuto alcune storie particolari con delle agenti donne più giovani. Come si è fatto questa reputazione. 

Oh, tu non vuoi saperlo.

Continua a leggere su BadTaste