It’s Not TV – La rivoluzione della HBO (seconda parte)

Portiamo avanti il nostro racconto che ripercorre la storia del noto canale statunitense via cavo HBO

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SECONDA PARTE (la prima è disponibile qui)

La HBO non dorme sugli allori e sforna uno dopo l’altro prodotti che entreranno nella storia della televisione, aiutando a plasmare ancor meglio la Golden Age della televisione ormai ufficialmente cominciata. Innanzitutto c’è Sex & City, nuovo orizzonte per l’immaginario romantico femminile e la comedy di maggior successo del canale, tanto da proseguire in due film sul grande schermo purtroppo non all’altezza dell’originale. Il 2001 è quindi il turno di Six Feet Under, l’opera di Alan Ball che rinnova il family drama animandolo con una riflessione sulla vita e sulla morte. Nel 2002 arriva The Wire, altro capolavoro della narrazione seriale che porta a compimento il discorso aperto vent’anni prima da Hill Street Blues e poi da NYPD Blue attraverso l’abbattimento totale della spettacolarità dei procedurali polizieschi, un’Iliade cruda e logorante in cui gli schieramenti in campo sono le forze dell’ordine e i signori della droga, in una Baltimora novella Troia dove il paesaggio morale e politico mostra un orrore sotteso, pacato, desolante. E assieme a queste serie altri cult come Deadwood, Carnivale, Extras, Rome, Big Love.

Ma la HBO non offre solo grandi serie televisive, ma anche film e soprattutto miniserie. Una delle più importanti produzioni per la tv nonché una delle migliori miniserie televisive mai realizzate è Band of Brothers, che racconta le gesta di un battaglione americano dallo sbarco in Normandia fino alla fine del secondo conflitto mondiale. Prodotto nel 2001 da Steven Spielberg e Tom Hanks come proseguo ideale di Save Private Ryan, Band of Brothers lo supera in qualità e incisività. Nel 2010 gli succederà The Pacific, sugli avvenimenti paralleli svoltisi nello stesso periodo sul versante del Pacifico. Da citare poi Angels in America, adattamento di Mike Nichols della piece teatrale di Tony Kushner sullo scoppio della piaga dell’AIDS a New York, e Generation Kill, altro adattamento televisivo del libro di Evan Wright sull’invasione dell’Iraq da parte delle truppe americane e portato sul piccolo schermo da David Simon, già autore di The Wire.

Dopo aver detenuto lo scettro della produzione seriale internazionale per oltre 10 anni, sul finire degli anni ‘10 la HBO entra in un periodo di stasi nel quale sembra dover rinunciare al titolo di miglior canale sulla piazza a favore prima della AMC, che grazie a Mad Men e Breaking Bad ha conquistato l’attenzione e i favori del pubblico. La HBO non smette comunque a sfornare successi commerciali (Entourage) e opere di richiamo (Girls) , così come hit internazionali (True Blood, Games of Thrones, Boardwalk Empire), ma viene scalzata dalle rivali, meno coraggiosa di un tempo, forse anche perché vittima della flessione degli abbonamenti causata dal fiorire prima di competitor di un mercato via cavo sempre più affollato e poi dalla nascita di piattaforme innovative come Netflix e Amazon. Questo non impedisce al canale di sfornare piccoli capolavori come In Treatment, Enlightened e Treme.

La HBO è rimasta per anni il punto di riferimento di un sistema televisivo nel corso di un cambiamento epocale e ha traghettato il mezzo tv dritto nella sua Golden Age. Oggi continua a essere uno dei canali di maggior richiamo e di qualità, ma non è più il solo né il migliore. Chi sarà il prossimo? Ma soprattutto, ce ne sarà ancora uno solo?

Capolavori da recuperare: The Sopranos, The Wire, Band of Brothers, Treme, Enlightened, In Treatment, Angels in America

Cult di sempre: Sex and the City, Oz, Six Feet Under, Deadwood, Carnivale, The Larry Sanders Show, The Pacific, Generation Kill, Big Love, Rome, Extras, Entourage, Bored to Death, The Comeback

In onda da tenere d’occhio: True Detective, Looking, Girls, Veep, Game of Thrones, Curb Your Enthusiasm 

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