Tutto quello che si sono detti Edgar Wright e Quentin Tarantino nella lunga conversazione sul cinema

Edgar Wright e Quentin Tarantino hanno parlato di cinema per tre ore nell'Empire Podcast. Ecco quello che si sono detti

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Edgar Wright ha recentemente curato un numero di Empire Magazine dedicato alla celebrazione del cinema. La redazione del magazine è stata affiancata da registi e celebrità di Hollywood che hanno raccontato la loro passione per la settima arte. Un omaggio che ha fatto molto parlare per il suo significato simbolico in tempo di pandemia e di chiusure forzate. Ma non è finita qui. Come contenuto aggiuntivo per questo omaggio al cinema, Edgar Wright e Quentin Tarantino (che avrebbe dovuto scrivere un suo contributo, ma non è riuscito a chiuderlo in tempo per la pubblicazione) si sono incontrati via zoom per una discussione nell’ Empire Podcast della durata fiume di ben tre ore!

Vi riassumiamo di seguito gli argomenti di maggior interesse trattati dai due registi. Preparatevi a una lunga corsa.

La chiusura dei cinema ha colpito nel profondo Edgar Wright il quale ha particolarmente sofferto non potere vivere l’esperienza di sala e discutere con le persone. È arrivato in aiuto Quentin Tarantino. I due amici si sono infatti tenuti in contatto durante la pandemia con lunghe discussioni sul cinema simili a quella che si può ascoltare nel podcast

L’empatia del pubblico secondo Quentin Tarantino 

Nel numero speciale di empire Magazine i vari intervistati hanno raccontato il loro momento viscerale con il cinema, le scene che hanno provocato reazioni più forti. Prima di elencare i propri momenti preferiti Tarantino ha fatto una lunga premessa: quando si pensa alle reazioni del pubblico ci si immagina un momento collettivo in cui le persone in sala ridono, si alzano in piedi, esultano. C'è anche un altro tipo di esperienza molto più sottile: sono i cambi di atmosfera repentini, il crescere della tensione o il sollievo improvviso che derivano dall'immersione nella storia. Per Tarantino entrambi i momenti empatici sono la vera bellezza del cinema. E lui stesso ne ha fatto esperienza più volte.

Il momento che ricorda con più piacere è la prima proiezione di Aliens. Era particolarmente interessato al film per vari motivi: Cameron tornava alla regia dopo il successo di Terminator, c’era quindi una grande attesa. Aliens era il seguito di un grande film che aveva ricevuto critiche entusiaste. E l’attesa del pubblico, l’hype che si era creato attorno al film, avevano già reso unica l’esperienza. Si sapeva che sarebbe stato un grande film, non era una sorpresa come accaduto con Die Hard o Matrix. Ma, una volta in sala, il film superò le sue già alte aspettative.

Secondo le parole di Tarantino il film era ancora meglio di quello che avevano detto i critici. Il momento  “wow” non è stato quello dell’esoscheletro ma quando Ripley e Newt sono nella camera di isolamento con un facehugger e vengono salvate da Dwayne Hicks. In quel momento il pubblico è saltato letteralmente in piedi grazie alla tensione creata dalla scena. 

Ad aggiungere unicità all’aneddoto il fatto che in sala c’era anche James Cameron. All’epoca in pochi erano in grado di riconoscere il suo volto, certamente lo era Tarantino. Il regista controllava che tutto fosse settato giusto, la luminosità del proiettore, l’impianto audio e così via… osservato dal collega con ammirazione. 

Il revenge movie come momento collettivo 

tarantino

Sia Edgar Wright che Quentin Tarantino amano i revenge movie, li hanno definiti come dei film fatti proprio per dare soddisfazione al pubblico. Il preferito di tarantino è Rolling Thunder

Il climax sul finale è uno dei momenti più esaltanti che ha provato in sala e ne è rimasto ossessionato. Era infatti andato a vedere il film ovunque fosse proiettato a Los Angeles. Per i primi 3 anni Rolling Thunder aveva avuto una circuitazione limitata come grindhouse inserito nelle double feature. Con il tempo hanno iniziato a proiettarlo anche nei cinema generalisti. Ha potuto così vedere le reazioni di entrambi i pubblici. E la risposta è sempre la stessa.

Il pubblico sobbalzava e si creava una tensione palpabile nella sala durante il dialogo tra il personaggio di William Devane (Johnny Vohden) e quello di Tommy Lee Jones (Charles Rane) quando il primo dice al secondo di avere trovato l’uomo che gli ha ucciso il figlio.

Edgar Wright e lo streaming 

Parlando della sua partecipazione nel numero della rivista, Edgar Wright ha spiegato di avere scritto il suo editoriale perché stufo degli opinionisti che profetizzano il futuro del cinema come un fatto esclusivamente legato allo streaming. Così non è, secondo lui, e chi sostiene che la visione “privata” sostituirà la sala probabilmente è da troppo tempo che non assiste a una proiezione pubblica. Il riferimento non è solamente alla critica, che vede i film spesso tramite anteprime o link privati, ma a tutta quella parte dell’industria che ha perso di vista il primato della socialità, elemento essenziale per completare l’esperienza di visione.

Molti gli esempi fatti: Wright ha visto più volte Gravity e Mad Max: Fury Road con il pubblico in sala, proprio per sentire quell’energia. Ha elogiato poi C'era una volta a... Hollywood dicendo a tarantino che in sala nessuno sapeva cosa sarebbe successo nel finale e quali ultimi minuti sono stati eccezionali proprio grazie al fatto di essere seduto davanti a un grande schermo con accanto degli sconosciuti.

Sia Wright che Tarantino si sono lamentati del fatto che le piattaforme “tagliano” i crediti finali facendo apparire le finestre dei suggerimenti per il film successivo da guardare. Non sono gli unici: qualche mese fa anche il compositore compositore Daniel Pemberton si era espresso contro questa strategia. Non solo è una pratica giudicata irrispettosa, ma anche ipocrita. I due registi hanno fatto notare che le piattaforme fanno campagne perché i film vengano premiati anche nei comparti tecnici, ma non permettono che il pubblico possa vedere (non senza trafficare con il telecomando) i nomi di chi ha lavorato al film.

Tarantino si è addirittura lamentato di persona con Ted Sarandos, il quale gli ha dato ragione con un filo di imbarazzo, ma non è cambiato nulla. Non si è trattenuto inoltre dall’esprimere grosse critiche a questi modelli di distribuzione dei film consigliando YouTube per le ricerche “d’archivio” di film più antichi (non è esplicito se si riferisse all’offerta a pagamento. Sicuramente non solo a quella…). 

Il dialogo tra film e pubblico 

I due hanno elogiato Il silenzio degli innocenti come esempio di energia trasmessa dallo schermo a chi guarda. Wright ha raccontato di avere fatto diversi chilometri con gli amici per vederlo (anche il momento prima della visione, il viaggio verso la sala, è parte del gusto del cinema). Anche se era tratto da un bestseller in pochi sapevano cosa sarebbe successo. Si sentiva l’elettricità nella sala, la tensione. In particolare ricorda la scena in cui Jodie Foster capisce di essere davanti a Buffalo Bill. Alla battuta, “FBI, sei salva”, il pubblico è scoppiato in una risata di tensione. 

Una cosa simile è successo con Raw di Julia Ducournau, con il pubblico che si contorceva in ansia. 

Ci sono anche reazioni negative, come nel caso di Splice (che Edgar Wright ha adorato). Nel momento in cui il protagonista fa sesso con il mostro ibrido, una persona si è alzata e ha gridato allo schermo “ma vaff*****o”. Solo Wright applaudiva ammirato il per avere causato tale sgomento.

Tarantino ha sottolineato l’importanza del turbamento estremo. Durante una proiezione di Salò o le 120 giornate di Sodoma a cui ha assistito, una donna si è alzata e ha gridato allo schermo. Diceva che Pasolini si era meritato la morte per pestaggio nelle strade di Roma. Ogni proiezione pubblica del film raccoglie reazioni estreme e brutali, proprio come le immagini in esso contenute. Per Tarantino è il simbolo della la forza incredibile del cinema.

Sovvertire le aspettative del pubblico 

Si è parlato di sovvertire le aspettative del pubblico: per Tarantino la sua intera carriera è costruita su questo. Ci sono scene girate proprio per ottenere un riscontro forte. Se così non succede si tratta di un fallimento per il regista.

Edgar Wright dal canto suo ha detto di aspettarsi una risposta forte, ma di non sapere se e quando arriverà. Come nel caso della celebre scena del calcio in faccia alla vecchietta di Hot Fuzz, per cui ha girato delle inquadrature extra proprio perché consapevole che avrebbe fatto ridere, ma non aveva previsto quanto sarebbe piaciuta.

Tarantino sapeva che la scena dei sacchetti bianchi di Django Unchained aveva del potenziale comico. L’ha mostrata ad amici e colleghi prima che il film fosse completato, ma nessuno ha avuto una reazione particolarmente entusiasta. Una volta in sala la folla è esplosa nelle risate. Funzionava proprio perché era inserita nel contesto del film e ciò che l’ha preceduta aveva creato la giusta atmosfera nella sala.

La differenza tra suspence e terrore per Tarantino? La suspence deriva da quello che sai che sta per succedere; il terrore viene quando non vuoi vedere quello che sta per succedere. A tal proposito il regista ha citato la scena del talk show di Joker. Potete leggere qui di seguito le sue dichiarazioni:

Altri film citati dai due registi in grado di ribaltare le aspettative? Psycho, che ti fa tifare inconsapevolmente per Norman Bates; Hellraiser, sovversivo e controcorrente; Hell Night di Tom De Simone che gioca con la “mente cinematografica” per costruire la tensione e rilasciarla al momento giusto.

Il “British cinema” per Edgar Wright, Quentin Tarantino e… Martin Scorsese

Per farla breve. All’inizio dell’ultima ora di conversazione Edgar Wright ha raccontato come ha passato il lockdown. Memore del successo avuto di un suo tweet in cui aveva pubblicato la lista con i migliori film internazionali consigliati da Martin Scorsese (che potete vedere qui sotto), ha scritto all’amico regista ricevendo in cambio una lunga lista di film britannici che ogni cinefilo dovrebbe conoscere.

Tarantino aveva ovviamente ricevuto a sua volta la lista dal collega, e i due si sono confrontati in “diretta” in una vera e propria (e intraducibile) discussione cinefila. Tanti i titoli raccontati come imperdibili. Spicca, tra le molte affermazioni, quella di Tarantino che si è detto poco fan di Suspense (The Innocents), film di cui abbiamo molto parlato per raccontare la serie The Haunting of Bly Manor.

Martin Scorsese è particolarmente affezionato ai film della Hammer e Edgar Wright non ha dubbi sul perché. Il cinema britannico, visto dall’America, presenta volti e nomi noti di attori e registi che si dedicano a storie diverse. In particolare è stata lodata la pregevole fattura delle pellicole, la qualità delle maestranze che hanno creato dei film a regola d’arte.

Che cosa ne pensate della conversazione? Fatecelo sapere nei commenti!

Fonte: Empire

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