Tutto quello che Gabriele Mainetti ci ha svelato su Freaks Out durante la live di venerdì!
Durante la live di venerdì sera Gabriele Mainetti ci ha svelato molti dettagli e aggiornamenti sul suo nuovo film Freaks Out, attualmente in post-produzione
Sto componendo le musiche di Freaks Out.
Che software usi?Logic Pro. Poi Kontakt come campionatore, dove appunto mi apro delle varie librerie con le quali abbozzo una linea melodica...
E usi strumenti digitali anche per la produzione finale o c'è qualcosa di orchestrale?
Su Jeeg Robot, se lo notate, ci sono momenti orchestrali. L'orchestra andava conquistata "nel tempo": all'inizio, nei titoli di testa avevo provato a usare un organico orchestrale ma faceva ridere: la musica se lo mangiava letteralmente, la musica ha una forza incredibile. [...] Se ci fai caso, pian piano le musiche del film si arricchiscono di elementi, finché nel finale c'è questo tripudio di archi. In Freaks Out, invece, sto scrivendo direttamente sugli archi e l'orchestra.
Mentre parlavamo delle varie difficoltà che si affrontano nel produrre un film in Italia, alcuni lettori hanno domandato come mai il successo di Jeeg Robot non abbia semplificato molto la realizzazione di Freaks Out:
Ovviamente mi ha aiutato, ma quello che dico è che Freaks Out è diventato una specie di leggenda in questo. Jeeg Robot è stato faticoso perchè è stato difficile mettere insieme i pezzi produttivi e dare il via, ma poi quando abbiamo iniziato la produzione è andato avanti senza troppi problemi. Poi ha vissuto una faticosissima pesca alla distribuzione, nessuno ci credeva. Mi è stato detto "ma quello corre, corre, ma dove va?" ...ed erano persone importanti. Criticavano il fatto che insistessi troppo sui primi piani di Marinelli, mi dicevano di tagliare. Oppure dicevano che la Pastorelli era lagnosa. [...] Nel caso di Freaks Out la cosa è stata diversa, perché è un film gigantesco: è costato l'ira di dio, stiamo sopra i 12 milioni. Doveva costarne di meno, dovevamo girare meno. Ma quando abbiamo iniziato a lavorarci ci siamo resi conto che necessitava di più giorni, è veramente un kolossal. A quel punto hanno iniziato a dirci di no, perchè "questo è quello che avevamo deciso", giustamente. Io là ho detto: non mi interessa. Ho messo tutto quello che avevo guadagnato con Jeeg Robot, persino indebitandomi, e ho detto "no, facciamo così, perché il film mi sta chiamando." La famosa chiamata. Se non fossi stato ostinato, se non avessi resistito, avremmo dovuto ri-violentare la sceneggiatura per stare nel budget.
Parlando della "scoperta" di Ilenia Pastorelli come attrice in Lo Chiamavano Jeeg Robot, abbiamo chiesto a Mainetti se anche in Freaks Out pensa di aver "scoperto" qualche nuovo attore:
Sì. A livello della Pastorelli... forse sì. Sicuramente ho dato spazio a un attore che adesso si sta dimostrando abbastanza capace, gli ho permesso di tirare fuori un personaggio meraviglioso. Mi riferisco a Pietro Castellitto, che è fantastico. Siamo molto legati, è raro legare con un attore, con lui ho legato, è una sorta di fratello più piccolo.
Abbiamo poi chiesto al regista cosa ha portato con sè, dell'esperienza produttiva di Lo Chiamavano Jeeg Robot, nel realizzare Freaks Out:
Piso, Massimiliano Sturiale alle scenografie, Mary Montalto per i costumi, il mio operatore Matteo Carlesimo, Michele D'Attanasio per la fotografia, il produttore esecutivo Jacopo Saraceni, Lucky Red che inizialmente doveva distribuire ma in questo caso è diventata co-produttore, e Sara Ludovisi che è la mia assistente. E poi Santamaria. Il resto è tutto nuovo.
Nel ragionare sul fatto che Jeeg Robot non è girato in maniera cronologica, Mainetti è entrato nel dettaglio della produzione del nuovo film:
Su Freaks Out ho superato me stesso e non lo farò mai più. Ho girato scene grosse con un attore che poi se ne andava e un mese dopo giravo da un'altra parte la stessa scena, e tre settimane dopo ne giravo un altro punto di quella stessa scena... Giravo solo i campi e i controcampi li giravo un mese dopo...
Come Orson Welles!
No ma lui girava in posti diversi. Io ho girato nello stesso posto con l'attore tedesco che poteva soltanto quei tre giorni... poi andava via, poi doveva ritornare perché non avevo finito... Una follia! Se il film non ce l'hai in testa sei morto!
La parte più interessante è stata quando gli abbiamo chiesto perché il film si intitoli Freaks Out:
Il titolo iniziale del film era Freaks Out perché era un film in inglese. Quando io e Nicola Guaglianone abbiamo buttato giù il soggetto, il film iniziava in Polonia. Sulla base del soggetto, era un film da 15, 20 milioni di budget, e sulla base di quello che era costato e aveva incassato Jeeg Robot, dovevamo pensare in maniera internazionale. Avevo l'idea di mettere insieme tante nazionalità diverse, che poi è una mia fissa, quando vedrete il film capirete. Quindi pensammo al titolo Freaks Out. Ed è rimasto così... anche se non mi sembra propriamente giusto. "Freak fuori", perchè sono gli outsider allo sbando, ma anche perché "freak out" significa impazzire. C'è la follia, dentro al film. Ma in italiano... uno di Gubbio... come fa a capire che film è basandosi su questo titolo? Quindi molto probabilmente aggiungeremo un sottotitolo. Ormai è conosciuto come Freaks Out, ma metteremo anche un sottotitolo. Io e Nicola volevamo chiamarlo C'era una volta a Roma, poi è uscito C'era una volta a Hollywood!
Alla fine del commento, abbiamo chiesto a Mainetti cosa stia facendo in questi giorni di quarantena:
Sto componendo la musica di Freaks Out. [...] Ci sono delle persone che mi dicono che è un momento meraviglioso per ritrovare se stessi. Ma io credo tanto in quello che ha detto Calvino: l'artista è l'antenna della società. Io non mi reputo un artista, ma ho un certo tipo di sensibilità per potermi cimentare in quello che è il percorso dell'artista. In questo momento non si sta particolarmente bene, e non riesco a essere minimamente creativo. Sono troppo arrabbiato. La mia compagna, e la mamma del mio bambino, è dovuta andare via di casa: è un'ostetrica e lavora in ospedale. È una situazione molto complicata e non riesco a essere così felice. Provo a fare le musiche di Freaks Out: oggi sono riuscito a fare qualcosa, ma negli ultimi quindici giorni è stato davvero difficile.
L'uscita di Freaks Out al momento è fissata ancora a ottobre, e il regista ci ha parlato un po' dei vari slittamenti e delle ipotesi dei festival che avrebbero potuto presentare la pellicola:
In realtà Freaks Out, nella migliore delle ipotesi, doveva essere già uscito. All'inizio parlavamo del 2 novembre 2019. Poi abbiamo pensato al 30 gennaio, poi ci siamo detti: andiamo a Berlino. La Berlinale ci ha chiamati, divevano di voler vedere il film per primi. Ci stavamo preparando per Berlino ma gli effetti visivi ci hanno rallentato. Ci sono 1850 inquadrature post-prodotte con effetti visivi, cui stanno lavorando tre società. Ci siamo detti: proviamo Cannes, ma anche per Cannes non ce l'avremmo fatta. Poi è esplosa l'emergenza Covid, quindi non sarebbe stato comunque possibile. La data d'uscita del film è il 22 ottobre, ma vediamo come l'industria cinematografica risentirà di quest'emergenza, tutti i film americani che dovevano uscire adesso verranno spostati all'autunno, e quindi forse Freaks Out potrebbe slittare. Capiamo intanto quando potremo uscire di casa e quando ripartirà il cinema.
[...] Io sto lavorando sulla musica e su "una cosa" sulla quale lavoro da due anni e mezzo... che è quasi pronta. Speriamo di tornare presto a lavorare e di tornare presto al cinema. Iniziative come la vostra sono un modo molto bello e interessante di affrontare la quarantena, ma... ci manca la sala.
Freaks Out è scritto dallo stesso Mainetti e da Nicola Guaglianone. Michele Braga e lo stesso Mainetti hanno firmato le musiche.
Il cast comprende Aurora Giovinazzo, Claudio Santamaria, Pietro Castellitto e Giancarlo Martini nella parte dei 4 protagonisti e Max Mazzotta, Giorgio Tirabassi e Franz Rogowski come co-protagonisti. Nel cast anche Francesca Anna Bellucci, Michelangelo Dalisi, Eric Godon, Emilio De Marchi, Anna Tenta, Astrid Meloni, Olivier Bony.
Il film è co-prodotto da Goon Films, Lucky Red con Rai Cinema e la belga Gapfinders.
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