True Lies, il film che quasi uccise Schwarzenegger

True Lies è il primo film costato più di 100 milioni di dollari della storia, ma è anche un’esperienza dalla quale Schwarzy rischiò di non uscire vivo

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True Lies va in onda su 20 Mediaset questa sera alle 23:52

 True Lies è uno di quei film per descrivere il quale bisogna usare spessissimo la parola “primo”: dal costo agli effetti speciali passando per il lavoro del suo regista, il film del 1994 non è solo un thriller ma una collezione di prime volte. È anche uno dei migliori rappresentanti del genere di tutti gli anni Novanta, uno dei migliori remake di sempre e, stando a quanto racconta il suo protagonista, un’esperienza che rischiò di ucciderlo. 

True Lies e La Totale!

Remake di una commedia francese intitolata La Totale!, True Lies racconta la storia di Harry Tasker (Schwarzenegger), un tizio tranquillo che vende computer e che nel tempo libero, in quanto prototipo del signore di mezza età senza grilli per la testa e dedito solo al suo lavoro, annoia mortalmente la moglie Helen (Jamie Lee Curtis) e la figlia Dana (Eliza Dushku). Tutto ciò, in un ribaltamento del classico tema dell’identità segreta, lo scopriamo dopo aver assistito a un esempio pratico di quello che Tasker fa per davvero nella vita: è una spia, che lavora per l’agenzia governativa segreta Omega Sector insieme agli agenti Gib e Faisil (Tom Arnold e Grant Heslov).

Tasker, come racconta la prima sequenza del film, è un James Bond con il fisico da Mister Universo, ed è pure ballerino di tango, esperto di cucina, poliglotta e perfettamente in grado di assumere qualsiasi identità gli serva per portare a termine la sua missione. I primi quindici minuti del film – un’infiltrazione in una villa di lusso e super-protetta, un tango con Tia Carrere, esplosioni, un inseguimento a bordo di motoslitte... – assomigliano a quella che sarebbe la scena finale in altre opere con meno ambizioni e meno soldi; ma True Lies era il primo film della neonata Digital Domain, la compagnia di produzione di effetti speciali fondata proprio da Cameron, e il regista di (all’epoca) Aliens, The Abyss e Terminator 2 ci teneva a mostrare i muscoli fin da subito.

True Lies Schwarzenegger

True Lies e il terrorismo

Non che il resto sia stato fatto al risparmio, anzi: True Lies è il primo film della storia la cui produzione è costata più di 100 milioni di dollari (nonché il primo di Lightstorm Entertainment a venire distribuito da 20th Century Fox), e Cameron si impegna al massimo per non sprecare neanche un centesimo. La storia è di quelle che oggi non si potrebbero più girare (non lo diciamo noi, lo sostengono sia Cameron sia Curtis): Tasker scopre che un gruppo di terroristi arabi ha sequestrato alcune testate nucleari e le ha trasportate negli Stati Uniti all’interno di antiche statue persiane, e ha intenzione di farle detonare in giro per l’America a meno che quest’ultima non abbandoni la Guerra del Golfo.

Un classico, seppure un po’ eccessivo, setup da spy story, in parallelo al quale corre un’altra vicenda, quella personale di Tasker – che scopre che la moglie ha una storia con un altro tizio, Simon (Bill Paxton), che di fatto è l’anti-Tasker, un venditore di auto usate che si spaccia per agente segreto per sedurre le donne. True Lies è quindi sì un film sul salvare il mondo dai cattivi terroristi arabi, ma anche sul salvare un matrimonio, che peraltro è in crisi per colpa di un tizio che dice e non fa e che quindi fa più colpo di un tizio che fa e non dice; è uno spy thriller ma è anche una commedia romantica, con tutti gli archetipi al posto giusto, dal collega saggio alla figlia ribelle.

È pure il primo (e finora unico) film della carriera di Cameron a sfociare esplicitamente in territori comedy, e in questo è aiutato non solo da una delle migliori attrici brillanti della sua generazione (Jamie Lee Curtis) ma anche, forse soprattutto, dall’ex Conan ed ex governatore della California. Che con il genere aveva già giocato in Un poliziotto alle elementari e soprattutto Last Action Hero, e che con True Lies conferma che nella rivalità artistica con Sylvester Stallone (che in quegli anni ci aveva provato con Oscar e Fermati, o mamma spara!) è lui a uscirne vincitore, almeno quando si tratta di fare commedia. L’alchimia tra le due facce del film è perfetta, come se True Lies fosse stato scritto da Shane Black in incognito: per ogni montaggio sontuoso di esplosioni e inseguimenti e virtuosismi registici c’è una scena brillante e interpretata come se fossimo in un film di Rob Reiner, e ovviamente quando i due estremi collassano per il terzo e ultimo atto True Lies trascende definitivamente verso quel Valhalla popolato dai vari Arma letale e L’ultimo boyscout.

Jamie Lee Curtis

Quel cavallo...

A posteriori, uno dei dettagli più incredibili su True Lies è il fatto che non sia stato un film problematico; che nonostante i costi per l’epoca spaventosi e la presenza di svariate superstar (sul set e sulla sedia del regista) sia andato tutto liscio, che il film venga ricordato con affetto da quasi chiunque ci abbia lavorato – quasi perché due anni fa Eliza Dushku raccontò di essere stata molestata sul set dallo stunt coordinator Joel Kramer, che si è poi scoperto non essere nuovo a certi abusi. Scavando un po’ negli archivi siamo riusciti a trovare un altro aneddoto sulla produzione, raccontato questa volta da Schwarzenegger in persona e che vi farà guardare almeno una scena del film con occhi diversi. Lo trovate nientemeno che in un AMA (Ask Me Anything) di sei anni fa su Reddit, una di quelle iniziative durante le quali una persona famosa risponde in diretta alle domande poste dalla gente.

Il link diretto al commento incriminato è qui: l’utente GovSchwarzenegger (se volete la prova che è davvero lui andate qui) racconta che, durante la preparazione della scena del cavallo, uno degli operatori colpì per sbaglio l’animale sul muso con un braccio della macchina da presa. L’animale si imbizzarrì e cominciò a scalciare e avvicinarsi pericolosamente al cornicione del palazzo su cui si stava girando la scena, a 30 metri da terra; Schwarzenegger racconta di essere sceso di sella il più velocemente possibile e di essere stato afferrato e salvato prima di cadere da uno stuntman che lo stava tenendo d’occhio (“Ecco perché amo gli stuntmen” chiosa nel post). Questa sera, quando riguarderete quella scena, vi sfidiamo a non provare un genuino brivido di paura...

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