Il trionfo di David Cronenberg: 30 anni fa volava in sala La Mosca

Sono passati 30 anni dal 15 agosto 1986, giorno che segnò il debutto nelle sale USA di La Mosca di David Cronenberg

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Spoiler Alert
Per molti si trattò di una cruda metafora dell'Aids, malattia che nel 1986 ossessionava gli Stati Uniti d'America e non solo. Per David Cronenberg il suo durissimo remake de L'Esperimento Del Dottor K (1958) aveva più a che fare con la mortalità e il processo di decadimento del fisico umano nonché con i pericoli di quel tipo di intellettualismo spinto che il piccolo David aveva sperimentato a casa grazie a mamma musicista Esther e papà scrittore Milton.
Comunque la mettiate... l'uscita in sala de La Mosca nell'estate del 1986 fu un vero e proprio shock cinematografico che attraverso vari elementi ne fece un film popolarissimo, vincitore di un Oscar e sulla bocca di tutti in quel periodo.

Cronenberg era già uscito dalla nicchia canadese di produzioni di horror brillanti e intellettualmente provocatori come i suoi primi Il Demone Sotto La Pelle (1975), Rabid (1977), Brood - La Covata Malefica (1979), Scanners (1981) e Videodrome (1983). Era già nato il sodalizio con Dino De Laurentiis con il quale aveva realizzato il buon adattamento da Stephen King La Zona Morta (1983). Il canadese era impegnato nella preproduzione di quello che sarebbe dovuto essere il nuovo film con l'italiano ovvero Atto Di Forza quando il produttore che non ti aspetti... lo chiamò.

Mel Brooks amava il macabro. E amava la follia. Aveva già lanciato come produttore quel buffissimo, parole sue: "James Stewart proveniente da Marte" al secolo David Lynch con il successone The Elephant Man (1980). Con La Mosca voleva replicare in fatto di disturbo della quiete pubblica.

Tirato dentro dal produttore amico Stuart Cornfeld, Brooks partecipava al piano di affrontare L'Esperimento Del Dottor K (1958) di Kurt Neumann, tratto dall'omonimo racconto di George Langelaan uscito sulle pagine di Playboy nel 1957, adattandolo alla sensibilità ed effettistica speciale dell'epoca.

Quando Cronenberg entrò nel progetto c'era già una sceneggiatura bella e finita firmata Charles Edward Pogue. Al canadese non piaceva più di tanto. Lui voleva concentrarsi ancora di più sul processo di trasformazione da uomo a mosca dello scienziato Seth Brundle (Jeff Goldblum) enfatizzando la transizione fisica, intellettuale e soprattutto psicologica. Nella versione di Cronenberg tutto diventa più esibito, drammatico, intenso e brutale con la fidanzata dello scienziato Veronica Quaife (Geena Davis) disperatamente al fianco del protagonista fino ai limiti di sopportazione del processo di mutazione.

Il film diventa un pugno sullo stomaco in fatto di lentissima e disturbante ripresa del cambiamento di Brundle da uomo a mosca dopo un tentativo finito molto male di sperimentare il teletrasporto su se stesso. Ancora oggi il segreto di questo capolavoro è l'idea di non darci minimamente la soddisfazione di vedere un risultato preciso dell'orrore davanti ai nostri occhi e delineato nella nostra mente. Questo mostro è sfatto, poco solido e malato a sua volta.

Ci spieghiamo meglio: La Mosca di Cronenberg è, anche quando Brundle si avvicina sempre di più all'identità di creatura antagonista rispetto all'ordine naturale delle cose, qualcosa di assolutamente straziante perché sempre non finito, doloroso, incompiuto, storto, deficitario. Il corpo viene prima osservato meticolosamente dallo stesso Brundle allo specchio con la dialettica di repulsione/piacere tipica dell'adolescente di fronte ai cambiamenti epidermici del proprio vestito organico e poi, grazie a una macchina da presa distaccata e crudele, portato a lentissima e snervante consunzione con l'innamorata alla ricerca della salvezza fisica e spirituale del protagonista come da horror romantico si conviene.

Era il momento per l'uomo che voleva diventare scrittore e amava il cinema di Antonioni di spingere sul make up e la produzione mainstream targata, in distribuzione, nientemeno che 20th Century Fox. Si poteva portare davanti a più occhi possibili la sua nuova durissima La Mosca grazie all'indispensabile supporto di Chris Walas e Stephan Dupois nei prodigiosi effetti speciali prostetici degni di un Oscar nel 1987.

La Mosca è dunque anche una tappa gloriosa di un percorso di rivisitazione della tradizione horror o science-fiction del passato attraverso lo sguardo di nuovi registi e brillanti artisti dell'effettistica speciale.

John Landis e Joe Dante avevano cinematograficamente rivoluzionato la trasformazione da uomo in lupo mannaro senza stacchi al montaggio grazie rispettivamente a Rick Baker per Un Lupo Mannaro Americano a Londra (1981) e Rob Bottin per L'Ululato (1981).

Rob Bottin, ancora lui, aveva creato un nuovo raccapricciante alieno trasformista per il remake de La Cosa (1982) firmato Carpenter.

In quel 1986, le unghie cadevano, la pelle si staccava strato dopo strato, la crosta rotta procurava piacere, il pus circondava gli occhi, i denti venivano sostituiti da qualcos'altro e nonostante tutto ciò... lo scienziato Seth Brundle continua a cercare di usare la parola anche se dal punto psicologico... i discorsi si facevano folli come questo:

"Gli insetti non hanno diplomazia, sono molto brutali, non hanno comprensione, non hanno compromessi: non c'è da fidarsi degli insetti. Io, invece, avrei voluto diventare il primo insetto politico. Io... sto dicendo che sono un insetto che aveva sognato di essere un uomo e gli era piaciuto. Ma adesso il sogno è finito, e l'insetto è sveglio".

Alle prime proiezioni in quel di Toronto qualcuno vomitò e Cronenberg fu costretto a tagliare qualcosina (la famosa scena di Brundle che cerca di fondere insieme un babbuino e un gatto) di sua spontanea volontà cercando di proporre il materiale più forte e fedele possibile alla sua idea senza compromettere il rapporto con Mel Brooks & 20th Century Fox.

Il risultato lo conoscete. Lo lessero come metafora dell'Aids ma allo stesso tempo La Mosca sfruttò il divismo cui erano arrivati gli attori protagonisti Jeff Goldblum e Geena Davis, i quali si sposarono nel 1987 per divorziare abbastanza presto già nel 1990. Era il momento d'oro della carriera di un Goldblum inusualmente star per poi diventare beniamino delle nuove generazioni nei '90 grazie ai suoi ruoli da non protagonista in Jurassic Park (1993) e Indipendence Day (1996).

Il suo scienziato sexy e pericoloso Seth Brundle è ancora oggi un concentrato di ammaliante e articolata hybris. Guardare il curioso piacere con cui esplora il suo corpo in orribile transizione mette i brividi.
Puro body horror.
Puro Cronenberg d'annata 1986.

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