The Town vincitore morale al Lido
Venezia 67, Giorno 8 - La pellicola di Ben Affleck ha ottenuto grandissimi consensi a Venezia, compresa un'applauditissima conferenza stampa, mentre non convince Cirkus Columbia del premio Oscar Danis Tanovic...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Perché The Town non era in concorso? E' la domanda che ci siamo posti in molti questa mattina, dopo aver visto lo splendido film di Ben Affleck e soprattutto ricordandoci dei tanti titoli poco convincenti passati in competizione.La risposta è semplice: non ha voluto la Warner, che di norma preferisce non rischiare il passaggio al concorso di Venezia. Scelta che generalmente posso capire, ma che in questo caso non mi sembra azzeccatissima, considerando che è veramente difficile pensare che The Town sarebbe tornato a casa a mani vuote.
D'altronde, gli enormi applausi ottenuti all'affollatissima conferenza stampa dimostrano quanto sia stato amato questo titolo e i suoi creatori. In questo senso, è incredibile vedere l'entusiasmo che ha ottenuto Jon Hamm, poco conosciuto al grande pubblico, ma che per gli addetti ai lavori è un mito grazie al ruolo di protagonista di Mad Men (su cui sono state fatte almeno tre domande, pazzesco). Per farvi capire il grado di entusiasmo, vi basti sapere che alla fine delle domande, il 90% dei giornalisti si è fiondato su di lui per un autografo, trascurando le altre star.Per quanto riguarda le dichiarazioni, ovvio che i giornalisti italiani sbaveranno per l'omaggio a Gomorra di Ben Affleck, che ha confessato essere stato un punto di riferimento per il suo lavoro. La dichiarazione conferma quanto è stato amato il titolo di Garrone in giro per il mondo, ma speriamo che qualcuno non la utilizzi per fare discorsi generali sul cinema italiano. Più divertente la rivelazione di Jeremy Renner sull'indicazione che gli avrebbe dato Ben Affleck per la sua interpretazione: "don't suck".
Insomma, per ora (proiezioni di The Town e Zebraman 2, conferenza del primo) una grandissima giornata al Lido, sperando che l'altro film di Miike, 13 Assassins, che partecipa al concorso e che vedremo stasera, la renda leggendaria...
Cirkus Columbia
Danis Tanovic, a quasi dieci anni dal premio Oscar per il miglior film straniero grazie a No Man’s Land, torna a parlare del conflitto nei Balcani. Lo fa con una piccola storia, più che sulla guerra, su come una nazione un tempo unita abbia potuto generare tragedie enormi.
La vicenda infatti si svolge in una cittadina bosniaca, in cui il Grande conflitto deve ancora arrivare, ma che intanto è testimone di quello che avviene quando un immigrato in Germania torna in patria con la giovane futura moglie, dopo aver lasciato a casa la vera moglie e un figlio.
Inutile dire che l’elemento metaforico la fa da padrone, tra scontri padre-figlio, ex sposi ed esercito-polizia. Il problema è che non è ben chiaro cosa voglia fare Tanovic. A tratti è una satira, ma si ride poco ed è troppo pesante per convincere. E quella che dovrebbe essere una storia avvincente, con personaggi a cui affezionarsi, non centra l’obiettivo.
Per non parlare del rapporto figlio-matrigna, fin troppo scontato e superficiale. Alla fine, hai l’impressione di aver visto esattamente il film che ti aspettavi, senza scossoni e sorprese. Cosa che non è mai positiva...
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