Tom Clancy’s The Division 2, per fortuna, sarà un more of the same – Hands-on

Grazie alla beta abbiamo potuto testare tutte le qualità di Tom Clancy’s The Division 2

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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For Honor e Tom Clancy’s Rainbow Six Siege sono l’empirica dimostrazione che l’età non conta (o quanto meno conta relativamente) anche nel supersonico mondo dei videogiochi che abbracciano il mondo console. Il tenace e longevo supporto di Ubisoft, nei confronti delle sue amate creature, è la lampante testimonianza della riconoscenza che il publisher francese nutre verso il suo pubblico, fan che hanno sì ingoiato pillole amare, come lo zoppicante Assassin’s Creed Unity, ma la cui fedeltà viene sempre più spesso premiata, per l’appunto, con un supporto continuativo e notevole verso produzioni magari lanciate sul mercato frettolosamente, ma maturate a suon di update.

Accadde la stessa cosa con l’originale Tom Clancy’s The Division, claudicante al day one, oggi impreziosito da un raffinato gameplay e da un perfetto bilanciamento, proprio adesso che sta per cedere il testimone al sequel, nonostante un’ancor nutritissima schiera di appassionati che giornalmente continuano imperterriti ad occupare il server del gioco.

Eppure, un cambio drastico, piuttosto che l’ennesimo aggiornamento, per una volta è una strategia che ci sentiamo di approvare e supportare appieno, non fosse altro che il particolarissimo shooter-RPG improntato al multiplayer di Ubisoft merita un pubblico più ampio, oltre che di godere dell’ammirazione di molti sin dall’esordio.

[caption id="attachment_193387" align="aligncenter" width="1000"]Tom Clancy's The Division 2 screenshot A detta degli sviluppatori, la planimetria di Washington D.C. ha offerto un maggior grado di libertà creativa per quanto concerne il level design, rispetto a quella di New York[/caption]

More of the same, insomma, ma per un motivo ben preciso, anche solo per lanciare un segnale, tracciare una transizione importante, instradare l’esperienza verso nuovi traguardi, ancor più ambiziosi rispetto a quelli toccati dal predecessore.

Cambia l’ambientazione, dunque, ma non la sostanza. Washington D.C., che prende il posto della diroccata New York, è il nuovo campo di battaglia scelto dagli sviluppatori per inscenare la lotta, disperata, degli Agenti contro chi vuol vedere il mondo bruciare una volta per tutte, minacciando l’integrità delle piccole comunità che stanno cercando di ricostruire il mondo, dopo l’Apocalisse in formato virus mortale che ha spazzato via buona parte della popolazione mondiale."Il gameplay incatena praticamente ogni azione alla ferrea intransigenza dei numeri"

La beta, se non altro, non si perdeva in convenevoli, gettandoci immediatamente nella mischia, dopo aver creato velocemente il nostro alter ego tramite un editor poco attento ai dettagli. Poco male, visto che abbiamo apprezzato fin da subito il ritrovato comparto ludico, figlio di uno straordinario compromesso tra istanze action e ambizioni ruolistiche.

Il gunplay si affida alle coperture, ad un sistema di controllo fluido e ad un ottimo feedback dei colpi esplosi per estasiare l’amante degli sparatutto. Il gameplay, dal canto suo, incatena praticamente ogni azione alla ferrea intransigenza dei numeri. L’equipaggiamento assorbe tanti danni, quanti ne prevedono le relative statistiche. Un headshot causa danni critici, ma non è per forza mortale. Gadget come torrette piazzate e bombe a ricerca si utilizzano rispettando i tempi di cooldown.

Persino ricaricare è un’operazione che, più che in altre produzioni, lascia completamente inermi, come se si attendesse la conclusione del turno degli avversari, prima di poter tornare completamente operativi, in grado di rispondere al fuoco nemico.

Questa sensazione è veicolata soprattutto da un certosino lavoro di level design, tale per cui le forze ostili, per quanto mosse da un’I.A. relativamente rudimentale, si pongono come obiettivo principale quello di accerchiare e fiancheggiare il protagonista. Diventa quindi prioritario fiaccare l’avanzata dell’avanguardia, costringere i soldati a cercare riparo, dosando il fuoco di sbarramento, calcolando i tempi di ricarica, studiando attentamente come, quando e dove spostarsi sul campo di battaglia.

Non c’è alcun turno, non ci sono “mosse”, eppure il gameplay è intimamente e segretamente ritmato e cadenzato da tempistiche specifiche che regalano un gusto assolutamente inedito alla produzione Ubisoft.

[caption id="attachment_193388" align="aligncenter" width="1000"]Tom Clancy's The Division 2 screenshot I server hanno risposto generalmente bene in questa demo, nonostante non siano mancati alcuni piccoli problemi. Nulla di catastrofico o totalmente inaspettato comunque[/caption]

Come già anticipato, il level design gioca un ruolo primario. Soprattutto all’esterno, le tante strade percorribili, le numerose coperture offerte da ogni scenario, non solo offrono innumerevoli anfratti dove cercare loot, ma permettono di muoversi strategicamente in silenzio, prima di colpire con fermezza le forze ostili.

In co-op, con altri utenti pescati dalla rete, è un’autentica goduria abbattere interi gruppi di soldati, unendo le forze in un attacco congiunto e frontale.

L’anima ruolistica, inoltre, si inspessisce ulteriormente non appena si fa il proprio ingresso alla Casa Bianca, rudere sfruttato dagli Agenti come quartier generale. Negozi e specialisti di ogni genere, naturalmente, vi daranno il loro supporto sotto forma di nuovo equipaggiamento o item con cui potenziare quello già in proprio possesso.

Al momento possiamo solo immaginare cosa sarà Tom Clancy’s The Division 2 una volta sul mercato, soprattutto per quanto riguarda l’end game e ciò che offrirà il PvP. Di sicuro è lecito aspettarsi un gameplay conservativo, votato a migliorare ulteriormente alcune meccaniche e ad esaltarne altre.

Ciò che è certo è che questa beta ci ha piacevolmente allietati, confermandoci ancora una volta la bontà della struttura ludica su cui si poggia il gioco. Manca un mese alla release dello shooter, ma noi siamo già in balia dell’hype.

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