Time Bandits e le origini della nuova serie TV disponibile su Apple TV+

In occasione dell'uscita di Time Bandits scopriamo insieme "I banditi del tempo", film alla base della nuova serie Apple

Condividi

Da pochi giorni sono disponibili su Apple TV+ i primi due episodi di Time Bandits, nuovo serial televisivo ideato da Taika Waititi, Jemaine Clement e Iain Morris. Gli autori di “What We Do in the Shadows” e di “The Inbetweeners” hanno unito le loro forze per raccontare la storia del giovane Kevin, un ragazzino amante della storia che si trova catapultato in un’avventura sospesa tra viaggi nel tempo e entità mistiche decise a darsi battaglia fino alla fine dei tempi. Al suo fianco, un manipolo di scavezzacollo in fuga dopo aver rubato una misteriosa mappa a colui che risponde al nome di “Essere Supremo”.

Come dite? La trama vi sembra familiare, ma non riuscite a ricordare dove avete già vissuto un’avventura come questa? Ci pensiamo noi a sciogliere ogni vostro dubbio.

Time Bandits è infatti uno show basato sull’omonimo film di Terry Gilliam uscito nel 1981 e noto in Italia come “I banditi del tempo”. Un film bizzarro, divenuto famoso per l’inimitabile umorismo dei Monty Python e per alcuni cameo rimasti poi nella storia, tra i quali spicca sicuramente quello di Sean Connery. Ma quali sono le origini di questa pellicola risalente ormai a quarantatré anni fa? Merita di essere recuperata ancora al giorno d’oggi e, in caso di risposta positiva, dove è possibile trovarla? Domande legittime, alle quali abbiamo deciso di rispondere in questo articolo. Dopotutto stiamo parlando di una piccola gemma degli anni Ottanta che è rimasta sepolta per troppo tempo e che, grazie a questa nuova serie Apple è finalmente possibile riscoprire.

UN FILM CHE HA FATTO LA STORIA

Partiamo dalle basi: per capire “I banditi del tempo” è necessario sapere chi sono i Monty Python. Stiamo parlando del gruppo di comici britannico composto dallo stesso Terry Gilliam, da Michael Palin, Graham Chapman, John Cleese, Eric Idle e Terry Jones. Un gruppo che ha fatto dell’umorismo intelligente e irriverente il proprio punto di forza, dando alla vita capolavori come “Brian di Nazareth” e “Monty Python e il Sacro Graal”. Con questa base di partenza, possiamo comprendere il fascino di assistere a un film per famiglie scritte da Gilliam e da Palin, due membri del team. Una scelta che permise ai due autori di raccontare una storia semplice, ma farcita di gag, immaginazione e follia.

A quanto pare, l’idea di questa pellicola piacque molto anche all’ex-Beatle George Harrison, che finanziò il film tramite la sua casa di produzione HandMade Films. Una mossa alquanto saggia, dato che non solo la critica apprezzò il risultato finale, ma anche il pubblico ne rimase particolarmente entusiasta. Si parla di un incasso totale di quasi 43 milioni di dollari, con un budget di partenza di soli 5 milioni. Uno dei punti di forza de “I banditi del tempo”, infatti, è proprio la gestione economica del film, che permise a Gilliam di dare vita a un viaggio fantastico creato con effetti speciali “fatti in casa” e giocando con la telecamera come solo i migliori registi sanno fare.

Il mix tra umorismo slapstick per i più giovani e la (non troppo) velata critica alla società ha fatto il resto, lasciando gli spettatori di tutto il mondo con il sorriso sulle labbra per le quasi due ore di durata del film.

UNA SOLIDA BASE DI PARTENZA PER LA SERIE TV

Come potranno confermare coloro che hanno visto i primi due episodi di Time Bandits, lo show disponibile su Apple TV+ prende la stessa storia vista nel film di Gilliam e tenta di espanderne la narrazione. Questa volta, però, non troviamo sei nani a invadere la camera del giovane Kevin, quanto un gruppo variegato di banditi del tempo. Nonostante questa modifica sia di per sé ininfluente, è innegabile che l’alchimia tra gli attori del lungometraggio sia nettamente migliore rispetto a quella vista nella serie TV. Lo dimostrano le battute e i diversi momenti di interazione tra i membri del gruppo, che si muovono e agiscono quasi come fossero un’unica entità. Discorso diverso per il team del serial televisivo guidato da Lisa Kudrow, che appare sì più differenziato, ma anche meno unito.

Nonostante la medesima base di partenza e l’idea di fondo rimanga pressoché identica, “I banditi del tempo” differisce da “Time Bandits” anche per le epoche visitate dal gruppo. Nel film, infatti, incontriamo personaggi come Napoleone, Agamennone e Robin Hood, interpretati rispettivamente da Ian Holm, Sean Connery e John Cleese. Visto il budget nettamente maggiore, la serie permette allo spettatore di visitare ambienti visivamente più impattanti, come l’antico Messico tanto caro al popolo Maya. Insomma: è chiaro che tra i due prodotti ci sia un “rapporto di parentela”, ma è ancora più evidente come lo stile dei Monty Python sia impossibile da replicare. Ma immaginiamo che nessuno si stupisca di questa affermazione, giusto?

HA SENSO RECUPERARE “I BANDITI DEL TEMPO” NEL 2024?

Nel momento in cui stiamo scrivendo questo articolo, “I banditi del tempo” è disponibile su Amazon Prime Video senza la necessità di iscriversi a qualche ulteriore piattaforma. Il nostro consiglio è quello di approfittarne e scoprire così una chicca degli anni Ottanta, facendo però attenzione a una caratteristica: il fatto che la pellicola sia stata girata nel 1981. Può sembrare una banalità, ma tempi comici, ritmi narrativi, messa in scena e dinamiche tra i personaggi funzionavano in modo molto diverso rispetto alle produzioni più moderne.

Nel caso del film di Gilliam vediamo un primo atto estremamente rapido, che getta un Kevin che ancora non conosciamo all’interno dell’avventura. Qualcuno potrebbe considerare la scelta una mancanza di cura nella scrittura, ma quel qualcuno si sbaglierebbe. Si tratta della tecnica del “show don’t tell”, che permette agli autori di raccontare i personaggi mentre compiono delle azioni, piuttosto che attraverso descrizioni o momenti più lenti.

È difficile, poi, rimanere indifferenti di fronte ad alcuni cameo di attori famosi. Attori che si trovano a recitare battute assurde e divertenti, in grado di strappare più di una risata anche al giorno d’oggi. Insomma: se siete incuriositi da Time Bandits e volete scoprire quali siano le sue origini e perché Apple abbia deciso di approvare questa nuova serie TV, ora potete farlo. Se, come speriamo, finirete per innamorarvi dell’umorismo britannico dei Monty Python, potrete poi recuperare la loro intera filmografia, scoprendo (o riscoprendo) così l’incredibile chimica da questo immortale gruppo di comici.

E voi che cosa ne pensate? Avete mai visto “I banditi del tempo”? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o, se preferite, attraverso i canali social di BadTaste (TikTok incluso).

Continua a leggere su BadTaste