Thelma & Louise e il diritto di sbagliare

Thelma & Louise di Ridley Scott ci dice che le scelte sbagliate contano quanto quelle giuste per definire una persona

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Thelma & Louise è su Amazon Prime Video

Parlare di Thelma & Louise senza parlare di femminismo è come parlare di Jurassic Park senza parlare di dinosauri – ed è esattamente quello che faremo. Perché la questione è dibattuta fin da quando il film uscì al cinema nel 1991, è già stata sviscerata da gente ben più competente di noi sull’argomento, e soprattutto è già stata sostanzialmente risolta: quello di Ridley Scott non è un generico road movie che parla di libertà e fuga dagli schemi, ma un’opera che parla specificamente di donne e della loro condizione – trenta e passa anni fa, ma tutto sommato anche oggi. Non avremmo nulla di decisivo da aggiungere alla questione, per cui proveremo a parlarne da un altro punto di vista: Thelma & Louise è (anche) un film universale perché parla di errori, e nello specifico del diritto allo sbaglio, e di conseguenza del rifiuto di un’idea di perfezione che fino agli anni Novanta era stata presentata come unico possibile modo di stare al mondo (e che proprio il decennio del grunge e dell’eroina distruggerà completamente).

Thelma & Louise & la critica

Lo spunto per questo ragionamento ci è venuto andando a rileggere un po’ di recensioni del film, sia quelle datate 1991 sia quelle uscite nei trent’anni successivi. Di una, quella di Roger Ebert, vi avevamo già parlato qui, in un pezzo che spiega tutto quello che dovete sapere sul film e in particolare sul suo finale. La “nostra” è invece quella, uscita nel 2016, dell’oggi critico del Wall Street Journal Kyle Smith, che al tempo sul New York Post scrisse che “come film femminista, Thelma & Louise fallisce miseramente”. Ci interessa in particolare questo passaggio, che traduciamo al volo per comodità: “Il film funziona meglio se lo reimmaginate come una storia misogina a proposito di due donne incredibilmente sciocche che sotto pressione perdono gli ultimi brandelli di ragione e subiscono la punizione finale”.

Ci sono ovviamente un miliardo di crepe in questa descrizione, che in ultima analisi sembra suggerire che il problema di Thelma & Louise sia che queste due scriteriate non si accontentano di quello che la vita ha offerto loro – che non siano capaci di starsene in cucina a preparare il caffè a un marito assente o a un amante poco raccomandabile, e che per questo vengono punite con la morte. È un punto di vista problematico da qualunque angolo lo si guardi, e che dimostra una scarsa comprensione di quello che il film di Ridley Scott passa due ore a dimostrare. Ma è interessante perché almeno una cosa giusta la dice: Thelma e Louise diventano via via più (virgolette d’obbligo) “irrazionali” nel corso del film, accumulando una scelta sbagliata dopo l’altra. Ed è il motivo per cui funziona!

Errori involontari

Funziona innanzitutto perché le “scelte sbagliate” che le due compiono nel loro viaggio per l’America (rapinare un supermercato, minacciare un agente di polizia, et cetera) sono in realtà una reazione a un’altra categoria di “scelte sbagliate”, quelle delle quali le due protagoniste sono vittime e schiave. Certo, si potrebbe rinfacciare a Thelma di essersi sposata l’uomo sbagliato, ma è veramente un errore o piuttosto, come il film dimostra attivamente scena dopo scena, un’inevitabilità della quale il personaggio di Geena Davis è rimasta vittima? Il punto è che quando Thelma & Louise inizia, le due protagoniste sono già al punto di non ritorno, anche se non lo sanno o non se ne accorgono. Una si è sposata troppo giovane, l’altra sta diventando troppo vecchia per farlo. Nessuna delle due fa quello che sognava di fare da piccola.

Nessuna delle due vive in una favola.

È il classico protocollo del road movie, applicato in tutte le sue variazioni possibili, da Easy Rider a Scappo dalla città – La vita, l’amore e le vacche passando per Natural Born Killers e La casa del diavolo (che non a caso sul finale cita proprio questo film). Ma è applicato a due donne che non se lo meritano, che stanno già abbastanza male per conto loro, e che soprattutto non hanno alcuna forma di preparazione o premeditazione, e si ritrovano costrette a improvvisare e improvvisarsi. Ed è qui che inizia la seconda parte del discorso, quella sugli…

… errori volontari di Thelma & Louise

In estrema sintesi, il film di Ridley Scott è la storia di come, comportandosi sempre peggio, due donne scoprano la loro vera personalità e finalmente esplodano in tutta la loro potenza (distruttiva, in questo caso). Pensate solo a come comincia tutto quanto: Louise non spara all’orrido Harlan, lo stupratore del parcheggio, quando lo becca durante l’atto. Gli spara quando questo non se ne sta zitto, e pur trovandosi a pochi centimetri dalla canna di una pistola non riesce a rinunciare a essere un maschio tossico e a provare a ribadire la propria superiorità. Gli spara quando la minaccia è passata, e quello che rimane è l’arroganza di un tizio che preferisce la morte alla demascolinizzazione. È uno dei colpi di pistola più meritati della storia del cinema, e al contempo è la dimostrazione che le due si avviano a passare il limite. È un omicidio non per necessità, ma per esasperazione, e soprattutto per tenere il punto.

E sì, è vero che da lì in avanti Thelma & Louise diventa una sequela di disavventure e pessime idee: come detto, le due non sono attrezzate a quel genere di vita, e parte del divertimento (nonostante sia prima di tutto un dramma, quello scritto da Callie Khouri è anche un film molto divertente) sta proprio nel vedere queste figlie dell’America profonda e reaganiana che si devono reinventare criminali. E che, rapina dopo rapina, incontro bizzarro dopo incontro bizzarro, si allontanano sempre di più, e irrevocabilmente, dalla presunta “retta via”. Che poi è quella da cui già scappavano, o meglio da cui volevano scappare ma non lo sapevano. Da una vita molto poco vitale, talmente poco vitale che al confronto la morte sembra una strada (o un burrone) auspicabile.

Se non avessero fatto errori, Thelma e Louise non sarebbero probabilmente neanche mai scappate di casa. Gli errori sono una parte integrante del loro viaggio, e sono un modo per resuscitarle, non per ucciderle.

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