The Witcher, Andrea Lucca ci racconta l’edizione italiana del gioco di ruolo di Need Games! - #LuccaBAD 2018
Il gioco di ruolo di The Witcher è disponibile a Lucca Comics & Games 2018. Ne abbiamo parlato con Andrea Lucca, di Need Games!
Avendovi già raccontato le sue particolarità nel nostro speciale, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Andrea Lucca, uno dei curatori dell'edizione italiana, per andare a sviscerare un po' la sua storia, ma anche per raccontarvi ciò che vi dovreste aspettare dall'acquisto del voluminoso manuale.
BadGames: Quando avete scelto di portare The Witcher in Italia, e come avete preso questa decisione?
BadGames: Proprio in quel momento?
Lucca: Proprio in quel momento. Dicevo, mi chiama Nicola e mi fa “Siediti”, ma io ero già seduto, e fa “abbiamo preso The Witcher”. Volevamo lavorare con Talsorian in primis perché siamo grandi fan di Cyberpunk, poi perché siamo fan di The Witcher, e poi perché volevamo un titolo importante. A noi piace molto il crossmediale, abbiamo già Terra di Mezzo che va comunque a prendere romanzi eccetera, e per noi The Witcher era importante anche perché noi piace raggiungere tanto i giovani, ed essendo questo un brand videoludico avremmo avvicinato tutto un nuovo target di pubblico. Oltre a tutti gli amanti dei romanzi che magari sono fan di un’altra estrazione. Comunque, abbiamo preso The Witcher perché lo volevamo, non c’è un’altra motivazione.
BadGames: A proposito di crossmediale, quanto secondo te bisogna essere esperti e conoscitori dei romanzi e dei videogiochi, per poter apprezzare il gioco di ruolo di The Witcher?
Lucca: Allora, il manuale contiene tutte le informazioni che servono per giocare. È ovvio che può essere pienamente apprezzato da chi ha letto i videogiochi e apprezzato i romanzi. Mia opinione: se tu hai già letto un paio di romanzi, un capitolo videoludico, hai già un’ottima preparazione per poter giocare bene. Chi non ha letto niente lo può comunque trovare un prodotto dark fantasy, sono prodotti che adesso stanno tornando molto sul mercato. Anche una conoscenza, almeno generalista, della lore di The Witcher può essere utile per approcciarsi al gioco. Anche perché, di fatto, la lore è molto frammentata e confusionaria in un certo senso: c’è quella dei libri che è una, quella dei videogiochi che è un’altra
BadGames: Il manuale offre soluzioni in questo senso?
Lucca: Sì. In quest’ultimo caso il manuale aiuta, perché c’è un capitolo che parla di come creare il proprio metaplot, di quali scelte utilizzare per la propria campagna come “Letho vivo o Letho morto”, che è l’esempio che faccio sempre. Ti direi, in generale, che ci vuole la stessa conoscenza che devi avere per giocare un modulo di Dungeons & Dragons nei Forgotten Realms: non ti serve conoscere tutto quanto, ma basta anche una minima infarinatura.
BadGames: Quand’è ambientato il gioco?
Lucca: Tra The Witcher 2 e The Witcher 3, orientativamente.
BadGames: E si può decidere anche gli eventi pregressi?
Lucca: Sì. Nello stesso capitolo che ti dicevo il manuale ti dice: “devi decidere come sono andati alcuni avvenimenti chiave nella tua campagna”.
BadGames: Il manuale è un libro completo quindi, cosa troviamo dentro?
Lucca: Allora, c’è la creazione del personaggio. Poi tutta l’oggettistica e la materialistica, l’atlante che spiega tutte le nazioni del nord e tutti i ducati di Nilfgaard, la parte dedicata alla lore, la spiegazione dei culti e delle religioni, la parte di crafting, l’alchimia, il bestiario con le creature principali trovate nei videogiochi, poi un’avventura introduttiva e le schede compilate dei personaggi comparsi nei videogiochi.
BadGames: Una domanda in parte tecnica, ed in parte non. Perché, in un gioco di ruolo chiamato “The Witcher” io non dovrei giocare il witcher?
Lucca: Perché i maghi sono molto più forti [ride]. Chi ha visto il gioco sa che i maghi fanno dei buchi di proporzioni catastrofiche.
BadGames: Tutti maghi, allora?
Lucca: No, è una battuta. A parte questo il witcher è una classe forte contro i mostri, discreta contro i nemici umani, comincia a diventare quasi inutile quando si entra in una città. Il gioco ha degli importanti bonus e malus sociali con dinamiche sociali ad esse collegate, perché un witcher in una città viene trattato male, la gente lo tratterà come il mutante che è, e così via. Quindi in quel momento diventa fondamentale un personaggio come il bardo. Ma, ad esempio, se ti si rompe la spada diventa importante avere nel gruppo un fabbro o un artigiano, permette di avere accesso a tutta una serie di cose che solitamente non hai. Penso al medico, l’equivalente del chierico in D&D, che è l’unico personaggio che può ricucirti lo stomaco quando subisci una ferita grave, ad esempio.
BadGames: Perché tra l’altro è un gioco molto mortale, mi dicevi.
Lucca: Un grifone, se gli gira male, ti apre in due. Mi è successo in una partita di recente.
BadGames: Nemmeno Geralt sarebbe dov’è, senza i suoi compagni, no?
Lucca: Sì. Geralt è il protagonista, ma nella maggior parte delle storie è accompagnato da qualcuno: Dandelion, Zoltan, persone che ricoprono altri ruoli e l’aiutano. Così sarà nelle avventure che i giocatori creeranno con il nostro gioco.
BadGames: A proposito di avventure, so che hai creato un sistema di gioco organizzato, giusto?
Lucca: Noi, come Need Games!, non facciamo tornei nel senso classico, non è nelle nostre corde. Noi siamo nati anche dall’attività che abbiamo fatto con l’Adventurers League di D&D, e la community è il nostro focus. Dopo Lucca, non so bene quando, faremo partire una caccia speciale, un mostro fatto da noi, una caccia che potrà essere introdotta nei gruppi che stanno giocando, la invieremo ai negozi, dopodiché faremo una classifica ed andremo a premiare gli eventi interessanti o i racconti più belli. Abbiamo un gruppo Facebook di 900 persone già, oggi la gente comprava i manuali e si faceva i selfie, pubblicava sui social il proprio entusiasmo, bellissimo. Noi lavoriamo per questo, siamo contenti.
BadGames: C’è altro che vuoi aggiungere, per puro caso?
Lucca: Ruolare, duro, sempre.