The Vampire Diaries: una serie imperfetta che ha conquistato i fan uscendo dall'ombra di Twilight

The Vampire Diaries ha saputo conquistare il pubblico dando vita a un franchise televisivo ambientato a Mystic Falls grazie ad amori, amicizie e tante sorprese

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The Vampire Diaries, che dal 30 aprile arriva finalmente su Netflix, ha debuttato sul piccolo schermo sulla scia del successo della saga di Twilight e i fan dei romanzi di L.J. Smith non hanno potuto non criticarne, almeno nelle prime fasi della promozione, i cambiamenti compiuti sulla storia originale proprio per avvicinarsi all'iconografia della storia ideata da Stephenie Meyer. Elena Gilbert, infatti, era ben diversa tra le pagine dei libri a cui si ispira lo show: bionda, popolare e non esattamente un esempio di comportamento. Nella serie tv, affidata a Nina Dobrev, la protagonista cambia personalità e colore di capelli, mentre la scena del suo primo incontro al liceo con Stefan Salvatore, interpretato da Paul Wesley, ricorda in parte quello tra Bella ed Edward. La serie creata da Kevin Williamson e Julie Plec non ha inoltre esitato a ispirarsi ad altri progetti che avevano conquistato il pubblico: come non notare le somiglianze in fatto di look tra Damon Salvatore, ruolo assegnato a Ian Somerhalder, e il vampiro amato da Buffy, Angel, o i punti in comune tra Mystic Falls e il mondo di True Blood (chiara fonte di ispirazione per alcune delle immagini promozionali)?


La serie ha inoltre fatto i conti con un avvio a metà tra drama sovrannaturale ambientato al liceo, triangolo sentimentale in stile soap opera, e momenti cringe che hanno rischiato seriamente di allontanare il pubblico dalla storia di Elena Gilbert e dei tormentati fratelli Salvatore. Nemmeno scene in grado di ritagliarsi un posto indelebile nella memoria degli spettatori come quell'"Hello Brother" che hanno reso immediatamente il "cattivo vampiro" della situazione il favorito nella corsa per la conquista del cuore della protagonista (e dei fan), o il balletto ad alto tasso alcolico di Somerhalder, sembravano in grado di risollevare la serie da interpretazioni mediocri, una trama poco consistente e caratteristiche fin troppo ideate pensando a un target adolescenziale. Eppure The Vampire Diaries è riuscita a dare vita a due spinoff e a sopravvivere ben otto stagioni, superando persino la fine del seguitissimo amore tra Somerhalder e Dobrev tra smentite, conferme grazie ad avvistamenti al Coachella e cuori spezzati (quelli dei fan).

The Vampire Diaries ha saputo sorprendere e maturare

Uno degli elementi vincenti, fin dalla prima stagione, è stato quello di non esitare a prendere scelte sorprendenti, sopra le righe e spiazzanti come la sorte riservata a Vicki (Kayla Ewell), la sorella di Matt (Zach Roerig), trasformata in vampiro e uccisa nel giro di pochi episodi. Un coraggio, purtroppo, destinato a diminuire progressivamente nel corso delle stagioni in cui i personaggi sembravano destinati a essere immortali, sfruttando espedienti sovrannaturali anche quando sembrava impossibile persino nel campo dell'irrazionalità più estrema.
La prima metà della serie è inoltre riuscita a regalare momenti molto emozionanti tra addii strazianti, come quello di Rose (Lauren Cohan), balli e segreti del passato. Puntata dopo puntata gli attori si sono riusciti a immedesimare sempre di più nei propri personaggi, facendone emergere i traumi, la sofferenza, la profondità dell'amore che erano in grado di provare e anche il lato più leggero e divertente.

Nina Dobrev, grazie al doppio ruolo di Elena e Katherine, è maturata come attrice, situazione che è stata sfruttata bene dagli sceneggiatori che hanno potuto lasciarsi alle spalle la storia della teenager dal cuore puro contesa tra due fratelli per renderla una giovane donna che deve trovare il suo posto nel mondo e capire che tipo di esistenza vuole vivere, in che modo mantenere la propria umanità e superare i lutti e le ferite interiori che gli eventi ambientati a Mystic Falls le hanno causato.
Paul Wesley ha potuto divertirsi, e soprattutto divertire il pubblico, uscendo in più occasioni dal ruolo di eroe ed esempio positivo grazie alla sua versione da Squartatore, ma nemmeno la sua interpretazione ha saputo rendere realmente credibile la relazione tra Stefan e Caroline (Candice Accola), una delle coppie più improbabili delle otto stagioni nonostante l'evoluzione dell'amica di Elena da ragazza un po' svampita a elemento positivo in grado di far emergere lati nascosti anche in un villain apparentemente spiegato come Klaus (Joseph Morgan) e pilastro narrativo nella costruzione degli spinoff.
Ian Somerhalder, dei tre protagonisti, è forse quello che ha convinto maggiormente fin dall'inizio, ma l'attore ha avuto il merito di sostenere in modo ottimo le scene più emozionanti che gli sono state affidate e di gestire bene il conflitto tra esteriorità e interiorità che ha reso evidente l'umanità del vampiro fin dalle prime stagioni.

L'arrivo dei Mikaelson ha lasciato il segno nel mondo di The Vampire Diaries

Gli autori hanno poi avuto il merito di introdurre personaggi in grado di mantenere alta l'attenzione e rendere la narrazione più intrigante, come accaduto con l'entrata in scena della doppelganger Katherine e della famiglia dei vampiri "originali" guidata da Elijah (Daniel Gilles), dallo spietato e affascinante Klaus (Joseph Morgan), e dalla bella Rebekah Mikaelson (Claire Holt). Il loro arrivo a Mystic Falls ha riservato innumerevoli sorprese, dando spessore anche a personaggi come Caroline (Candice Accola), emersa dall'ombra della storia di Elena, momenti surrealmente comici (come dimenticare la pietra di luna nascosta tra le saponette?), e gettando le basi per le successive ramificazioni dello show che hanno permesso di riportare in scena anche Alaric Saltzman (Matt Davis), la cui storia passa dall'essere un cacciatore di vampiri in cerca di vendetta al preside di una scuola per giovani legati al mondo sovrannaturale, passando per una fase intermedia in cui ha assunto il ruolo di una figura paterna per i giovani Gilbert.

elijah elena

Tra tanti amori è l'amicizia a vincere in The Vampire Dairies

Uno degli elementi maggiormente riusciti agli autori di The Vampire Diaries è stata la rappresentazione dell'amicizia, legame declinato in mille sfumature e che ha assunto nel corso della storia dei personaggi un significato diverso per ognuno dei protagonisti. Partendo dall'elaborazione del concetto della perdita dell'innocenza di Elena, rimasta orfana e la cui vita prende una svolta dopo l'incontro con i fratelli Salvatore, la serie ha iniziato a delineare inizialmente in modo convenzionale i rapporti tra la protagonista e le compagne di scuola, costruendo poi passo dopo passo alleanze inaspettate, divertenti ed emozionanti che non avevano nulla a che fare con l'amore.

Damon, ad esempio, nel corso delle stagioni si è lasciato totalmente alle spalle l'immagine di cattivo senza cuore per diventare la presenza nella narrazione con le amicizie più significative, non solo radicate nel suo passato sovrannaturale: da Alaric passato da suo potenziale killer ad amico del cuore (impossibile dimenticare la scena in cui Damon si rivolge all'amico che crede defintivamente morto in apertura della quarta stagione) al legame con lo sceriffo Forbes (Marguerite MacIntyre) a cui è stato accanto negli ultimi minuti di vita, fino a Bonnie (Kat Graham) con cui è stato imprigionato a lungo in una prigione temporale e senza dimenticare Enzo (Michael Malarkey), personaggio che ha fatto emergere ulteriori segreti del passato e ha assunto importanza nelle ultime stagioni, nonostante la sua storia fosse uno degli elementi gestiti in modo più incostante dagli sceneggiatori. Ma non si può nemmeno dimenticare la presenza di Lexie (Arielle Kebbel), essenziale per la storia di Stefan, e di Matt (Zach Roerig), uno dei pilastri della serie la cui lealtà e fedeltà agli amici sono rimaste una costante nel corso del tempo, mantenendoli a contatto con la propria umanità.

Un inevitabile declino per un guilty pleasure che ha lasciato il segno

Otto stagioni si sono rivelate però forse troppe per riuscire a tenere ben salde le redini di una narrazione e la scelta (più che giustificata) di dedicare una serie spinoff a The Originals ha tolto molta forza al racconto che ha iniziato a trascinarsi trasformando quasi ogni personaggio in una creatura. La scoperta iniziale che Bonnie (Kat Graham) era una strega era stata rappresentata in modo che apparisse davvero "magica" e quasi poetica, ma a lungo andare la storia ha perso la sua umanità, con la stessa facilità con cui i vampiri hanno usato più e più volte la possibilità di sopprimerla per non dover affrontare le proprie emozioni, e nemmeno l'introduzione dell'idea che si potesse tornare indietro, a quella vita da esseri umani così fragile e però tanto desiderata, grazie alla Cura non è riuscita a ridare le stesse sfumature che avevano contribuito a rendere popolare la serie.
Il passaggio dall'adolescenza all'età adulta, inoltre, non è stato costruito nel migliore dei modi, diventando solo una fase di passaggio che non ha modificato quasi per nulla le dinamiche dei personaggi, troppo impegnati a sopravvivere o uscire da dimensioni parallele mentre i fratelli Salvatore rimbalzavano tra essere vampiri spietati assetati di sangue a fidanzati, o aspiranti tali, dal cuore d'oro. Tra i problemi principali della serie c'è poi stato il modo a tratti piuttosto discutibile con cui è stato ritratto Tyler Lockwood (Michael Trevino), i cui comportamenti violenti e a tratti abusivi sono stati in parte giustificati con la sua natura da licantropo, risultando però un personaggio che ha messo in difficoltà gli autori, forse incerti su come delinearne il percorso di redenzione tra bullismo, mancanza di libero arbitrio e desideri di vendetta potenzialmente mortali. Di tutti gli abitanti di Mystic Falls è forse proprio Tyler quello che, per vari motivi, non è riuscito ad acquisire lo spessore necessario a farlo uscire dagli stereotipi e diventare essenziale per la narrazione.
A prescindere dal livello in calo dell'intreccio, vale però la pena (ri)vedere The Vampire Diaries per apprezzare il modo in cui, lasciandosi alle spalle il confronto con Twilight la serie abbia saputo dimostrare la propria personalità e diventare un guilty pleasure che non ha quasi mai sprecato il tempo dei propri fan.

The Vampire Diaries episodio finale

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