The Underground Railroad: il premio Oscar Barry Jenkins ed il cast ci parlano della serie
Il premio Oscar Barry Jenkins ed il cast di The Underground Railroad ci hanno parlato della serie e delle sfide affrontate per crearla
L'importanza di prendersi cura l'uno dell'altro sul set, il sentire di stare contribuendo a qualcosa di speciale, il desiderio di portare sullo schermo lo straziante racconto dello schiavismo e la storia di una piccola grande donna, che con la sua coraggiosa fuga verso la libertà, cerca di riscattare il suo diritto ad essere tratta come un essere umano e non come una proprietà: ecco di cosa ci hanno parlato il regista e premio Oscar Barry Jenkins ed alcuni membri del cast di The Underground Railroad, Thuso Mbedu (Cora), Joel Edgerton (Ridgeway), Aaron Pierre (Caesar), William Jackson Harper (Royal) e Sheila Atim (Mabel) in occasione della conferenza stampa virtuale a cui abbiamo partecipato anche noi di Badtaste.
Hai sottolineato come The Underground Railroad sia parte della storia dei nostri antenati. Che cosa volevi raccontare, in particolare, portando sullo schermo la storia di Cora?
Barry Jenkins: Ho sempre amato il libro di Colson Whitehead e penso che lui abbia creato l'opportunità di ri-contestualizzare la storia dei nostri avi. Osservando Cora, nel corso dei 10 episodi, vediamo questa giovane donna che cerca di affrontare la sua condizione di schiava, ma soprattutto cerca di sconfiggere il senso di abbandono che sente verso sua madre. Penso che sia un modo molto interessante di parlare, attraverso questo incredibile viaggio, di genitorialità e del rapporto di una figlia con la madre, che non sa quali sfide lei abbia a sua volta dovuto affrontare. Ho pensato che fosse un'opportunità di mettere alla prova le mie capacità.E perché hai deciso di raccontare questa storia in questo formato, piuttosto che con un film?
Barry Jenkins: Per tre ragioni: l'esperienza di vedere un film al cinema è qualcosa che ti cattura completamente, si spengono le luci ed i cellulari e ci si immerge nello spettacolo, ma io volevo che gli spettatori avessero l'opportunità di mettere in pausa, guardare o saltare alcune scene, scegliere con chi guardare la serie o farlo da soli e questa è una delle ragioni che mi hanno fatto scegliere di creare una serie piuttosto che un film. Poi, alcune di queste immagini sono ispirate a fatti davvero accaduti e credo che alcune di esse possano essere così soverchianti da avere bisogno di essere associate a quelle che io chiamo "immagini più dolci". Quindi sentivo che dare a Cora lo spazio per incontrare tutte queste persone meravigliose in un racconto più lungo, piuttosto che nei tempi più ristretti di un film, fosse il modo migliore di catturare la sua esperienza.Come hai trovato Thuso e cosa ti ha fatto capire che sarebbe stata la perfetta Cora?
Barry Jenkins: Per quanto mi riguarda, se un attore mi dimostra di essere quel personaggio, allora la parte è sua. Quando ho visto il provino di Thuso, ho capito che lei aveva questa capacità, sapendo che il personaggio ha un percorso da intraprendere che passa dal non avere ad avere consapevolezza di se stessa. Era importante che esprimesse, soprattutto all'inizio, questa cosa con la postura, con il volto, con il modo in cui tiene le spalle e Thuso è stata chiaramente capace di farlo. Nel corso del suo viaggio ci sarebbero stati anche dei momenti in cui il personaggio sarebbe dovuto apparire incredibilmente giovane ed altri in cui non avrebbe dovuto e Thuso ha la capacità di passare dai 16 a 66 anni a seconda delle circostanze [Ride]. E dal primo provino che ho visto per me è stato chiaro che lei era la persona giusta.Thuso, tu cosa puoi dirci di quel primo incontro e della tua decisione di fare il provino?
Thuso Mbedu: Quando ho sentito di questa opportunità ero davvero contenuta, perché per me sarebbe stata la prima audizione internazionale, ma non mi sono fasciata troppo la testa, perché non credevo che avrei ottenuto la parte e dopo aver mandato il provino registrato, me ne sono dimenticata. Nel 2019 sono stata chiamata per un secondo provino e la direttrice del casting mi ha spronata ed aiutata a fare cose che non pensavo di poter fare e poi sono stata richiamata e mi hanno detto che Barry voleva vedermi il pomeriggio successivo. E quando l'ho incontrato ho saputo che lo show era basato su un libro, che ho letto in seguito, ed ho pensato che fosse una storia molto importante che avrei amato raccontare, pur non essendo certa di avere le carte in regola per poterlo fare.Joel, come sei stato coinvolto nella serie?
Joel Edgerton: Potrei forse essermi insinuato nel processo del casting, se posso usare questo termine. Avevo incontrato Barry in diverse occasioni e mi sarebbe piaciuto lavorare con lui e quando ho sentito di questa opportunità, non me la sono lasciata sfuggire. Leggendo il libro, una cosa che mi ha reso nervoso era il fatto che Ridgeway fosse descritto come una sorta di gigante ed io, pur non essendo certamente piccolo, non sono nemmeno un gigante, ma volevo la parte. Quando ero più giovane non mi facevo scrupoli a bussare ad ogni porte quando volevo qualcosa, ora è diverso, ma il modo in cui ho cercato di entrare a far parte di questo progetto mi ha ricordato molto quei tempi.Caesar e Royal interpretano due personaggi molto importanti nel difficile viaggio di Cora, cosa vi ha fatto desiderare del vostro personaggio, di far parte di questo progetto?
Aaron Pierre: Per me il viaggio di Cora rappresenta l'idea di possibilità, di trascendenza dalla realtà e questo mi ha spinto verso il personaggio ed il ruolo che ha nella storia. Sono convinto che Cora abbia sempre avuto nascosta in sé quella fiamma e quel desiderio di vera libertà, quindi Caesar è solo uno dei tanti catalizzatori e un piccolo contributo nel farle ottenere qualcosa che già risiedeva in lei.
William Jackson Harpe: Royal è un simbolo di speranza ed in molti modo è un uomo molto avanti per il suo tempo. Tutti i personaggi che incontra hanno modo di imparare qualcosa da Cora, ma essendo Royal un uomo libero, il modo in cui opera è leggermente diverso, perché vuole mostrarle come possono essere le cose. E in lui c'è anche una gentilezza innata che mi è piaciuto interpretare e che mi ha fatto amare il personaggio.Di Mabel vediamo alcuni sprazzi di storia prima di capire cosa le sia successo, cosa ti ha fatto desiderare di recitare nel ruolo di una madre che non è mai davvero parte della vita della figlia?
Sheila Atim: Mabel rappresenta il tentativo di voler creare una vita in un ambiente completamente innaturale ed inumano e voler fare quanto possibile per se stessa e per sua figlia. Non per nulla è una levatrice, una persona che porta la vita nel mondo, il che è un'arma a doppio taglio perché nessuno vorrebbe far nascere un bambino in quell'ambiente, ma lei si prende comunque questa responsabilità nel modo più umano e sicuro possibile. E Mabel sente quella responsabilità e quel peso sulle spalle in quanto essere umano e vittima di quella situazione. Quindi per me lei rappresenta la tensione che in molti devono aver sentito a quei tempi.Quanto importante è stato fare in modo che gli attori con cui hai collaborato fossero sereni, sapendo quanto difficile sarebbe stato emotivamente portare sullo schermo questa serie?
Barry Jenkins: Tanto importante quanto la luce e la logistica, probabilmente più importante, perché non vale la pena creare queste cose se finiscono per distruggerti. Avevamo uno terapista sul set che è stato con noi per tutto il tempo e poi ci siamo aiutati a vicenda. Per me è stato importante cercare di capire quale fosse il modo più etico di fare ciò che stavamo facendo e che ognuno avesse la libertà di decidere quale confine non superare. E' stato cruciale, ma ci siamo anche presi cura l'uno dell'altro in un modo molto bello. Tutti sapevano che se sentivano il bisogno di allontanarci, avrebbero potuto farlo. Ricordo che un giorno Benjamin Walker, che interpreta Terrance Randall, poco prima di girare una scena, che per me è una delle più difficili dello show, che si vede nel primo episodio, era seduto al tavolo, già in costume, con 35 gradi e con il suo accento della Georgia - credo fosse uno dei pochi georgiani autentici nel cast - ha preso il telefono e calcolato il fuso orario perché vive a Londra ed ha chiesto se poteva fare una telefonata rapida per dare la buonanotte ai figli. Un assistente alla produzione si è scusato e gli ha detto di no, perché stavamo per girare. Io mi sono avvicinato e gli ho detto: 'Lascialo chiamare i figli per dare loro la buonanotte, ha bisogno di riaffermare di essere 'quella persona' per poi venire qui e fare il suo dovere diventando 'quest'altra persona'. Era importante che ognuno avesse la libertà di fare quello che ha fatto Benjamin ed è per questo che siamo riusciti a fare ciò che abbiamo fatto."
I 10 episodi della miniserie The Underground Railroad sono disponibili su Amazon Prime Video a partire da venerdì 14 maggio.