The Punisher, quando Frank Castle preferiva le mazzate - 500 lire
Frank Castle è stato protagonista di uno dei migliori beat 'em up da sala di Capcom: The Punisher
[caption id="attachment_179938" align="aligncenter" width="1000"] Puro stile anni novanta[/caption]
Dicevamo della lotta contro il crimine, che nei primi livelli viene attuata contro teppisti e mafiosetti di basso rango dagli italici nomi (Bruno è il loro capo), poi mano a mano il livello dello scontro e quindi della pericolosità dei cattivi si alza, secondo quanto prevede un basilare intreccio narrativo che svela a circa metà dell'opera mazzuolatoria l'antagonista principale: Kingpin! Per farsi strada verso il potente boss il Punisher picchia duro, durissimo: questo è solo uno dei tantissimi picchiaduro a scorrimento di Capcom, ma sicuramente è uno di quelli nei quali si percepisce in maniera più netta la fisicità dei colpi, sarà per gli effetti sonori, sarà per le onomatopee che vengono fuori in ogni momento, ma il picchiare dà soddisfazione non comune.
[caption id="attachment_179939" align="aligncenter" width="1000"] Le fasi nelle quali si spara e basta sono molto frenetiche, ce ne vorrebbero di più[/caption]
Ovviamente come in ogni picchiaduro a scorrimento che si rispetti c'è la possibilità di giocare in due e il partner che Capcom scegli di affiancare al Punisher è Nick Fury, in maniera abbastanza bizzarra, visto che non propriamente di un perpetratore di massacri si parla, ma alla fine va bene così visto che ogni scusa è buona per picchiare. E poi c'è il fascino dell'estetica del gioco, così smaccatamente anni novanta in tutto, soprattutto nei colori, e molto vicina a quella dei comics dell'epoca. Tutto fa di The Punisher un grande classico delle sale giochi, curiosamente uno dei pochi a non essere convertito su SNES, bensì su Mega Drive, con risultati mediocri. E' inutile interrogarsi su quanto sia fedele al personaggio, anche perché oltre il menare non offre nulla, d'altronde a quei tempi poco importava e ci si divertiva lo stesso.