The Nest (Il Nido): prima di vedere il film di Roberto De Feo, tre consigli tra cinema e serie tv

The Nest fa una buona fusione di mitologie diverse dell'horror, acchiappa dove può le sue idee e le tre principali vengono da questi 3 film

Critico e giornalista cinematografico


Condividi
Il pregio di The Nest (Il Nido), il film di Roberto De Feo in uscita il 15 agosto al cinema, è di fare una fusione efficace di diverse mitologie horror.

Ci sono idee, spunti, suggestioni visive e narrative che vengono da epoche diverse e filoni differenti, tutti insieme per una storia come noi non raccontiamo mai, che incroci fantastico con spaventoso con misterioso.

E proprio per questo abbiamo pensato a quali possano essere film o serie moderne, molto diverse tra loro che possano avere un legame con il film di De Feo.

The Village

Il riferimento più forte forse è quello al noto film di Shyamalan. Anche in The Nest (Il Nido) infatti c’è un dentro e un fuori fantomatico. C’è una villa dentro la quale tutto avviene, abitata da una famiglia con i suoi annessi e connessi, che rimane chiusa e non vuole uscire dai confini segnati dal cancello. Non è ben chiaro cosa ci sia fuori, da cosa si siano isolati e nemmeno quando siamo ma è evidente la contrapposizione tra il piccolo mondo chiuso che funziona con certi ritmi e certe regole e quello esterno.

Nel film di Shyamalan il colpo di scena finale aveva a che vedere con l’inganno la propaganda ecc. ecc. De Feo fa tutt’altra scelta ma da quel titolo mutua il senso di angoscia e di paura verso un altrove da cui si sente l’esigenza di essere protetti, che non deve essere conosciuto e per il quale prepararsi. Il mistero, ovviamente, ma anche l’altro per antonomasia.

Hill House

Come nella serie di Flanagan anche qui c’è una grande casa dallo stile architettonico particolare, che proviene dal passato e che con le sue stanze, le scale, le pareti e l’arredamento fa da sfondo per una storia che sembra nutrirsi delle sue capacità evocative. La casa di The Nest (Il Nido) è un gioiello misconosciuto nel Piemonte che abbiamo potuto visitare e l’uso che ne viene fatto nel film è ottimo. Ogni strano anfratto, ogni taglio di luce inquietante, ogni gigantesco e spaventoso lampadario è messo ad uso.

The Haunting of Hill House ha a che fare con presenze, qui la questione è molto più complessa ma alla stessa maniera la casa serve a dire quello che i personaggi non dicono, non ha una sua personalità così forte, ma è un protagonista assoluto del racconto.

Il labirinto del fauno

Ci sono due livelli diversi di orrore, uno che viene dal mondo degli adulti e che pare essere sconosciuto ai ragazzi, e uno che invece vivono loro con le loro angosce, le loro scoperte e i loro timori, che gli adulti nemmeno vedono, di cui non sanno niente né capiscono niente. Non c’è la politica di mezzo o la vera storia come nel film di Del Toro ma c’è quella medesima separazione tra due piani differenti: uno è molto grande e coinvolge tutte le persone in una tragedia collettiva che piano piano dobbiamo scoprire, l’altro invece è molto intimo e scorre parallelo a questo senza curarsene, riguarda i protagonisti e li chiude in una specie di avventura dentro l’avventura.

Continua a leggere su BadTaste