The Nest (Il Nido): prima di vedere il film di Roberto De Feo, tre consigli tra cinema e serie tv
The Nest fa una buona fusione di mitologie diverse dell'horror, acchiappa dove può le sue idee e le tre principali vengono da questi 3 film
Ci sono idee, spunti, suggestioni visive e narrative che vengono da epoche diverse e filoni differenti, tutti insieme per una storia come noi non raccontiamo mai, che incroci fantastico con spaventoso con misterioso.
The Village
Il riferimento più forte forse è quello al noto film di Shyamalan. Anche in The Nest (Il Nido) infatti c’è un dentro e un fuori fantomatico. C’è una villa dentro la quale tutto avviene, abitata da una famiglia con i suoi annessi e connessi, che rimane chiusa e non vuole uscire dai confini segnati dal cancello. Non è ben chiaro cosa ci sia fuori, da cosa si siano isolati e nemmeno quando siamo ma è evidente la contrapposizione tra il piccolo mondo chiuso che funziona con certi ritmi e certe regole e quello esterno.
Hill House
Come nella serie di Flanagan anche qui c’è una grande casa dallo stile architettonico particolare, che proviene dal passato e che con le sue stanze, le scale, le pareti e l’arredamento fa da sfondo per una storia che sembra nutrirsi delle sue capacità evocative. La casa di The Nest (Il Nido) è un gioiello misconosciuto nel Piemonte che abbiamo potuto visitare e l’uso che ne viene fatto nel film è ottimo. Ogni strano anfratto, ogni taglio di luce inquietante, ogni gigantesco e spaventoso lampadario è messo ad uso.
The Haunting of Hill House ha a che fare con presenze, qui la questione è molto più complessa ma alla stessa maniera la casa serve a dire quello che i personaggi non dicono, non ha una sua personalità così forte, ma è un protagonista assoluto del racconto.
Il labirinto del fauno
Ci sono due livelli diversi di orrore, uno che viene dal mondo degli adulti e che pare essere sconosciuto ai ragazzi, e uno che invece vivono loro con le loro angosce, le loro scoperte e i loro timori, che gli adulti nemmeno vedono, di cui non sanno niente né capiscono niente. Non c’è la politica di mezzo o la vera storia come nel film di Del Toro ma c’è quella medesima separazione tra due piani differenti: uno è molto grande e coinvolge tutte le persone in una tragedia collettiva che piano piano dobbiamo scoprire, l’altro invece è molto intimo e scorre parallelo a questo senza curarsene, riguarda i protagonisti e li chiude in una specie di avventura dentro l’avventura.