The Mandalorian: 5 film (più uno) da vedere se vi piace la serie
Qualche proposta di film da vedere per ingannare l'attesa tra un episodio e l'altro della terza stagione di The Mandalorian.
Con l’arrivo della terza stagione di The Mandalorian è tornata la voglia di Star Wars. Per chi fosse alla ricerca di qualche opera che possa colmare l’attesa tra un episodio e l’altro proponiamo cinque film (più uno) da vedere o da ripassare tra quelli che, probabilmente, sono stati assimilati anche dagli autori delle avventure di Grogu e Din Djarin.
Come insegna Lucas guardare altri film, esplorare altre storie, è quindi un modo per apprezzare ancora di più quella galassia lontana lontana che tanto ha riempito l’immaginario collettivo. Buona visione, quindi, con i cinque film che vi consigliamo di vedere se amate la serie The Mandalorian.
Dune (1984 + 2021)
Non ci sarebbe Star Wars senza Dune. Il romanzo di Frank Herbert è una lettura fondamentale per tutti gli appassionati di fantascienza. Sono stati tratti due film. Uno del 1984 è diretto da David Lynch, è un adattamento molto libero ed eccentrico con una produzione da pazzi: una location si è rivelata essere una discarica per carcasse di cani morti, mancava cibo e carta igienica e a volte anche l’elettricità. Nella filmografia di Lynch è un’opera minore, molto minore, ma merita una visione anche solo per toccare con mano le colorate bizzarrie degli anni ’80.
Guardateli entrambi, The Mandalorian si posizione nel mezzo delle due atmosfere: è divertente, eccentrico e colorato come il primo, ricerca la solennità e la gravitas del secondo.
John Carter
Un altro romanzo: La principessa di Marte, primo volume del ciclo di Barsoom di Edgar Rice Burroughs. John Carter è uno dei personaggi fondamentali per la fantascienza. L’adattamento delle sue avventure doveva diventare un importante franchise per la Disney da affiancare a quello de Le cronache di Narnia, è stato un flop tremendo. Eppure Andrew Stanton, regista Pixar prestato al live action, era riuscito a girare un’avventura come quelle di un tempo, senza troppi fronzoli ma con una grande passione per l’esplorazione del fantastico.
Si rivede molto di The Mandalorian per come il viaggio, scoprire nuove città e incontrare nuove creature, sia parte del divertimento. La cura nel dare un’anima, un arco narrativo, e uno sguardo empatico verso gli alieni è sempre un’attenzione cinematografica importantissima, che avvicina il film allo sguardo di George Lucas.
I Guardiani della Galassia
Dicevamo che capita spesso che un film venga definito come la versione aggiornata di Star Wars o fortemente ispirato dalla saga. I Guardiani della Galassia di James Gunn hanno fatto qualcosa di diverso. Sono partiti dalle idee di Guerre Stellari e hanno provato a portarle a uno step successivo. Irriverenti, comici, disastrati, i membri di questa famiglia disfunzionale incarnano lo spirito moderno della space opera. Senza il western, senza l’epica dei samurai, James Gunn porta la Marvel in uno spazio profondo che ha visto Star Wars, l’ha assimilato, e l’ha rimasticato per il nuovo pubblico contemporaneo.
Restano però tanti punti in comune, il più importante di questi viene proprio dai suoi personaggi. C’è il figlio di un essere potentissimo, una macchina costruita per uccidere, un procione devastato nel corpo e arrabbiatissimo, un energumeno violento e sofferente. Come per i protagonisti di Star Wars nessuno di loro sembra un eletto o un potente, solo persone (alieni) comuni, un po’ spaventati dall’immensità del cielo, ma pronti a lanciarsi nell’avventura.
Lone Wolf and Cub
Un assassino cammina per le strade con un bambino. La prima stagione di The Mandalorian è stata ispirata da questa immagine, uno spunto di trama declinato nel fondamentale Lone Wolf and Cub creato dallo scrittore Kazuo Koike e dall’artista Goseki Kojima. Una delle opere manga più acclamate e influenti che ricevette un adattamento americano nel 1980 intitolato Shogun il giustiziere.
Si raccontano le gesta dello spietato Ogami Ittō, costretto a diventare un assassino dopo che un clan locale ha brutalmente ucciso sua moglie. Il figlio Daigorō è sopravvissuto all’attacco, il padre lo prende con sé. Indeciso sul da farsi mostra al bambino un giocattolo e un’arma, il piccolo sceglie quest’ultima, convincendo Ogami Ittō a intraprendere un percorso di vendetta. La prospettiva del film americano è quella del bambino, che catalizza l'attenzione proprio come Grogu insieme al mandaloriano. In Giappone la storia venne adattata in una trilogia cinematografica.
La trilogia del dollaro
Star Wars è una saga che osserva ciò che ha intorno e, soprattutto nella trilogia originale, si è dimostrata in grado di farsi ispirare integrare il meglio di quello che vedeva. Le influenze sono numerose e ben note. Ad esempio Lucas deve molto ad Akira Kurosawa, autore de I Sette Samurai e La Fortezza Nascosta.
Per ammissione di Jon Favreau invece in The Mandalorian il personaggio di Djarin è stato plasmato sulla Trilogia del dollaro di Sergio Leone e nell’immaginario Eastwoodiano.
Il mandaloriano è duro e silenzioso come l’uomo senza nome, il suo peregrinare è senza sosta, viene trascinato dal destino in nuove missioni che affronta svogliato e poi con l’intensità di un guerriero che ne ha viste così tante da sapere sempre come uscire incolume dai pericoli.
C'è da dire che, a sua volta, Per un pugno di dollari è il remake non dichiarato di La sfida del samurai (Yojimbo). Indovinate di chi? Già, sempre di Kurosawa.
Barbarella (bonus)
Sexy Mando. Che altro dire? Barbarella è all’opposto rispetto alle atmosfere di pudiche di The Mandalorian eppure è una space opera pruriginosa che potrebbe rendere più affascinante del previsto l’attesa tra un episodio e l’altro della serie di Disney Plus. Roger Vadim fa l’avventura spaziale guardando a Flash Gordon ma virandolo in chiave sexy grazie a Jane Fonda.
I mandaloriani tengono particolarmente al loro look, e hanno una particolare fissazione per le maschere. Per quanto le armature lucenti siano gradevoli da vedere, non sono disegnate da Paco Rabanne, lo stilista che collaborò al film. Barbarella racconta una storia attraverso i costumi, la protagonista cambia di avventura in avventura e mentre lo fa si cambia anche di abito. Lanciò la moda spaziale e influenzò l’immaginario del fascino tra le stelle. Din Djarin ha solo da imparare ma, da quando si è tolto l’elmo, si potrebbe dire che ha accettato la sfida. Buon divertimento!
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