The Mandalorian 2x08, "Il salvataggio": tutte le easter egg e i riferimenti del finale di stagione

Ecco tutte le citazioni, i riferimenti e le easter egg del finale della seconda stagione di The Mandalorian, intitolato Il salvataggio

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Siamo giunti all’ultimo appuntamento con i dietro le quinte di The Mandalorian. Il futuro delle serie di Star Wars è tanto entusiasmante quanto nebuloso al momento, ma prima che inizi la lunga attesa dei futuri progetti, scopriamo insieme per l’ultima volta le curiosità e i riferimenti che Dave Filoni e Jon Favreau hanno seminato lungo la puntata.

L’episodio si apre con l’assalto dello Slave I alla navetta Lambra del Dottor Pershing. Il frenetico scambio di battute tra la squadra di Mando e gli Imperiali è denso di informazioni. Per prima cosa abbiamo la conferma che Pershing è specializzato in clonazioni. Segue un po’ di character building per Cara Dune, dove viene approfondito il suo legame col pianeta natale Alderaan; viene menzionata la “lacrima” che porta sul volto in ricordo della distruzione e vediamo che il dolore per la distruzione del pianeta è in grado di farle perdere la facciata impassibile che solitamente la contraddistingue. Tutti elementi che probabilmente andranno a fare di lei una dei protagonisti di Rangers of the New Republic, uno dei nuovi show annunciati ufficialmente e ambientato proprio nell’epoca contemporanea a The Mandalorian. C’è tempo anche per un fugace punto di vista opposto, quando gli Imperiali rinfacciano a Dune la distruzione delle due Morti Nere e del personale che si trovava a bordo delle stazioni e li bollano come terroristi. C’è chi ha voluto cogliere un accenno a un celebre dialogo al riguardo tratto da Clerks, cosa che non escludiamo, ma ci atterremo alle citazioni in-universe!

Passiamo all’arruolamento di Bo-Katan; nell’inquadratura che ci mostra la taverna dall’esterno è possibile scorgere il Gauntlet, la nave che la Mandaloriana pilotava già dai tempi di The Clone Wars. Nell’alterco tra Koska Reeves e Boba Fett, l’altra Mandaloriana minaccia Fett di dover parlare dall’interno di una vasca di Bacta: il Bacta è la sostanza curativa per eccellenza nell’universo di Star Wars, in dotazione a infermerie e ospedali di tutta la galassia, e abbiamo modo di vedere una delle vasche in questione ne L’Impero Colpisce Ancora, quando Luke viene immerso nella sostanza dopo il suo scontro con il Wampa. Reeves ha anche modo di usare contro Fett una delle mosse più celebri della sua interprete, la wrestler Sasha Banks, nota per la “Tornado DDT” con cui schianta a terra il cacciatore di taglie.
Giunti sulla nave di Moff Gideon, scopriamo che i Darktroopers sono modellati più vicino di quanto pensassimo sulle loro controparti dell’universo Legends: i soldati oscuri sono definiti di “Fase 3”, esattamente come accadeva nel videogame Dark Forces, dove si passava da un esoscheletro in dotazione ai soldati dell’Impero nelle fasi iniziali a un droide vero e proprio nei modelli finali. Sempre a livello di citazioni sfuggenti, aggirandosi per i corridoi dell’incrociatore, Din Djarin evita un incontro con un droide RA-7, prosaicamente definito “Death Star Droid”, una sorta di protocollare argentato con gli occhi da insetto che compare qua e là nell’universo di Star Wars, dal cingolato dei Jawa in Episodio IV alle strade di Jedhah in Rogue One.

star wars the mandalorian

A porre le basi per una probabile trama portante di una stagione o di un progetto futuro è il conflitto che viene a crearsi tra Din e Bo-Katan per il possesso della Darksaber. Stando alle parole di uno sconfitto Moff Gideon, la spada non può essere semplicemente ceduta, ma può essere conquistata soltanto in combattimento. Viene a crearsi un’apparente contraddizione con una delle ultime apparizioni della spada in questione in Star Wars Rebels, dove Bo-Katan riceveva la spada oscura esattamente tramite una cessione spontanea da parte della giovane Sabine Wren. Argomento su cui sicuramente la narrazione tornerà in futuro.

Arriviamo quindi alla guest-star epocale dell’episodio: Luke Skywalker, che soccorre la squadra di Mando assediata sul ponte di comando dell’incrociatore e giunge a prendere sotto la sua ala il piccolo Grogu. Due sono le cose che vale la pena di segnalare sull’entrata in scena di Luke: la rivelazione “graduale” della sua identità, un elemento alla volta (prima l’X-Wing che arriva sull’incrociatore, poi la lama verde, poi la mano guantata di nero, l’uniforme nera che gli abbiamo già visto indossare ne Il Ritorno dello Jedi, e infine il volto, “ringiovanito” al computer per l’occasione. Ma il parallelismo che non è sfuggito ai più è quello con Rogue One: l’avanzata di Luke attraverso i corridoi dell’incrociatore ricalca quella di Darth Vader nelle scene finali del fim, con tanto di sagoma che si staglia tra il fumo, spada laser che si accende e successivo scempio delle truppe nemiche. Tale padre, tale figlio!

Luke viene raggiunto poco dopo dal fido R2-D2, che in qualche modo sembra essere l’elemento risolutivo che fuga i dubbi del piccolo Grogu e lo porta a raggiungere il Jedi che lo attende. Pura simpatia istintiva, o forse il piccolo Jedi e il droide già si conoscevano dai tempi delle Guerre dei Cloni?

Saremmo giunti alla fine della corsa, ma sappiamo bene che c’è spazio per un’ultima, folgorante (in più di un senso) scena dopo i titoli di coda. Tornati su Tatooine al palazzo di Jabba, scopriamo che l’atmosfera è rimasta relativamente immutata, con la differenza che ora c’è un ingrassato Bib Fortuna (il vecchio maggiordomo dell’Hutt) a sedere sul trono. Anche il ruolo di Bib è una strizzata d’occhio all’universo Legends, dove il Twi’lek riusciva anche in quel caso a usurpare l’organizzazione del suo ex-padrone con alterne fortune, e l’ingresso di Boba e Fennec cita a profusione gli ingressi dei vari eroi nel palazzo di Jabba in episodio VI, con tanto di guardia che rotola giù dalle scale e di ombra che compare stagliata sul muro.

C’è spazio per una minuziosissima citazione dedicata ai collezionisti di giocattoli: lo scettro di Bib Fortuna è quello che aveva in dotazione la sua action figure uscita nel 1983, quando i produttori della Kenner avevano dovuto inventarsi qualcosa da dargli in mano, essendo totalmente privo di accessori!

Chiudiamo con un’altra citazione extra-universe, quella di Boba Fett seduto sul trono di palazzo in posa intimidatoria ma non troppo formale, che forse richiama un po’ quella di Re Conan nelle ultime immagini del capolavoro fantasy di John Milius... In attesa di scoprire le sue imprese nel misterioso Book of Boba Fett annunciato per il prossimo inverno!

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