The Legend of Tarzan: abbiamo visto 20 minuti in anteprima!

Molte scene d'azione, alcune d'amore, le origini e il ruolo di Samuel L. Jackson è quello che abbiamo visto dai primi 20 minuti di The Legend Of Tarzan

Critico e giornalista cinematografico


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L’avviso in testa è sempre lo stesso: abbiamo visto 8 scene da circa 4 minuti di The Legend of Tarzan, non necessariamente in ordine cronologico e selezionate apposta per dare un assaggio ai giornalisti (possibilmente che impressioni) del film di David Yates, dunque parliamo di una valutazione che può tranquillamente essere molto diversa da quella sul film finito. Viste separate tra di loro le scene di qualsiasi film mancano di costruzione emotiva, che è quello che magari rende uno sguardo semplice in realtà molto significativo, mancano di un crescendo di tensione o anche solo del più banale ritmo interno della storia. Insomma sono valutazioni parziali e viziate da una visione incompleta, quindi prendete tutto con le pinze.

Ah! Inevitabilmente troverete un po’ di spoiler, ma davvero niente di che.

La proiezione si apre con il consueto messaggio introduttivo di autori e cast, ci sono David Yates, Margot Robbie, Alexander Skarsgard e il produttore David Barron. Diligentemente uno per uno i quattro in scena dicono una frasetta introduttiva su quanto è stato faticoso ma anche bello fare il film, su come porti una visione nuova di Tarzan sullo schermo e infine, segnatevi questa, Margot Robbie chiude precisando che nonostante sia un film su Tarzan, la sua Jane non è per niente una dama da salvare e basta. Storicamente però noi sappiamo che Jane è LA dama da salvare, un punto di riferimento narrativo proprio. Sembra dura immaginare che davvero non lo sia, che ne abbiano stravolto così tanto il ruolo in una storia che proprio su quello, sull’uomo delle caverne che protegge e salva la donnina civilizzata punta grandissima parte del suo appeal.

Partono le scene e contrariamente a quanto siamo abituati invece che vederne poche lunghe (due-tre di solito) ne vediamo molte corte. L’intento, sembra di capire, è quello di far vedere quante più aspetti diversi del film possibile.

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1. Le origini
È quello che probabilmente sarà l’inizio, i genitori di Tarzan nella giungla, le scimmie grandi e grosse che li accerchiano, la morte e poi una di queste scimmie che prende Tarzan nonostante altre non paiano d'accordo. Sono le scimmie, anzi è la giungla, ad aver ucciso i veri genitori di Tarzan ed è la giungla a prendersi cura di lui.
Le scene sono desaturate per dargli ancora più un tono di ricordo.

2. L’infanzia
Sequenza quasi gemella la seconda, in cui Tarzan è ancora piccolo (e già fa un po’ ridere che il bambino attore sia truccato da selvaggio in un modo un po’ teatrale ma poi le scimmie digitali siano perfette), c’è come un battibecco tra scimmioni e il suo scimmione-mamma viene malmenato e inseguito tra le fronde da uno che è molto riconoscibile perché cieco da un occhio. È facile immaginare che proprio per questo dettaglio si tratti di una scimmia cattiva che ricorre più volte nel film e che così possiamo distinguere dalle altre.

Qui vediamo per la prima volta un po’ di azione tra gli alberi, siamo nel campo del gran dispendio digitale come sapevamo. Un videocamera virtuale si butta dalla cima dell’albero assieme alle scimmie, le segue e si avvita con loro tra le liane. Bello ma non troppo lontano da quel che abbiamo visto anni fa nel Tarzan della Disney.

3. L’amore
In una notte nella giungla Jane, una capanna, sente i richiami degli animali, ad ogni verso lei ad alta voce dice il nome dell’animale e poi aggiunge “...in calore” (anche se in italiano non credo che lo tradurranno così, più probabile che diventi “...in amore”), fino a che alle sue spalle compare Tarzan e si baciano lasciando intendere che molto altro seguirà. E molto altro di animalesco che proprio per questo non vedremo.
Questa scena non ci ha convinti molto.

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4. Il rapimento
Scena con molti personaggi, Tarzan è vestito in abiti civili e vediamo Christoph Waltz nei panni del cattivo europeo, il suo personaggio preferito. Ha un baffetto primi novecento invidiabile, un doppio petto bianco da colono e un inevitabile panama bianco. Si agita poco, è molto composto, è il cattivo imprenditore, la persona per bene che vuole sfruttare chi non è civilizzato per soldi. È una scena abbastanza confusa, ci sono due fazioni, una che scappa e una che insegue, Tarzan non è troppo a suo agio e dà l’impressione di essere la scena della sconfitta che stimola una seconda vendetta.

David Yates, lo sappiamo già dai molti Harry Potter che ha diretto, non è proprio un mago dell’azione e qui si vede.

5. L’assalto al treno
Questa dovrebbe essere una delle scene d’azione migliori ma come un po’ tutto quel che abbiamo visto oscilla tra l’impeccabile e l'improbabile. Tarzan, un cacciatore interpretato da Samuel L. Jackson e due membri di una tribù africana che non parlano (probabilmente appartenenti alla medesima di Djimon Hounsou che in queste scene non si vedrà mai) sono sulla sommità di un monte, da lì vedono un treno su cui dovranno salire ma è lontanissimo. Per arrivarci prima si tuffano sulla cima degli alberi non facendosi niente (da che capiamo che il tono del film sarà più fantasioso che realistico) e poi decidono di saltare sul treno in corsa gettandosi con delle liane.
Qui scopriamo anche il vero ruolo di Samuel L. Jackson, ovvero l’alleggerimento comico. Fa le battute, è fuori posto e non sa muoversi nella giungla, sbaglia ogni decisione ma pare anche abbastanza leale con Tarzan.
Una volta deciso di lanciarsi con le liane ovviamente Samuel L. Jackson prende quella sbagliata e Tarzan gli fa segno di montare sulle sue spalle, di aggrapparsi a lui come un koala. Quando si getteranno effettivamente ci sarà una carrellata digitale a seguirli mentre oscillano tra le fronde e poi piombano sulle carrozze del treno, alternata ad una ripresa stretta dei due, uno abbracciato all’altro, che ricorda quell’effetto un po’ straniante che si vedeva nel primo Spider-Man di Sam Raimi, quando l’uomo ragno porta in salvo Mary Jane e vengono inquadrati da vicino mentre oscillano.

La scena è bella, il punto di vista dell’eroe che si getta ad altissima velocità su un oggetto anch’esso lanciato ad altissima velocità, abbattendo nemici e fendendo il fumo della locomotiva, è un buon momento.

6. Le minacce cortesi
La scena successiva è quella discorsiva in cui Christoph Waltz, seduto a tavola, minaccia Jane e contemporaneamente cerca di portarla dalla sua parte. Qui dovrebbe essere mostrata la combattività di Jane ma non sembra di essere troppo lontani dalle solite dame in attesa di essere salvate.

In una tavola ben imbandita un raffinatissimo villain taglia con educazione la carne e sorseggia vino mentre Jane davanti a lui fa lo stesso. Il dialogo è come si vuole in queste scene affabile e fascinoso, ma Jane non cede e dalle sue risposte astiose capiamo che il piano malvagio consiste nel ridurre in schiavitù una popolazione africana. A un certo punto lui si accorge che lei sta tramando qualcosa e ne reprime il tentativo tirandole un braccio con un monile, una collana, legata intorno al suo polso. È una scena di violenza molto cortese e moderata ma che rimarca con fermezza come la combattività di Jane non abbia molto seguito e venga facilmente repressa, come in buona sostanza non possa tirarsi fuori dai guai da sola.

7. Lotta con le scimmie
Tarzan, ancora vestito in abiti civili, è in mezzo alla giungla con Samuel L. Jackson e incontrano la sua famiglia, cioè le scimmie. E non sono felici. È una situazione pesante, Samuel L. Jackson tra una battutina e l’altra vorrebbe sparare ma Tarzan spiega che se lo facesse tutte le altre scimmie li assalirebbero tutte insieme, invece ora lui si batterà con una di queste, suo fratello, che vedendolo vestito da uomo e con gli uomini lo considera un traditore. Tarzan si spoglia (non è ben chiaro perché) e lo scimmione che lo sfida si fa avanti. La disparità di potenza muscolare è evidente e Tarzan viene sbatacchiato e malmenato fino a che con un colpo d’astuzia monta sulla scimmia e gli fa una presa da MMA (giuro).

La combinazione di digitale e umano è molto ben fatta, anche se la complessa scena di lotta è tutta ripresa a stacchi rapidi annullando il potere coreografico di due corpi in contrasto.

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8. La carica degli gnu
Qui si intuisce che siamo vicini al finale, la scena è un po’ più lunga e vediamo la classica disposizione: Jane è prigioniera del malvagio Waltz, che apertamente dice di attendersi che essendo lei Jane e lui Tarzan, lui si presenti per salvarla. Come già visto nel trailer è probabile che ci siano un buon numero di strizzatine d’occhio “meta” come questa, cioè di momenti in cui i personaggi sembrano sapere quale sia la mitologia di Tarzan.
Ad ogni modo Tarzan, sempre con i membri di una tribù africana ad aiutarlo, arriva e con lui una carica di gnu (digitali) che distruggono tutto il set (digitale) mentre i cattivi (reali) scappano per mettersi in salvo.
È una scena di grande distruzione (più che altro digitale) ben eseguita ma che, un po’ come il resto del film, impressiona ben poco chi è abituato a vederne.

***

Nel complesso quel che è emerso dalla visione di queste poche scene è un film abbastanza ordinario. Ben eseguito, impeccabile specie nell’importante comparto digitale (praticamente quasi tutto quel che sì vede lo è), ma anche poco maturo e duro come la fotografia dai toni scuri lascerebbe intuire.

È curioso che Margot Robbie ci abbia tenuto a precisare che Jane non è una dama da salvare e basta perché quel che abbiamo visto fa pensare proprio al contrario. Ovviamente è troppo presto per dirlo e magari tutte le scene che mostrano l’opposto sono tra quelle che non abbiamo visto.

È inoltre difficile non pensare a Il libro della giungla. I film hanno storie molto diverse, questo è vero, ma con quel tempismo che spesso caratterizza Hollywood arrivano praticamente insieme al cinema (non è stato diverso per Civil War e Batman V Superman), due film con giungla digitale tratti da romanzi del primo novecento e già diventati animazione.

Se però il film Disney aveva impressionato per la sua visione della giungla e dei rapporti tra animali, qui il realismo più forte forse gioca un po’ contro. Almeno da queste prime scene sembra che Tarzan, l’uomo scimmia che lotta contro gli uomini a favore degli animali, faccia un uso molto più ordinario delle stesse ambientazioni in cui Mowgli, il ragazzo lupo che vive come animale tra gli animali, invece faceva sognare.

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