The Irishman - Tutto quello che abbiamo imparato dallo speciale "Parlano i protagonisti"
La conversazione tra Pacino, De Niro, Pesci e Scorsese che è su Netflix assieme a The Irishman contiene diverse storie mai sentite
Si tratta di un contenuto promozionale ma a differenza di molte interviste in cui i protagonisti sono un po’ abbottonati, qui sembra si lascino andare di più e soprattutto sono tutti insieme, bisognosi di rassicurarsi, darsi man forte e raccontare gli uni i pregi degli altri. Tra le pieghe di un convenevole e l’altro si trovano però diverse scoperte.
Al Pacino esplode
Joe Pesci racconta di come ad un certo punto fosse spaventato dal fatto che sapeva che Al Pacino sarebbe esploso prima o poi, nel senso che avrebbe avuto un momento di recitazione a toni alti in cui il suo personaggio ha un’esplosione. I due sono rivali nel film e hanno qualche scena insieme, tuttavia il personaggio di Joe Pesci è molto riflessivo, cauto e ben diverso dai soliti gangster che ha interpretato, non sapeva quindi che fare se Pacino, nelle sue improvvisazioni, ad un certo punto fosse esploso come gli capita. Al “ha bisogno di farlo io lo so”, racconta Pesci di aver detto a Scorsese e in effetti una volta nel film avviene.
Joe Pesci voleva un altro ruolo
Il ruolo che Pesci ha avuto non era quello che aveva preferito appena letta la sceneggiatura. Nonostante sia una parte più piccola e marginale ha subito espresso il desiderio di interpretare Anthony Provenzano (Tony Pro). Il ruolo poi è andato a Stephen Graham e, con il senno di poi, forse è più un personaggio simile a quelli che Joe Pesci aveva già interpretato per Scorsese. Il che è strano perché la ragione per la quale lo preferiva è che a detta sua “non è il solito gangster”.
Al Pacino è il soggetto di turno
Lungo tutta la conversazione Al Pacino è il più preso in giro dei 4. Ognuno scherza e ride con gli altri ma su di lui si concentrano la maggior parte delle battute e lui non replica, come se fosse un po’ più soggetto del terzetto (che a differenza sua si conosce da sempre). Ad un certo punto parlando di motion capture Joe Pesci ironizza: “Ti aggiustano la faccia ma guarda che non ti aggiustano la recitazione” rivolto proprio ad Al Pacino (!) e tra le risate generali si sente Pacino commentare: “Beh io continuo a sperarci”.
Scorsese aveva paura di dire ad Al Pacino che una scena non andava bene
Era la prima che hanno girato, che poi è la prima che i due abbiano mai girato insieme. Racconta Scorsese che aveva un po’ di tensione perché lavorare con Pacino era qualcosa che aveva inseguito a lungo e questo era il primo passo. La scena in questione è quella in cui Jimmy Hoffa sta guardando in televisione l’elezione di Kennedy e, furioso, si alza e se ne va. La girano due volte e tutto sembra andare bene, non fosse che un assistente gli fa notare che la maniera in cui Pacino si alza è un po’ lenta, come una persona anziana e non come una di poco meno di 50 anni quale era in quel momento. Scorsese ha quel punto aveva seriamente paura di andare lì e spiegargli questa cosa.
De Niro e le scale
La questione dei movimenti del corpo non è da poco (e il film un po’ ne soffre) perché se il volto è ringiovanito di certo non lo sono i movimenti. Anche Robert De Niro ad un certo punto racconta che in una scena in cui scende le scale gli è stato suggerito di muoversi diversamente di essere più frizzante e avere più sprint perché in quel momento il suo personaggio è giovane.
Scorsese è capace di notare un orologio fuori tono nella folla
Per spiegare la mania e la precisione di Scorsese ad un certo punto Joe Pesci ricorda di una volta sul set di Toro Scatenato in cui bloccò una scena di massa con tutto il pubblico accanto al ring, perché si era accorto che una persona aveva un orologio che non apparteneva all’epoca del film. “Era evidente” ribatte Scorsese “Ma a chi?? A te!” replica Pesci. Era un orologio digitale.
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