The Handmaid's Tale: le differenze tra la serie ed il libro
Tutte le differenze tra la serie The Handmaid's Tale e l'omonimo romanzo di Margaret Atwood a cui lo show è ispirato
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Ma quali sono le maggiori differenze tra il romanzo e la serie? Proviamo qui di seguito ad elencare quelle più significative.
Il nome di Offred
La Gilead meno razzista della serie
In una maniera che ricorda molto la politica nazista, nel romanzo, i rappresentanti della Repubblica sono profondamente razzisti, tutti i non-bianchi, così sono definiti, vengono allontanati, probabilmente uccisi o resi schiavi, mentre nella serie vediamo molti personaggi di colore, compresi Moira ed il marito e la figlia di June. Nel romanzo, inoltre, Moira è apertamente gay e viene dichiarato che prima dell'avvento della nuova Repubblica era sposata con una donna, mentre questo aspetto non viene mai affrontato nella serie, in cui invece ad essere gay è la Ofglen di Alexis Bledel, che intrattiene una relazione con una marta. Bruce Miller, il creatore della serie, ha detto di essersi confrontato a lungo con la Atwood prima di decidere di apportare qualsiasi modifica al romanzo e di essere poi giunti di comune accordo con lei alla conclusione di inserire personaggi di colore nella serie perché "c'è una differenza tra fare uno show sul razzismo ed uno show razzista, in cui si finisce per non assumere nessun attore di colore". La stessa protagonista della serie, Elisabeth Moss, ha poi dichiarato in proposito:
"Volevamo che le persone potessero relazionarsi alla storia, che potessero rivedersi nei personaggi e se vuoi ottenere questo risultato, devi scegliere ogni genere di persona, devi riflettere l'attuale società".
Fred e Serena Joy Waterford sono molto più giovani nella serie
Nel romanzo, sempre grazie alla spiegazione finale data dal Professor Pieixoto, veniamo a sapere che l'identità di Fred e Serena Joy non è affatto certa, sebbene venga confermata l'esistenza di un Comandante Waterford, non risulta infatti che egli fosse sposato ad una donna di nome Serena Joy. Entrambi poi sono molto più vecchi dei personaggi interpretati da Joseph Fiennes e Yvonne Strahovski. Il Comandante è descritto come un uomo dai capelli grigi e folti baffi, mentre di Serena Joy, a cui nella serie viene interamente dedicato un episodio, nel libro, si saprà davvero molto poco: di lei scopriamo solo che una volta era stata un famoso volto della TV, nonché predicatrice evangelica. Nella serie Serena Joy diventa invece una delle promotrici della Repubblica di Gilead, aiutando addirittura a scrivere la prima stesura delle leggi che la governeranno. Di lei sappiamo anche che è stata l'autrice di un romanzo che promuoveva l'idea del ritorno al "femminismo domestico" e che fu arrestata per le sue idee sovversive. Miller ha poi dichiarato che, considerato che nello show Serena Joy avrebbe avuto molto più spazio, hanno pensato di ringiovanire il personaggio, soprattutto per rendere la dinamica del suo rapporto con Offred/June più interessante e conflittuale.
Il personaggio di Offred
Tra la Offred del libro e quella sella serie TV ci sono molte differenze, anche (e soprattutto) a livello caratteriale. La protagonista del romanzo, per esempio, è molto più passiva di quella delle serie TV, quando il Governo leva alle donne il diritto al lavoro, lei non si unisce a quella moltitudine di donne che protesta per le strade di tutto il paese e quando Ofglen le chiederà di spiare il Comandante Waterford per la resistenza, lei rifiuta di farlo. La Offred del romanzo è una donna che si preoccupa di sopravvivere, più che di opporsi al regime che la rende schiava e che nella sua stessa sopravvivenza trova una forma di ribellione. Il personaggio interpretato da Elisabeth Moss è invece molto più combattivo e la ragione di questa scelta, sempre secondo il creatore della serie, deriva dal fatto che sarebbe stato più interessante per il pubblico constatare quale enorme differenza ci fosse tra le azioni ed i pensieri di Offred: se nello spirito la protagonista della serie è infatti una vera ribelle, il suo comportamento è quello di una donna sottomessa, ma è una finta sottomissione, che rasenta la manipolazione.
Di Offred, poi, nello show finiamo per conoscere molto più del suo passato di quanto di lei non si sappia nel romanzo e molti dei flashback della serie hanno lo scopo di mostrare la lenta trasformazione della società che ha portato alla nuova Repubblica, una trasformazione vissuta attraverso le esperienze della protagonista quando per esempio, lei e Moira vengono attaccate verbalmente in un bar, quando perde il lavoro o quando la sua bambina viene rapita in ospedale (nel romanzo avviene invece in un supermercato e quando Hannah ha già qualche mese), quando cominciano le proteste di piazza e le marce per i diritti delle donne e osservando la nascita del rapporto con Luke, tutti dettagli di cui nel romanzo non vi è quasi traccia, se non qualche accenno.
Come è inevitabile, tra un libro piuttosto breve come Il racconto dell'ancella e la serie in dieci puntate The Handmaid's Tale, le differenze sono molte - oltre a quelle principali che abbiamo descritto qui sopra - gli autori, per esempio, hanno sentito anche la comprensibile necessità di adeguare la serie ai nostri tempi, dove nel romanzo non esiste fondamentalmente la tecnologia, nella serie compaiono gli smartphone e si fa persino cenno ad Uber, ma nonostante i molti cambiamenti, il bello dello show è che è riuscito a non tradire il cuore pulsante del romanzo, probabilmente anche aiutato dal fatto che gli argomenti trattati - sebbene siano portati all'estremo - suonano paurosamente attuali. E sebbene alla domanda se sia una coincidenza che Bruce Miller abbia deciso di adattare il libro allo schermo televisivo proprio adesso, non siamo purtroppo in grado di rispondere, possiamo immaginare che, al di là dell'innegabile fascinazione del racconto della Atwood che avrà spinto Miller a sceglierlo, dubitiamo che sia un caso che questo adattamento sia stato concepito e ricercato proprio ora. Dopotutto, parte del motivo per cui questa serie ha riscosso tanto successo è proprio legato al fatto che sembra rappresentare le più grandi paure di una società come quella americana che al momento sta vivendo grandi conflitti e trasformazioni sociali.