The Guardians of Justice: cosa aspettarsi dalla nuova serie Netflix ideata da Adi Shankar

Lo show The Guardians of Justice è arrivato oggi su Netflix, ecco cosa potete aspettarvi dai sette episodi ideati da Adi Shankar

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La serie The Guardians of Justice è arrivata su Netflix quasi avvolta dal mistero, considerando i pochi materiali promozionali che hanno anticipato il suo debutto, ma il progetto ideato da Adi Shankar sembra destinato a far parlare a lungo di sé, in particolare tra gli appassionati del mondo dei fumetti e dei supereroi. Ecco cosa potete aspettarvi dalla storia dal racconto di un mondo alle prese con la drammatica morte dell'eroe che ha salvato il mondo dalla Terza guerra mondiale, Marvelous Man.

Il produttore di Castlevania ha lavorato per quasi un decennio alla creazione della serie che propone un approccio satirico alla società fondendo stili, suggestioni, tematiche sociali, sequenze in live-action e animate, immagini costruite come un videogioco e un'indagine in stile detective. Tutti elementi che sono stati fusi insieme per dare vita a sette puntate della durata variabile compresa tra i venti e i quaranta minuti.

La trama della serie The Guardians of the Justice

La storia, suddivisa in capitoli proprio come un'opera letteraria, si apre con il supereroe Marvelous Man, in passato riuscito a mantenere la pace sulla Terra, che in diretta televisiva si toglie la vita. Knight Hawk, che ha combattuto a lungo al suo fianco, decide di indagare su quanto accaduto, mentre la moglie dell'eroe si dichiara convinta che il marito non si sia tolto la vita, ma sia vittima di un omicidio.
Gli eventi propongono poi un susseguirsi di scoperte, attacchi violenti, critiche ai politici e uso dei mezzi di comunicazione per diffondere propaganda non esitando a criticare apertamente la spettacolarizzazione della violenza, e tentativi di modificare gli equilibri mondiali.

Le fonti di ispirazione

La serie di Shankar attinge a piene mani alle storie dei fumetti Marvel e DC, con personaggi dal look e dalle storie con numerosi punti in comune con Batman e Robin, Spider-Man, Flash, gli X-Men e Wonder Woman.
Ogni puntata evidenzia inoltre quanto le avventure dei Guardiani siano legate alla cultura pop degli anni '80 e '90. Sullo schermo si vedono infatti grafiche e sequenze che ricreano le immagini dei videogame dell'epoca con tanto di barra della vita degli avversari che diminuisce durante gli scontri, mentre le inquadrature propongono la grafica dei classici sparatutto in prima persona.
Adi Shankar, inoltre, ha dichiarato che si è ispirato a cult del cinema come RoboCop, Atto di Forza e Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba, citato esplicitamente persino nel titolo del terzo episodio.

Il creatore di The Guardians of the Justice, in un'intervista rilasciata a Paste Magazine, aveva inoltre anticipato che l'approccio originale alla narrazione, che cambia costantemente a livello visivo, "riflette come funzionano i mie i ricordi. Quando penso, ricordo, o immagino, di solito è qualcosa che esiste con diverse atmosfere, colori e mezzi, tra cui animazione e iper realtà dal ritmo concitato".
Le puntate si sviluppano infatti in modo rapido grazie a una formula davvero ricca di cambiamenti improvvisi che alternano intere scene animate in 2D a momenti in stop motion, senza dimenticare le riprese live-action con costumi e scenografie che sembrano tratte direttamente da un film "vintage".

The Guardians of Justice

The Guardians of Justice

Nella prima stagione dello show ci sono moltissimi attori dalle esperienze professionali precedenti molto differenti. Tra i nomi più conosciuti ci sono quelli di Brigitte Nielsen, Jane Seymour, Kellan Lutz, Edi Cathegi, Jackson Rathbone, Denise Richards, Zachery Ty Bryan, Derek Mears, RJ Mitte, Hal Ozsan, Christopher Judge e Andy Milonakis.
I ruoli principali sono stati affidati a Diamond Dallas Page, coinvolto nel progetto fin dalle prime fasi di sviluppo della serie con la parte di un eroe dalla maschera che ricorda quella di Michael Keaton in Birdman fusa a un make up in stile Batman, e Sharni Vinson che Shankar ha voluto coinvolgere dopo aver visto in You're Next, essendo sorpreso dal fatto che l'attrice non riuscisse a ottenere ruoli da protagonista nel mondo di Hollywood.

Una serie che ha il coraggio di cambiare

La visione delle sette puntate che compongono la prima stagione diventa una vera e propria esperienza. Gli spettatori, puntata dopo puntata, non possono anticipare cosa racconterà il capitolo successivo e momenti in cui sullo schermo si dà spazio alle violenti azioni terroristiche di gruppi violenti in stile Ku Klux Klan si alternano a passaggi divertenti e persino a momenti romantici, con appuntamenti tra supereroi e tradimenti in stile soap opera, senza dimenticare ironici approcci alla psicoterapia e bambini perennemente di fronte agli schermi televisivi.
L'imprevedibilità che contraddistingue il racconto e il modo in cui verrà proposto riesce a far distringuere The Guardians of Justice dagli altri show, in questo periodo storico davvero numerosi, legati al mondo dei supereroi e sarà interessante scoprire il modo in cui verrà accolta la serie dagli appassionati del genere e dal pubblico di Netflix. Il mondo distopico portato sugli schermi, con tanto di riferimenti a un conflitto iniziato dall'Unione Sovietica, riesce nonostante la sua "follia" a mantenere il suo legame con la società contemporanea e al tempo stesso dare spazio alla nostalgia per gli anni '80 e '90, risultando uno di quei titoli destinati a dividere in modo anche drastico le opinioni degli spettatori.

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