The Batman è puro teen angst e qui sta la grandezza del film di Matt Reeves

La chiave della nuova versione di Batman è tutta nella teen angst declinata in tutti i comparti, dalla recitazione alla fotografia, dalla scrittura alla scenografia

Critico e giornalista cinematografico


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Spoiler Alert
Lo dovevamo già capire dall’uso di Something In The Way dei Nirvana nel trailer di The Batman, ma talmente sono abusate le musiche pop e rock in quei video (senza che poi si trovino nei film) che nessuno ci aveva fatto realmente caso. Invece non solo il brano è molto presente nel film ma è tutto coerente: la musica, la scelta del protagonista, la trama che ha a che vedere con i legami di famiglia di molti personaggi e, ancora, l’età del personaggio. The Batman contamina la classica indagine da Detective Comics con l’introspezione di problemi e questioni irrisolte di Bruce Wayne, come se lui fosse un adolescente inquieto, rappresentando la sua tensione verso la giustizia e l’espiazione di un trauma da cui non esce come se fosse il ragazzo problematico del liceo.

La grandezza di Matt Reeves sta nel lavorare a fondo su questo inquadramento del personaggio. Non solo nel look (il trucco nero intorno agli occhi lo ha sempre, fin dal Michael Keaton ma non lo avevamo mai visto così bene senza maschera con ancora il nero addosso che lo fa sembrare un emo) ma anche nella maniera in cui guarda ed è guardato dagli altri. Uno dei momenti più significativi di questo film sta all’inizio, quando Batman sulla scena del delitto passa in un corridoio formato da poliziotti schierati su entrambi i lati. Reeves si prende tutto il tempo del mondo e lo fa passare piano, camminando con lentezza perché possiamo immedesimarci in qualcuno che è guardato male, nella sensazione di sentirsi fuori posto. Non è quello cui Batman ci ha abituati. Di solito compare più o meno all’improvviso e altrettanto all’improvviso scompare, non c’è il tempo di notare come lui pensa di essere percepito. Qui invece è subito chiaro come si senta Bruce Wayne sotto quella maschera, il senso di opposizione, l’essere considerato meno degli altri, osteggiato e, in una parola, fuori dal mondo.

the batman occhiali

Bruce Wayne ha circa 30 anni, che è anche l’età di Robert Pattinson che lo interpreta, ma ci appare come un teenager inquieto e insoddisfatto, pieno di rabbia verso il mondo. Ad un certo punto dirà qualcosa riguardo il padre di fronte ai boss mafiosi facendo la figura dell’illuso, di chi non sa come funzionano davvero le cose, proprio la figura del ragazzo contrapposto agli uomini. E ancora sempre tramite lo sguardo si crea un parallelo profondo tra Bruce Wayne e un bambino in cui lui rivede sé stesso, non solo il suo trauma ma proprio la sua posizione. In fondo sono solo 2 anni che fa questo lavoro, che cerca di ripulire Gotham e le volte in cui non capisce sono più di quelle in cui capisce: su tutto, non si spiega perché la situazione non migliori. Questa cosa lo divora dentro. Non sembra insomma l’uomo sicuro di sé, ma traumatizzato che è il Bruce Wayne classico.

Era difficilissimo conciliare tutto questo che sembra all’opposto di quel che il personaggio è, tutta questa insicurezza, con anche le doti da detective e la capacità di battersi con efficacia e risultare sempre superiore all’avversario. Tuttavia quello che la scrittura potrebbe faticare a rendere credibile il suo senso lo trova nelle immagini. The Batman potrebbe non convincere logicamente invece convince passando per l’intuizione, per l’atmosfera, per il mondo buio e per i riferimenti alle sottoculture (emo su tutte, ma anche grunge ovviamente). È un mondo che in un certo senso conosciamo e un tipo di romanticismo perduto e adolescenziale che si mescola al mondo ugualmente perduto dell’hard boiled, asciugato del sesso.

the batman romanticismo

Forse solo quest’ossessione per pochi colori, per una notte perenne piena di pioggia, per lo spoglio di tutte le ricchezze (non sembra mai davvero abbiente Bruce Wayne) e per la negazione di qualsiasi forma di godimento nell’essere Batman, poteva raccontare così bene il male di vivere adolescenziale, quella forma molto particolare di spleen in cui la tempesta ormonale si scontra con l’impreparazione e il futuro appare buio, l’autorità appare fallace, i genitori appaiono un modello da rifiutare e ribaltare. L’unico lume, a parte il commissario Gordon (che incarna la figura del professore-amico, l’eccezione che vuole aiutare il ragazzo, un padre surrogato) è Selina Kyle, anche lei ragazza nell’apparenza e nel comportamento, piena di problemi con i genitori veri o allegorici che siano, indipendente e solitaria che, come sempre, trova in Batman un’anima affine. La relazione tra i due si fonda sull’odio per il resto del mondo e sullo smarrimento reciproco. Non è il rapporto che stabilivano Michael Keaton e Michelle Pfeiffer, né quello di Christian Bale e Anne Hathaway. Non a caso ci regala uno dei momenti più disperatamente romantici della saga di Batman, l’uscita a due dal cimitero in moto, insieme ma separati, una vita che non hanno mai vissuto e non vivranno, destinati a stare separati.

In tutto questo il corpo di Robert Pattinson è il più giusto di tutti: l'attore poteva apparire inadeguato alla parte e invece, in questa lettura, è perfetto. Fin da Twilight (ancora oggi la serie di film che più ne definiscono l’immagine) ha assorbito su di sé le caratteristiche del corpo maschile romantico e sofferente. Molto della sua carriera è stato anche questo, un modello di uomo fragile e sensibile anche quando coinvolto in fatti duri (si pensi a Good Time dei Safdie e quell’eccezionale unione di tigna e sofferenza), decisamente più rivolto al proprio intimo che ai rapporti con gli altri, perfetto per relazioni romantiche più che di sesso. Corpo asciutto e perennemente adolescente, sguardo smarrito e facile alla rabbia disperata.

the batman smarrito

Questo Batman è forse uno dei pochi che all’estrema razionalità del detective, associa anche dei momenti di autentica disperazione, di rabbia furiosa e violenta che non viene dalla fine della pazienza (come pure era capitato) ma da una sofferenza profonda e insanabile, coccolata, curata ed esaltata dal film che proprio quello vuole raccontare: il buco nero pieno di pioggia e senza sola della teen angst, l’angoscia adolescenziale.

Vi ricordiamo che The Batman è uscito al cinema lo scorso 3 marzo. Trovate tutte le informazioni sulla pellicola nella nostra scheda.

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