The Acolyte: i possibili sviluppi futuri e il bilancio finale

Conclusa l’esperienza di The Acolyte – La Seguace sugli schermi di Disney+, proviamo a tirare le somme della serie di Star Wars

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Conclusa l’esperienza di The Acolyte – La Seguace sugli schermi di Disney+, la miniserie di Star Wars che ha portato in scena i drammi e le speranze dei Jedi degli ultimi giorni dell’Alta Repubblica, le trame di un Jedi rinnegato e potenziale Sith e lo strano percorso di due gemelle legate da un destino speciale, proviamo a tirare le somme della vicenda. L’episodio finale è stato molto ricco di potenziali agganci a una seconda stagione e per prima cosa esamineremo quali trame e quali temi potrebbero essere approfonditi nel caso il sipario si alzasse di nuovo sulla serie concepita dalla showrunner Leslye Headland. Ma al di là di questo, vogliamo anche tentare di dare uno sguardo d’insieme a questo esperimento narrativo per valutarne i pro e i contro con occhio più distaccato e imparziale possibile, concentrandoci sugli elementi narrativi veri e propri e cercando di tracciare la strada migliore per quella che potrebbe essere una seconda stagione.

Potenziali Sviluppi Futuri

Ovviamente è il gioco dei Sith e la regola dei due a fare la parte del leone nel toto-sviluppi. La sinistra figura che spiava Qimir e Osha nell’ombra è Darth Plagueis, protagonista della leggenda che Palpatine racconta ad Anakin, descrivendolo come qualcuno che era riuscito a usare i midichlorian per creare la vita. Essendo Plagueis in campo, come si svilupperà la dinamica maestro-apprendista? Qimir è il suo apprendista ufficiale o è solo un Jedi decaduto che spera di diventarlo? Avere portato Osha dalla sua parte lo spingerà a tentare di eliminare il maestro per rinnovare la dinamica dei due?

Inoltre, in un futuro troppo lontano, qualcuno dovrà fare da maestro a un giovane Sheev Palpatine. Viene quindi da credere che in qualche modo i piani di Qimir e Osha non vadano a buon fine, altrimenti ci ritroveremmo nell’improbabile situazione in cui Plagueis sia stato eliminato da uno dei due e Qimir o Osha siano il maestro Sith di Palpatine, situazione alquanto surreale.

Se sul fronte dei Sith le cose sono complicate, anche i Jedi non se la cavano benissimo. Al centro della rete di segreti e omissioni sta Vernestra Rwho, che sotto le pressioni del Senato ha scelto di archiviare tutta la vicenda incolpando Sol dei delitti dei Jedi che hanno turbato l’ordine. Per di più, Vernestra ha ancora dei trascorsi da scoprire e delle questioni in sospeso con Qimir, che è stato suo Padawan in passato. Quindi oltre alle bugie dette per proteggere l’Ordine, Vernestra cerca anche di tenere nascosto il fallimento personale col suo Padawan.

Le pressioni del Senato, incarnate dalle invettive del Senatore Rayencourt, lasciano anche presagire che sarà questo uno dei motivi per cui, in epoca prequel, i Jedi del Consiglio daranno uno stretto giro di vite e saranno molto più intransigenti sulla questione del controllo delle emozioni e sulla proibizione degli attaccamenti personali (circa un secolo prima, nel ciclo di racconti dell’Alta Repubblica, il Jedi Elzar Mann si trova in una situazione analoga che probabilmente contribuirà a mettere in cattiva luce le emozioni personali dei Jedi).

Restano infine in sospeso le vicende che riguardano Osha e Mae. L’una ha dimenticato l’esistenza dell’altra, ma un incontro tra le due e forse la restituzione dei ricordi in un futuro più o meno lontano è da mettere in conto. E ancora tutta da esplorare è la questione della Vergenza su Brendok, la concentrazione di Forza che consente di creare forme di vita, e che quindi viene immediato collegato alle trame future di Darth Plagueis.

La scena finale della serie tira infine in ballo il grande assente della vicenda, il Maestro Yoda, ma resta da scoprire come. Vernestra vorrà almeno con lui essere più esplicita su quello che è successo oppure Yoda sarà suo complice nell’operazione di “insabbiamento” volta a placare i sospetti del Senato? In breve, la carne al fuoco per una stagione o forse anche più di una non manca. Premesso questo, andiamo a tirare le somme di questa serie con una maggiore visione d’insieme.

Bilancio Finale

Partendo dai lati positivi, diremo subito che The Acolyte incarna molto bene quella che è l’epoca starwarsiana che rappresenta, vale a dire il periodo di transizione tra l’Alta Repubblica che abbiamo imparato a conoscere nei cicli letterari e a fumetti, e il periodo dei prequel, dove sia i Jedi che la Repubblica sono al tramonto. Questo lo fa sia mettendo sul piatto molte delle tematiche tipiche delle due epoche (la vergenza, i Sith nascosti, le ingerenze politiche, i Jedi in bilico tra grandezza e decadenza) sia lavorando sul piano estetico (le atmosfere più arcaiche sono percepibili, ma affiorano qua e là anche molti elementi visivi, dai Neimoidiani della Federazione dei Mercanti alle scene del Tempio Jedi su Coruscant.

Vale anche per le scene d’azione: i duelli di spade laser sono ottimi, mantengono la fluidità e la frenesia che abbiamo imparato a conoscere nei prequel, ma sono comunque più “terreni” e pragmatici rispetto alle piroette più eccessive che ci hanno fatto conoscere gli episodi I-III.

Va infine riconosciuto alla serie il fatto di essere stata molto generosa, forse fin troppo, nel voler proporre nuovi personaggi, nuove tematiche, nuove situazioni e nuovi eventi da esplorare. Forse fin troppo non perché Star Wars debba procedere col freno a mano quando si tratta di innovare e di esplorare nuove strade, tutt’altro. Bensì perché le novità hanno bisogno dei tempi e dei modi giusti per essere sviscerate e apprezzate a dovere. E qui veniamo ai contro.

Il tempo è il primo grande nemico di The Acolyte. Per una storia che si prefigge di alzare il sipario su una nuova epoca, raccontare la storia di quattro Jedi fallaci, quella di due gemelle create in maniera anomala e legate a un destino speciale, quella di un Jedi rinnegato e probabile Sith, quella di una congrega che si approccia alla Forza in modo diverso e quella di un ordine che deve gestirsi tra fedeltà agli ideali e pragmatismo politico, gli otto episodi da poco più di mezz’ora l’uno probabilmente non sono bastati. Ne è conseguito che certi aspetti sono stati accennati ma sono rimasti in sospeso, altri sono stati sbrigati con molta fretta, altri ancora sono risultati poco comprensibili. Più sinteticamente, difficoltà di sceneggiatura: non tanto nel proporre nuove idee, che sulla carta sono tutte intriganti, quanto nello sviscerarle e nel risolverle. Qualche elemento in meno e un maggior approfondimento in cura di quelli trattati avrebbero forse fatto contenti tutti.

Il tempo è nemico di The Acolyte anche nel mondo reale oltre che nelle tempistiche di narrazione. La mancata rifinitura a livello di sceneggiatura può essere frutto della necessità di sfornare serie e prodotti con tempistiche che sono nemiche della qualità. È solo una teoria o un’impressione, ma un indizio che dà credito a questa ipotesi è il fatto che serie come Andor per Star Wars e X-Men ’97 su altri canali Disney+ hanno avuto tempi di gestazione molto lunghi. Frustrante per il pubblico affamato di prodotti da consumare, ma più gratificante una volta che il risultato finale è giunto sul piatto.

In conclusione: l’esperienza di The Acolyte non è affatto da buttare, e al netto una sceneggiatura a tratti troppo veloce o vagamente confusa, regala comunque molte scene genuinamente emozionanti e intriganti. Fa soprattutto un buon lavoro di world-building andando a esplorare una fascia temporale finora rimasta intoccata e mette sul piatto molti elementi che arricchiscono l’universo starwarsiano presente e potrebbero lanciare ulteriori trame molto interessanti in futuro. Con la sola, importante raccomandazione di fare tesoro della lezione di questo primo esperimento e di calcolare meglio sia i tempi e le tematiche narrative, sia quelli di realizzazione. È la conditio sine qua non per una potenziale seconda stagione che sappia convincere appieno, e questa è la speranza con cui prendiamo commiato dall’ultima saga stellare.

Trovate tutte le notizie e le recensioni su The Acolyte nella nostra scheda.

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