The Acolyte - la Seguace: la serie ha un problema “canonico” con i Sith?
The Acolyte è riuscito a suscitare l’ennesimo vespaio tra i fan, che temono un attacco al canone di Star Wars. Ma è davvero così?
Nel raccontare le vicende di The Acolyte - La seguace, la showrunner Leslye Headland aveva preannunciato che non si sarebbe concessa “cameo” celebri provenienti dal resto delle produzioni stellari, preferendo mantenere la concentrazione sulle storie in corso. Due sono state le eccezioni a questa regola comparse finora. La prima, quella della Jedi Vernestra Rwho, proviene direttamente dal ciclo di storie cartacee dell’Alta Repubblica e funge da ‘tramite’ non troppo comprensivo tra il gruppo capitanato dal Maestro Jedi Sol e l’Alto Consiglio. Il secondo è Ki-Adi Mundi, il Maestro Jedi Cereano che fece la sua prima comparsa nel Consiglio dei Jedi già nel 1999, all’epoca de La Minaccia Fantasma, e che pare essere in circolazione e attivo tra i Jedi già un secolo prima. La sua comparsa in particolar modo ha suscitato l’ennesimo vespaio tra i fan, che temono un ulteriore attacco al canone e alla continuity prestabilita. È davvero così? Proviamo a fare un po’ d’ordine.
I Sith tornano in anticipo?
Il problema annunciato dall’apparizione di Mundi era in realtà qualcosa che già assillava (più o meno motivatamente) i circoli degli appassionati fin dalle prime indiscrezioni sulla trama di The Acolyte. Sappiamo dagli eventi di Episodio I che i Jedi ignoravano il fatto che l’ordine dei Sith fosse sopravvissuto alla distruzione di un millennio prima grazie alla “regola dei due” imposta da Darth Bane e soltanto dopo l’incontro di Qui-Gon Jinn con Darth Maul su Tatooine, anche se con una certa riluttanza, iniziano a contemplare questa possibilità.
Il problema che alcuni si pongono riguarda appunto questa presunta “riemersione” anticipata dei Sith: un’azione scoperta come quella vista nell’ultimo episodio e un contatto “diretto” (anche se appena iniziato) come quello che vediamo nelle ultimissime scene, come può non indurre i Jedi a pensare che i loro nemici ancestrali siano tornati? C’è una contraddizione con la “cecità”/ignoranza che dimostrano in merito ne La Minaccia Fantasma?
Se il dubbio aleggiava nell’aria già in precedenza, quando i trailer ci mostravano spade laser rosse che si accendevano e scontri più o meno diretti col seguace del lato oscuro in questione, le preoccupazioni di questa fazione di appassionati si sono intensificate nel notare Ki-Adi Mundi presente negli eventi. Se prima la presenza di Jedi più ‘lontani del tempo’ e distaccati dagli eventi poteva limitare il problema, l’apparizione di uno degli stessi Jedi presenti poi nel Consiglio di Episodio I ha rincarato la dose. Come e perché i Jedi ignorano la presenza del ritorno dei Sith in Episodio I dopo gli eventi di The Acolyte?
Possibili soluzioni e risposte
Prima di addentrarci nelle varie possibili soluzioni ci preme sottolineare che questo è un problema che in verità è ancora in divenire e da qui alla fine della serie potrebbe non essere mai sorto, e che allo stato attuale delle cose si avvicina più al caso della polemica montata a viva forza che non a una problematica vera e propria. Detto questo, dati alla mano, ecco le molte strade che lo show potrebbe seguire nella seconda metà della storia.
I mille volti del lato oscuro: Chiamiamo a testimoniare l’Alta Repubblica, l’epoca in cui lo show è ambientata, ma potremmo anche appellarci a The Clone Wars di Dave Filoni. Tassello principe nell’esemplificare gli scenari in cui ci muoviamo è soprattutto l’ottimo La Battaglia di Jedha, dell’autore George Mann, che descrivendoci lo scenario della città sacra in era repubblicana ci mostra come siano numerosissimi i culti che ruotano attorno alla Forza, inclusi alcuni dichiaratamente votati al lato oscuro, e comunque considerati legali e tollerati: Mann cita gli Stregoni di Tund e i Fratelli della Nona Porta, ma anche spostandoci in tempi più recenti, le ormai famigerate e onnipresenti Streghe di Dathomir dimostrano che i fruitori del lato oscuro della Forza possono essere molteplici, e non necessariamente affiliati ai Sith. I Jedi hanno poi un “problemino interno” di gestione, vale a dire cosa fare di quelli dei loro ranghi che cedono al lato oscuro. C’è chi abbandona semplicemente l’ordine e lascia all’incuria i poteri sviluppati, ma anche chi invece decide di farne cattivo uso amoralmente: tutti casi che l’Ordine Jedi non vuole divulgare e cerca alacremente di mettere a tacere. Ma per farla breve, noi spettatori siamo abituati ad associare il lato oscuro ai Sith, ma in quella galassia lontana lontana, le sue manifestazioni sono un’infinità.
Testimonianze soppresse: Altro elemento chiave da tenere presente è che siamo ancora a metà della storia e molto (anzi, quasi tutto) deve succedere. Molti dei protagonisti coinvolti nello scontro col Maestro oscuro potrebbero non sopravvivere. Vista la natura delicata e “compromettente” della vicenda legata alle Streghe di Brendok, gli eventuali sopravvissuti potrebbero avere ogni interesse a tenere nascosto quanto accaduto in questa vicenda. E infine, sia nell’universo Legends che in quello canon, esistono svariate istanze in cui il potere della Forza è stato usato per rimuovere e sopprimere ricordi scomodi e provocare amnesie ad hoc (sì, parliamo di te, Revan!). Insomma, ci sono molti modi in cui l’episodio di questi tempi possa essere derubricato o volutamente ignorato cent’anni dopo, all’epoca di Mace Windu e Qui-Gon.
Morte: La soluzione più facile e anche la più probabile: il Maestro oscuro potrebbe morire o simulare la sua morte e scomparire definitivamente dalla scena prima che i Jedi abbiano la possibilità di fare luce pienamente sulla sua natura. Non avendo modo di approfondire e prove certe che lo colleghino all’ordine Sith, potrebbero tranquillamente attribuirlo a uno dei tanti ordini alternativi sopracitati e considerare chiusa la questione.
Insabbiamento: Chiamiamo ancora una volta al banco dei testimoni i racconti del ciclo dell’Alta Repubblica per parlare dei Senza Nome, creature ancora più terrificanti dei Sith, che nei secoli passati avevano il potere di condurre i Jedi al panico e di consumarne i corpi riducendoli a gusci di cenere, forse la più grande minaccia che l’Ordine abbia mai dovuto affrontare. Spuntati fuori dal nulla e apparentemente ignoti all’interezza del cavalierato, si rivelavano poi avere già affrontato l’Ordine un secolo prima. I Jedi avevano però deciso di tenere nascosta la loro esistenza all’intera galassia, inclusi i membri dei loro stessi ranghi, per timore che un nemico del genere potesse essere usato come arma contro di loro su scala più grande. Aggiungiamoci la riluttanza già dimostrata da Vernestra Rwoh a coinvolgere l’Alto Consiglio nella vicenda attuale o la scelta di Mace Windu e Yoda di non informare il Senato della loro ridotta percezione della Forza in Episodio II e ne concluderemo che i Jedi non si fanno troppi scrupoli a sottacere in pubblico verità che alcuni di loro già conoscono in segreto. La “denuncia” pubblica di Qui-Gon Jinn sul ritorno dei Sith potrebbe essere semplicemente lo scoperchiamento di una pentola che già era in ebollizione da tempo.
Vale la pena di ribadire ancora una volta il concetto: il tutto, sia pro che contro, devono tenere conto del fatto che non solo siamo a metà strada di una storia, ma di una storia che per sua stessa scelta rivela molto gradualmente i tasselli essenziali del rompicapo. Chissà, forse le preoccupazioni delle incongruenze alla continuity hanno ragione di essere e la vicenda si concluderà senza una soluzione alla contraddizione attuale? Tendiamo a non crederlo, ma il tempo lo dirà. Il momento di tirare le somme è necessariamente fissato alla conclusione della storia.
Trovate tutte le informazioni su The Acolyte – La seguace nella scheda.