Terminator: una trilogia con un solo episodio?

I risultati tutt'altro che brillanti di Terminator Salvation mettono in forte discussione la continuazione della saga. Vediamo qual è la situazione e le probabilità (poche) di andare avanti...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Di sicuro, Terminator è una saga con pochi uguali. E per una volta, non stiamo parlando della sua importanza (innegabile) nell'ambito del cinema fantascientifico, ma di tutti i problemi-difficoltà-ritardi avvenuti in 25 anni di storia. Problemi di diritti portarono a un periodo di otto anni tra il primo e il secondo episodio. Storia simile col terzo, con l'aggiunta della defezione del creatore di tutto, il regista e sceneggiatore James Cameron. E i risultati non straordinari del terzo hanno portato in maniera un po' traballante a questo quarto capitolo, con un realizzatore non proprio scontato come McG.

Ma ora, forse siamo alla fine. I dati, prima di tutto. Terminator Salvation ha raccolto al momento 320 milioni e l'impressione è che possa chiudere sui 350. E' un bel passo indietro rispetto ai dati del terzo episodio, che aveva raccolto 433 milioni di dollari (cifra del 2003, non aggiustata per l'inflazione) e che comunque era stato salutato come una delusione. In questo caso, ci sono almeno un centinaio di milioni in meno guadagnati, a fronte comunque di un budget altissimo, anche superiore a quel film. Qui, infatti, si parla di 200 milioni.

Anche a voler pensare a una cifra (neanche altissima) in promozione e costi postproduzione intorno agli 80-100 milioni di dollari nel mondo, siamo su una spesa intorno ai 300 milioni, a fronte di un 180-190 milioni che ritorneranno dalle sale una volta tolte le percentuali degli esercenti. L'home video qualcosa recupererà, ma il rosso dai conti potrebbe essere salvato solo grazie alle televisioni e di sicuro sarà difficile vedere dei profitti.

Ma come mai è andata così? Intanto, è interessante dire che il calo rispetto al terzo capitolo, più che dagli Stati Uniti (dove la differenza sarà intorno ai venti milioni), è dovuto ai dati internazionali. Qui, il problema è che era la Sony a distribuire la pellicola nei territori extraamericani e la contrapposizione con la gallina dalle uova d'oro Angeli e demoni probabilmente ha pesato. Far uscire il film il 5 giugno (ossia, a distanza di due settimane dagli Usa) in nazioni come Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Italia non ha permesso alla pellicola di godere di una release contemporanea, utilissima per risparmiare soldi alla promozione e per creare un evento maggiore. Di sicuro, un'uscita una settimana prima avrebbe giovato, ma si è evidentemente deciso di lasciare campo libero ad Angeli e demoni.

Il problema, a parte i soldi, è il gradimento del pubblico. Che magari non avrà odiato in massa questo capitolo, ma di sicuro non lo ha amato alla follia. Difficile pensare quindi che le vendite in dvd saranno enormi, ma quasi impossibile soprattutto credere che un quinto eventuale capitolo (il secondo della nuova trilogia) possa interessare molto al grande pubblico.

In tutto questo, non vanno dimenticate un paio di questioni. Una è la chiusura della serie Le cronache di Sarah Connor, che ovviamente assieme alla saga cinematografica dava vita a un franchise multimediale. Senza il telefilm, l'interesse nel finanziare le pellicole diventa minore. E a proposito di finanziamenti, ci si chiede quale sia la solidità economica della Halcyon Company, nei mesi scorsi al centro di polemiche per una causa con uno dei produttori della pellicola.

Quello che comunque già si può dire con certezza, è che Terminator Salvation rappresenta un insegamento importante per chi vuole ricominciare con un franchise. Fare semplicemente un compitino poco rischioso e magari non incentrare la storia sui protagonisti (magari pensando di allungare il brodo) più importanti della saga è non solo discutibile dal punto di vista contenutistico, ma anche economico. Come possono dimostrare proprio le vicende di questa pellicola...

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