Termina stasera Parks and Recreation: 5 motivi per recuperare la miglior comedy in onda

Va in onda stasera l'ultimo episodio di Parks and Recreation; ecco perché recuperare la serie della NBC

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Va in onda stasera negli States l'ultimo episodio di Parks and Recreation. Si conclude, a sette anni dalla première del 2009, la longeva e adorabile comedy interpretata e prodotta da Amy Poehler. La serie trasmessa dalla NBC non è mai stata una macchina ammazzascolti e non è mai entrata davvero nella cultura popolare come, tanto per citare la più seguita al momento, The Big Bang Theory. Eppure insieme a Community – ma con molta più coerenza e qualità costante di questa – è stato dei migliori, se non il miglior prodotto nella sua categoria degli ultimi anni (già Louie di FX è uno show molto più particolare e di nicchia). Ecco cinque motivi per recuperala, o meglio cinque piccoli pretesti per parlare della serie.

Lo stile: la serie, incentrata sulle vicende all'interno del dipartimento dei parchi dell'immaginaria città di Pawnee, rientra in quel filone inaugurato dal capolavoro Arrested Development, ed è girata con lo stile del falso documentario, che è tanto improbabile nelle premesse quanto divertente nei risultati.

La cura nei personaggi: Parks and Recreation è innanzitutto una serie corale. Certo, ci sono protagonisti di primo e secondo livello, ma comunque ci si affeziona inevitabilmente a tutti, e il preferito del gruppo varia inevitabilmente da spettatore a spettatore. Manca lo Sheldon o il Barney della situazione. Ognuno dei caratteri, dall'accorata Leslie Knope (Amy Poehler) alla caustica April (Aubrey Plaza), dal rude Ron Swanson (Nick Offerman) allo svampito Andy Dwyer (Chris Pratt) ha un bagaglio di caratteristiche esagerate, improbabili ed esilaranti, una serie di tormentoni rinnovati e coltivati nel corso delle sette stagioni, un percorso proprio.

Una storia che va avanti: soprattutto dalla terza stagione in poi la continuity all'interno della serie è cresciuta e non si è mai fermata veramente. I personaggi che hanno esaurito il loro ruolo lasciano, e altri più adatti li sostituiscono, ci sono innamoramenti che non si trascinano per stagioni, ma arrivano dopo un ragionevole tempo al matrimonio, e ci sono vite e carriere professionali che nel frattempo vanno avanti. Basti pensare che nella prima stagione la protagonista inizia come semplice burocrate nella sua piccola cittadina di Pawnee, e nella sesta stagione arriva ad incontrare la first lady Michelle Obama (sì, è proprio lei).

Il cast: appunto, dicevamo una serie corale. E qui davvero il cast fa un lavoro fantastico, tant'è che, anche se non avete mai visto questa serie, quasi sicuramente la maggior parte dei suoi protagonisti non vi sarà sconosciuta. La carriera di Amy Poehler come attrice, produttrice, scrittrice non ha bisogno di presentazioni, Nick Offerman, lanciatissimo anche da Phil Lord e Christopher Miller, è ormai un volto noto, così come Aubrey Plaza e soprattutto Chris Pratt, che praticamente è stato il nome nuovo del 2014 e dopo I Guardiani della Galassia viene accostato praticamente a tutto.

La comicità: Parks and Recreation ha seguito un percorso praticamente opposto a quello di molte altre comedy. La prima stagione, composta da appena sei episodi, è praticamente una lunga prova per quello che sarebbe arrivato dopo. Dalla terza stagione fino ad oggi, con 125 episodi sul groppone e ancora un bagaglio di idee da sfruttare, è stata una crescita continua. Molto hanno fatto i mille tormentoni e inside joke della serie, con una settima stagione che praticamente è una lunghissima e inesauribile passerella di omaggio a tutto ciò che c'è stato.

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