Tekken, cosa funziona e cosa non funziona nel film tratto dal videogioco sviluppato da Namco
In occasione dell'uscita di Tekken 8, ragioniamo insieme sulla pellicola del 2009 diretta da Dwight H.Little
Quando si pensa ai picchiaduro più importanti degli anni Novanta, Tekken è senza dubbio uno dei nomi che si fa spazio nella mente dei videogiocatori. Privo del fascino di Mortal Kombat e dei tecnicismi di Street Fighter, il primo capitolo della saga sviluppata da Namco si è sempre contraddistinto per due elementi: il comparto tecnico e l’accessibilità del gameplay. Impossibile non rimanere a bocca aperta di fronte ai modelli 3D di quel Tekken datato 1994. Modelli 3D che superavano in tutto e per tutto quelli del suo principale rivale: Virtua Fighter. Questa combinazione di fattori ha permesso alla serie di diventare iconica e di venire apprezzata in tutto il mondo. Un successo tale da permettere al terzo episodio di vendere più di sei milioni di copie.
Ma andiamo per gradi.
È DAVVERO BRUTTO COME TUTTI RICORDANO
La storia di Tekken è ambientata nel 2039, in un mondo distrutto dall’ennesima grande guerra. Una guerra che ha cancellato tutti i governi del pianeta, permettendo a grandi corporazioni di prendere il possesso della Terra. La più potente di essere, chiamata “Tekken”, è guidata da Heihachi Mishima ed è diventata celebre per organizzare un torneo grazie al quale un vincitore può ottenere fama e ricchezza. Qui ha inizio l’avventura di Jin Kazama, combattente deciso a vendicare l'omicidio della propria madre da parte di Heihachi.
Se quanto letto vi sembra bizzarro, è perché (per amor di spoiler) non vi riveliamo il seguito. Vi basti sapere, però, che la sceneggiatura si prende costantemente libertà sul world building del titolo Namco. Libertà che potrebbero essere accettabili, se non andassero a peggiorare sotto ogni aspetto il materiale originale. Tekken è un film che non riesce a soddisfare nessuno. I fan del gioco hanno odiato il trattamento riservato ai propri beniamini, mentre coloro che non hanno mai seguito la serie picchiaduro si sono trovati di fronte una pellicola vuota e senza alcun valore. Persino gli scontri, che dovrebbero essere alla base di un’opera come questa, sono monotoni e, spesso, noiosi. Una sconfitta sotto tutti i punti di vista, in poche parole.
LA MANCANZA DI UNA VERA SUPERVISIONE
Il problema alla base di Tekken è però la totale mancanza di comprensione dell’opera originale. È evidente che il regista e gli sceneggiatori non abbiano minimamente capito il fascino che lega i vari personaggi della saga e si siano limitati alla faida della famiglia Mishima. Nonostante il protagonista della storia risulti spesso essere Jin (soprattutto nell’ottavo episodio della serie), non si deve sottovalutare il carisma dei numerosi comprimari. Sbagliare la scrittura di personaggi come Raven, Yoshimitsu e Law, per fare solo alcuni nomi, comporta inevitabilmente attirare a sé l’astio dei fan. Trattare Christie Monteiro come la tipica “damsel in distress” non fa che peggiorare le cose, contribuendo in questo caso a dar vita a una sceneggiatura, per essere gentili, “banale”.
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Il risultato di questo approccio errato al mondo di Tekken è evidente anche dai risultati al box office. Il film è costato 35 milioni di dollari, incassandone poco più di uno e mezzo. Si parla di una perdita di circa il 95%, confermando così il progetto in questione come uno dei più grandi “flop” di sempre (al netto di quello che poi nel tempo è stato recuperato dallo sfruttamento post-sala). Eppure, con la giusta supervisione, il risultato sarebbe potuto essere diverso. Peccato però che lo sviluppatore Katsuhiro Harada abbia chiesto alla produzione di poter contribuire a dar vita all’opera, vedendosi però rifiutata qualsiasi collaborazione. Una mossa che, alla fine, rispecchia l’enorme disastro che è stato il film di Tekken.
UN SEQUEL MAI ARRIVATO IN ITALIA
Pensate che un flop tale possa far desistere chiunque dall’idea di girare un sequel? Vi sbagliate. Nel 2014 il regista Wych Kaos dirige Tekken 2: Kazuya’s Revenge, film direct-to-video che fa da prequel alla pellicola del 2009. Al suo interno troviamo un nuovo attore nei panni di Kazuya Mishima, ma Cary-Hiroyuki Tagawa e Gary Daniels riprendono il ruolo rispettivamente di Heihachi e di Bryan Fury. A parte questi tre personaggi, tutti gli altri sono stati creati appositamente per il film, senza nemmeno pescare dall’immenso roster della serie. Il risultato? L’ennesimo flop che ha affossato definitivamente il franchise. Il tutto, ovviamente, accompagnato da recensioni disastrose, che si chiedono come sia possibile che una serie videoludica tanto importante venga adattata in un modo così maldestro.
Tekken è quindi un film così disastroso? Assolutamente sì. È possibile salvare qualcosa della pellicola prodotta da Cyrstal Sky Pictures? I più lungimiranti forse potranno apprezzare il design di qualcuno dei combattenti, ma nulla di più. Per fortuna però che i videogiochi sono di tutt’altra pasta. Il nostro consiglio, infatti, è quello di lasciar perdere trasposizioni mal riuscite come questa e tuffarsi nel magico mondo del gaming. Tekken è infatti una serie solida e divertente come poche altre, perfetta per chi vuole giocare in solitaria, ma anche per chi ama sfidare i propri amici. Una serie che, con l’ottavo capitolo, sembra aver raggiunto la sua forma definitiva. Giocare per credere.
E voi che cosa ne pensate? Aveste visto il film di Tekken? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o, se preferite, attraverso i nostri canali social (TikTok incluso).