Tales from the Loop: una serie di fantascienza che mette al centro l'umanità [Anteprima]

Abbiamo visto in anteprima tre episodi di Tales from the Loop, nuova serie di Amazon Prime Video, e ve ne parliamo in anteprima

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Il biglietto da visita di Tales from the Loop era il suo impianto visivo. In fondo, la serie è ispirata alle opere visionarie di Simon Stalenhag, in cui l'autore integra elementi fantascientifici all'interno della tipica cornice dell'america rurale. Tuttavia, dopo aver visto in anteprima tre episodi della serie in arrivo su Amazon Prime Video dal 3 aprile, possiamo dire che il fascino allucinato delle opere originali passa in secondo piano rispetto alla pura narrazione umana: Tales from the Loop è infatti una serie che mette al centro piccole storie, piccoli drammi straordinari che lavorano sull'empatia e sul coinvolgimento dello spettatore.

La serie si svolge nella cittadina che sorge sopra ad un gigantesco laboratorio sotterraneo nel quale sono condotti studi che indagano la struttura stessa dell'universo. Si tratta di un luogo atipico, la cui unicità trasuda in superficie generando eventi straordinari, impossibili, che manipolano la realtà stessa circostante. Le persone che vivono nei paraggi, quindi le famiglie che sono impiegate a vario titolo nelle ricerche nei laboratori, sperimentano sulla loro pelle quegli eventi incredibili. Attraverso di essi, sono messi a confronto con situazioni eccezionali, che hanno delle grandi ripercussioni sulla loro persona.

Difficile dire se The Leftovers fosse uno dei punti di riferimento di Nathaniel Halpern, che ha creato la serie e scritto tutte le puntate. Probabilmente no, ma non importa, perché questo è il titolo che meglio di altri spiega che tipo di serie è Tales from the Loop. Le domande non sono importanti, i misteri sono un espediente, la cornice è, appunto, solo un mezzo per raccontare altro. La serie aggira dal primo istante le attese dello spettatore, per compiere un balzo dalle cause agli effetti. La serie si appoggia allora alle radici della fantascienza più esistenziale e intima. Lo fa con storie – almeno quelle che abbiamo potuto vedere – pesanti, drammatiche, emotive.

Non sono le note di Max Richter ad accompagnare le vicende (le musiche sono di Philip Glass e Paul Leonard-Morgan), ma lo stesso il mood rimane quello di una vicenda raccolta, intima, a modo suo rivelatoria. Lo straordinario, che può manifestarsi ad esempio in un luogo in cui le regole della fisica non valgono, è il portale attraversato da persone che scoprono qualcosa su loro stesse. Si parla di morte, della ricerca di identità, del confronto con se stessi. Il tutto con un tono molto carico, che concede pochissimo alla spensieratezza. La stessa meraviglia di fronte all'ignoto, quando questo arriva, è gravata dal peso di sé, dall'incapacità umana di elaborare il tutto, dalla paura di non essere all'altezza di tutto questo.

Come Solaris o Annientamento, la serie nasce non per trovare risposte, ma per elaborare la ricerca della verità, e i diversi sentieri che l'umano può percorrere per raggiungerla. Non è una serie per tutti, anzi, il ritmo pesante e drammatico potrebbe scoraggiare molti, ma Tales from the Loop ha un passo proprio e una forte identità.

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