Sylvester Stallone compie 70 anni: i suoi 15 colpi che hanno steso il cinema

Per celebrare i 70 anni di Sylvester Stallone ripercorriamo i 15 colpi che ha sferrato al cinema facendogli vedere le stelle. Buon compleanno caro Sly

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Sylvester Stallone ha messo k.o il cinema.

Poi, come in uno dei suoi bellissimi Rocky, lo ha aiutato a rialzarsi per diventare suo migliore amico.

In occasione dei 70 anni di un divo che molti di noi chiamano Sly con ostentata, e anche un po' ridicola, naturalezza (come se fossimo pappa e ciccia), abbiamo deciso qui a BadTaste.it di immaginare 15 colpi, 15 mazzate, che Sly ha dato alla settima arte come se tra loro ci fosse stata sempre una certa qual tensione.

Non è solo un'idea editoriale. Forse c'è del vero nell'immaginare questo costante antagonismo tra lui e il mondo della celluloide, inteso in questo caso anche come luogo di figli di papà, rampolli di Hollywood pieni di pregiudizi produttivi che spesso hanno sottovalutato il nostro Stallone italiano. E quindi in onore al primo match con Apollo Creed della durata di 15 round... ecco qui 15 colpi con cui questo signore di 70 anni ci ha letteralmente stesi e fatto vedere le stelle.

ring

  • I - E si comincia con il softcore, accettato perché economicamente il nostro si trova alla canna del gas. The Party At Kitty And Stud's (1970) diventa negli anni Italian Stallion per sfruttare il suo cognome e il soprannome dato a Balboa nei Rocky. Sly non rinnegherà mai questo piccolo film ma si limiterà a fare dell'ironia giudicandolo orrido e soprattutto... non particolarmente osé.

  • II - Aggredisce Woody Allen ne Il Dittatore Dello Stato Libero di Bananas (1971) mentre Allen è in metro e legge, tutto presuntuosetto, Commentary. Anzi... a dire il vero Sly aggredisce prima altre persone con quel vigliaccone di Allen che prima fa finta di niente... e poi attacca lui e il suo compare di sorpresa alla spalle.
    Ma poi c'è la vendetta.

  • III - Machine Gun Joe Viterbo dentro il delirante Anno 2000 - La Corsa Della Morte (1975) di Paul Bartel. Si presenta al pubblico con il gesto dell'ombrello per poi sparare sulla folla con un mitra Thompson da gangster movie anni '30. Nel remake del 2008 firmato Paul W.S. Anderson è Tyrese Gibson a prendere il suo posto.
    Non è proprio la stessa cosa.

  • IV - Non aver venduto la sceneggiatura di Rocky senza avere la sicurezza di poterlo recitare. Non aver creduto a chi gli diceva che con quella faccia non sarebbe mai potuto essere una star. Occhi in fuori da ipertiroideo? Bocca storta? Naso spaventosamente non fotogenico? Lo dicevano a Marty Feldman (soprattutto la cosa degli occhi; lo aiuto John Cleese dei Monty Python ad esordire come attore), Meryl Streep (Dino De Laurentiis commentò in italiano che era troppo brutta per fare cinema... davanti a lei... che capì perfettamente) e Gigi Proietti. Poi ognuno di quei tre signori ha fatto il suo anche su un set (Proietti tardissimo grazie ai Vanzina Bros). Sly di più: ha inventato un nuovo sex symbol. Ha creato un fenotipo cinematografico che prima non esisteva. Ha imposto una faccia e un'attitudine da maschio carismatico finto tonto che prima di Rocky... non si era mai vista. Un Victor Mature più picassiano, malinconico, autocritico e sgraziato. Quindi perfetto per quella New Hollywood anni '70. Quante volte vi è capitato di incontrare un uomo con la faccia da Sylvester Stallone? Con quegli occhioni e quell'espressione lì? E quante volte vi è capitato di pensare: "Grande faccia quella di Stallone. Si sa. Spacca".
    Ebbene... in quei lontanissimi metà anni '70 in cui lui provava a convincere tutti i produttori di Hollywood di poter essere Rocky Balboa e non solo il bravissimo sceneggiatore che aveva inventato Rocky Balboa... nessuno lo sapeva, nessuno ci credeva e nessuno la vedeva quella faccia lì. Soprattutto i produttori Irwin Winkler e Robert Chartoff. Fino a che, a forza di insistere colpendoli ai fianchi, non li... sfiancò. E poi...

  • V - Per Rocky II (1979) non c'è nessun regista tutelare alla John G. Avildsen che tenga. Stallone passa alla regia. Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Bisogna assumersi le proprie responsabilità fino in fondo. E lavorare il doppio rispetto agli altri. Come deve fare un buon regista.

  • VI - Tutti gli scambi di battute con Michael Caine in Fuga Per La Vittoria (1981). Una coppia comica perfetta. L'inglese e lo yankee. L'understatement e l'esuberanza. L'aplomb e l'arroganza. Ci chiediamo come mai nessuno abbia mai pensato a un film con questa strana coppia al centro della scena (e non ci riferiamo a La Vendetta Di Carter del 2000). Il nostro battibecco preferito: Caine: "Riesci a farlo con la bocca chiusa Hatch?" (parare i tiri da portiere); Sly: "No, la bocca e le mani fanno lavoro di squadra". Adorabili.

  • VII - John Rambo si ricuce il corpo da solo dopo essere precipitato dentro una foresta. Un momento che ha segnato gli '80 indelebilmente. Non voleva dare fastidio a nessuno quel taciturno reduce dal Vietnam con i capelli lunghi arrivato nella cittadina di Hope. Ma se la speranza è l'ultima a morire... per quanto riguarda Rambo (1982)... potete stare certi che la speranza morirà prima di lui. Molto prima.

  • VIII - La scelta di dirigere l'altro italoamericano delle meraviglie John Travolta inserendosi nel franchise de La Febbre Del Sabato Sera (1977). Quanti altri artisti passerebbero dalla boxe alla danza moderna con questa tranquillità? In fondo Stallone vede in Tony Manero un fratello più sbruffone ed estroverso di Rocky. Capisce la sua sofferenza interiore e voglia di arrivare. Il cameo finale in Staying Alive (1983) è pura classe. Ci si sfiora tra lui e Travolta. Giusto il tempo per noi di dire: "Ehi, quello è Sylvester Stallone" e poi, come Keyser Söze, scompare in un soffio. Sly vuole darci prova della sua presenza senza cadere nell'invadenza.

  • IX - "Tu sei il male, io sono la cura". Si chiama come la Cotillard (Marion) il poliziotto Cobretti ma vi assicuriamo che non è molto femminile. Idillio con la Brigitte Nielsen già voluta sul set di Rocky IV (1985). Quentin Tarantino prima di diventare Quentin Tarantino organizzava delle visioni collettive di Cobra (1986) in cui se per caso qualcuno cominciava a fare dell'ironia... lui stoppava il film e si incavolava di brutto. Per il giovane Quentin non c'era niente da ridere in quel perfetto esempio di action movie machista anni '80.

  • X - Tango & Cash (1989). Lui (Tango), Kurt Russell, canottiere, fumo, sudore, battutacce ("Cash, te lo ficco in culo fino alle budella!" oppure, per par condicio: "Tango, quando esco di qui ti strappo il culo dalla bocca!") e alla regia un due volte vincitore, sia a Cannes che a Venezia, del Gran Premio Della Giuria.
    Cosa si può volere di più dalla vita?

  • XI - Lo humour non gli è mai mancato ma nella screwball comedy Oscar - Un Fidanzato Per Due Figlie (1991) deve parlare velocissimo e quindi immaginate che sforzo visto che lo hanno sempre preso in giro a Hollywood per una dizione non proprio impeccabile. Landis gli chiede continuamente di non urlare ma il suo Angelo "Snaps" Provolone (gran nome) non piace a nessuno. Oggi è invece uno dei suoi personaggi più riusciti.

  • XII - La scena di sesso con Sandra Bullock in Demolition Man (1993) senza che i loro corpi si sfiorino. La perplessità dello scongelato dal passato Sly di fronte a quello che sarebbe diventato il nostro presente... è palpabile. Sesso virtuale? Sesso senza corpo? Rifiuto del contatto? Chattare e non scopare? No, grazie. Siamo old school.

  • XIII - Cop Land (1997). Quando cominciano ad arrivare le prime botte da superstar e il declino inesorabile è all'orizzonte, Sly torna all'essenza del cinema: i filmmakers. In questo giovane di belle speranze di nome James Mangold rivede forse quel se stesso ragazzino dei '70. Mangold, proveniente dall'esplosione del cinema indy dei primi '90, è terrorizzato dal lavorare con lui, sicuro di trovarsi davanti un vecchio relitto della Hollywood machista anni '80 ormai sul viale del tramonto. L'intesa tra i due sarà invece perfetta.
    Sly nel film eccelle come poliziotto perbene rintronato, sottovalutato un po' da tutti. Ricorda qualcuno?

  • XIV - Arriva la mazzata. Gli anni 2000. Dopo Avenging Angelo - Vendicando Angelo (2002) pensi: "Bye bye Sly. È stato bello". Invece no. Torna nel 2006 Rocky Balboa ("No, è impossibile, farà schifo, ormai ha 60 anni"). Torna nel 2008 John Rambo ("No, è impossibile, farà schifo, ormai ha 60 anni"). Li dirige entrambi. Boom. Successo di pubblico e critica. Rocky esce ancora sconfitto ma sente il nuovo contatto con la gente. L'ex macchina da guerra John è sempre più isolato, disilluso e più tinto di Tarantino. C’è grande dignità in questo sofferente guerriero senza patria e speranza. Tornato a casa, lo vediamo passare davanti alla cassetta della posta dei genitori. C’è scritto R. Rambo. Chi è? Anche se il padre si chiamasse Ronald o Reagan, ormai questo soldato non è più figlio suo. Il revisionismo degli anni '80 che lo convinse a trasformare uno sfigatissimo reduce del Vietnam in icona di propaganda (anche Rocky IV è così come abbiamo ricordato in un Bad School) non esiste più. Non lo convince più. Anzi... in una storica videointervista con Francesco Castelnuovo su Sky Cinema ammette di aver sbagliato negli '80. Il ritrovato successo lo porta a un nuovo franchise dove fa lo sherpa dei vecchietti action star. Nascono I Mercenari 1, 2 e pure 3 (2010-2014). Il primo è l'ultima regia.

  • XV - Creed: Nato Per Combattere (2015). Dobbiamo aggiungere altro? RUBATO l'Oscar per Miglior Attore Non Protagonista dal bravissimo Mark Rylance de Il Ponte Delle Spie. Perché non darlo a Sly? Perché? Lo meritava tutto anche solo per quegli sguardi alla porta che svelano una sorpresa che Rocky proprio non sa nascondere al suo protetto Adonis Johnson. Prima e unica nomination Oscar. Perché trattarlo così?
    Per noi c'è solo un Miglior Attore Non Protagonista ai passati Oscar 2016. Il suo nome è Sylvester Stallone.
    Oppure... solo Sly. Fate voi.

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