Svelati tre film mai realizzati in cui avremmo potuto vedere Timothy Dalton nei panni di James Bond

Quello di Timothy Dalton e 007 è un rapporto durato poco. Ma nei piani della produzione c'erano altri tre film con l'attore nei panni di Bond

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Siamo tutti in attesa del nuovo film di James Bond, No Time to Die, che purtroppo continua a subire rinvii a causa della chiusura dei cinema. La campagna promozionale del film è andata a singhiozzo, e nell’ultimo anno abbiamo vissuto settimane in cui si è parlato moltissimo di 007 e altre in cui la sua presenza nei listini è caduta nell’oblio.

Per fortuna, a rendere più divertente l’attesa, sono i sempre ricchissimi retroscena relativi alle vecchie pellicole della spia più amata di sempre. Questa volta al centro del riflettore (o della canna d’arma) è tornato Timothy Dalton. L’attore ha interpretato James Bond solo in due film: 007 - Zona pericolo e 007 - Vendetta privata. Nei piani della produzione avrebbe dovuto traghettare il personaggio negli anni ’90, ma diatribe legali e lungaggini nella preparazione del terzo film hanno portato alla scadenza del contratto. Dalton, non più interessato a proseguire l’esperienza, non rinnova e lascia la saga in un limbo chiuso solo nel 1995 con Pierce Brosnan in Golden Eye.

Grazie al libro The Lost Adventures of James Bond di Mark Edlitz possiamo scoprire interessanti retroscena della produzione. In particolare viene smentito un pensiero comune: si è spesso parlato del terzo film mai fatto da Timothy Dalton, ma pochi sanno che esistono altre due pellicole mai prodotte con l’attore. Vediamoli insieme.

Il Bond 17 con Timothy Dalton

Il seguito di Vendetta privata era inizialmente tratto da un racconto breve di Ian Fleming: di proprietà di una signora.

Ci sono due versioni della trama: una più seria e una scanzonata. Alla sceneggiatura Michael G. Wilson e Alfonse Ruggiero Jr per un racconto dai toni avanguardisti incentrati sulla robotica. Il film giocava su una serie di disastri causati da un misterioso nemico che metteva fuori controllo i dispositivi di sicurezza per tutto il mondo. Gli impianti nucleari e chimici rischiano così di esplodere, sfiorando l’apocalisse. C’è ovviamente anche una Bond Girl, l’ex agente della CIA Connie Webb che seduce Bond. I due, insieme, riescono a salvare il mondo scoprendo che dietro a queste oscure macchinazioni c’è Sir Henry Ching, un imprenditore che voleva creare il caos tra il Regno Unito e la Cina per trarne profitto. James Bond si trova ad affrontare anche un robot dalle sembianze umane. Il climax finale vede l’agente 007 salvare Shangai da un attacco missilistico.

Quando la produzione di Bond 17 si è arenata anche questa sceneggiatura è andata nel cassetto. Gran parte delle idee in essa contenute sono ritornate successivamente in una nuova versione più leggera e rilassata scritta da William Osborne e William Davies. Un ritorno all’era Roger Moore con Bond costretto a bizzarre avventure affrontate senza voglia (“sono troppo vecchio per questo”). Se volevate sentire 007 chiamare un robot per lo smaltimento delle bombe “R2-D2” questo era il film giusto. L’antagonista era sempre Sir Henry Ferguson, ma al posto di microchip era armato con… una scimitarra.

Non se ne fece nulla.

Timothy Dalton 007

Bond 18: Reunion With Death

Reunion With the Death, incontro con la morte, era il titolo del già previsto diciottesimo film di 007. Il trattamento proponeva un tono più serioso, ovviamente senza dimenticare tratti di humor. Al centro del film un viaggio a Tokyo per spiare gli affari mafiosi della Yakuza di Yasuhiro Nakasone. La moglie del cattivo, Michiko Nakasone, era la bond girl, non ché alleata dell’eroe. Il piano del villain? Uccidere Sir Robert Grey, un amico di M.

La particolarità del film, pensato con Timothy Dalton nel cast, è il suo finale drammatico. Nonostante la vittoria dei “buoni” 007 non riesce ad evitare la morte di Michiko, lasciando un finale amaro all’intera storia. Anche questo finì nel nulla allo scadere del contratto.

Ma non è tutto. Infatti Timothy Dalton avrebbe potuto partecipare a un terzo film…

Timothy Dalton Bond

Bond 15: il prequel dell’agente 007 di Timothy Dalton

Nel passaggio tra Roger Moore a Timothy Dalton i piani erano quelli di esplorare la giovinezza dell’agente prima di entrare appieno nel suo presente. Bond 15 non sarebbe dovuto essere, inizialmente, quello che oggi conosciamo come 007 - Zona pericolo, ma un vero e proprio prequel. Una origin story in stile Casinò Royale, con un Bond giovane e più incerto.

Il trattamento, curato da Richard Maibaum e Michael G. Wilson, faceva di Bond 15 quasi un film d’epoca ambientandolo prima del reclutamento dell’agente.

Si racconta la giovinezza di James Bond mentre vive liberamente tirando pugni a diplomatici australiani e giocando al casinò tutta la fortuna della sua famiglia. Facciamo la conoscenza del nonno e della zia, scopriamo la casa in cui ha vissuto. M ovviamente è presente nel film per convincere Bond ad entrare nei servizi segreti, cosa che farà dopo la morte del nonno. James impara il mestiere dal suo mentore, l’agente Bart Trevor, e ne eredita il “titolo”.  Bond 15 terminava con l’incarico dato da M al nuovo 007 per una missione sull’isola di Crab Key alla ricerca… del Dr No! Collegandosi così direttamente al primo film della saga. 

L’idea di raccontare i primi passi di 007 deriva probabilmente dalle incertezze espresse da Timothy Dalton in passato. L'attore era infatti già stato in lizza per interpretare Bond nel film del 1969 Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà, ruolo poi andato a George Lazenby. Timothy Dalton, all’epoca, aveva declinato la parte perché si considerava troppo giovane per il ruolo.

Cosa ne pensate di questi film mai visti con Timothy Dalton nei panni dell’agente 007? Fatecelo sapere nei commenti!

Fonte: Cinemablend

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