Suxbad – Tre menti sopra il pelo, rivisto oggi

Suxbad – Tre menti sopra il pelo è ancora oggi in cima alla classifica delle commedie adolescenziali più scorrette, ma ha anche dei difetti

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Questo articolo fa parte della rubrica Rivisti oggi

C’è poco da girarci intorno, il titolo del film lo suggerisce neanche troppo velatamente: i protagonisti di Suxbad – Tre menti sopra il pelo sono dei pessimi esemplari di essere umano. Non solo in termini della loro posizione nella gerarchia scolastica (Seth, Evan e Fogell sono quelli che quando eravamo giovani noi venivano definiti “sfigati”), ma proprio di approccio alla vita: sono, come capita spesso in questa rubrica, adolescenti ormonati e senza controllo, che vedono le donne come oggetti di conquista e considerano il sesso l’obiettivo ultimo della loro esistenza, almeno prima del college quando la mitologia vuole che diventi un’abitudine consolidata. Fanno cose orribili e spesso indecenti, sembrano privi di ogni senso morale e dicono pure tantissime parolacce. E sono (è il punto del film) dolcissimi.

Suxbad – Tre menti sopra il pelo e la dolcezza

No, davvero: ciascuno a modo proprio, i tre protagonisti di Suxbad – Tre menti sopra il pelo sono dolcissimi, perché indifesi e in totale difficoltà nel rapportarsi al mondo, non solo alle ragazze. Evan è il prototipo del protagonista di questo tipo di commedia, quello che è “così” non perché sia nella sua natura ma per colpa delle cattive compagnie. Seth è la cattiva compagnia, ed è l’altrettanto classico adolescente talmente insicuro da proiettare attorno a sé un’aura di sicurezza e sbruffonaggine usata come arma di difesa. E Fogell, be’…

Rispetto ad altre commedie di questo stampo – la recentemente coperta American Pie su tutte – questo aspetto della personalità del trio è fondamentale perché non serve solo a creare gag (di solito a base di bullismo), ma è il tema portante di tutta l’opera. Suxbad – Tre menti sopra il pelo è un film sull’insicurezza dei sedici anni: di chi ce l’ha e non sa che potrebbe farne a meno, di chi al contrario fa finta di non averla, e di chi si sente destinato ad averla e ha bisogno di un trauma per prendere anche solo in considerazione la possibilità di non averla. Pur agendo spesso da carnefici, Evan, Seth e Fogell sono delle vittime: della loro età, dello squilibrio ormonale, della giungla sociale che è il liceo.

Dolci sì, ma non adorabili

Il fatto è che Suxbad – Tre menti sopra il pelo ci presenta fin da subito una situazione dalla quale vogliamo che i nostri tre sfigati escano vincitori, proprio perché ci rendiamo subito conto, dietro la facciata, di quanto bagaglio sociale e psicologico si portino addosso. E questo ci porta a perdonare loro, be’, tutto quanto o quasi: le battute omofobe, il raro bullismo verso chi è ancora più debole di loro, il modo in cui parlano di sesso… è questo approccio che permette a Greg Mottola scene come quella del tentato furto al negozio di liquori: sappiamo fin da subito che Seth non lo farà davvero, e ci divertiamo a vedere gli scenari assurdi che la sua mente inventa per commettere un crimine che non c’è modo che venga davvero messo in scena.

Detta con meno parole: il segreto dei protagonisti di Suxbad è che parlano tanto, ma non credi neanche un secondo a quello che dicono, e si vede che spesso non ci credono neanche loro. Sono indifesi; arrapati, volgari, esagerati, ma comunque vulnerabili. Si ha sempre l’impressione che nella stanza ci sia un numero imprecisato di persone che sono peggio di loro perché sono più in controllo, mentre Evan, Seth e Fogel non hanno idea di dove quella parola stia di casa: è un classico della filmografia nella quale ha messo la sua firma in qualche modo Judd Apatow, d’altra parte.

Suxbad – Tre menti sopra il pelo e il valore dell’amicizia

Ovviamente, la cosa più dolce e tenera di tutto il film è che questi tre ragazzi che passano una serata a rubare alcool a feste di mafiosi e sparare ai cartelli stradali in compagnia di due poliziotti è che non stanno davvero facendo tutto questo solo per portarsi a letto una ragazza: il vero motore del film è l’amicizia tra i tre, e il suo svolgimento ci aiuta a capirla meglio e anche a re-interpretare certi comportamenti che all’inizio possono sembrare abrasivi. Un esempio: Seth è estremamente aggressivo nei confronti di Fogell/McLovin, più di quanto ci si aspetterebbe da due amici. Solo con il tempo scopriamo il perché, e ha a che fare con una questione di gelosia più che di mancanza di rispetto.

Perché Suxbad – Tre menti sopra il pelo, volendo, si potrebbe reinquadrare come una storia d’amore inespresso fino alla fine tra Evan e Seth; o se preferite, il film è un percorso dei due lungo la strada dell’abbandono della tossicità maschile, percorso che non a caso si chiude con l’uso reciproco delle parole più temute da tutti gli adolescenti maschi, cioè “ti amo” (che fanno paura indipendentemente da chi te le dica e dal vostro rapporto). Un film che, dopo quasi due ore di volgarità impareggiabili, insegna l’importanza di parlarsi e di avere un rapporto sincero. È una conclusione quasi troppo dolce, se non fosse che, appunto, sprazzi di questo sentimentalismo si ritrovano per tutto l’arco del film – se si ha voglia di notarli. Altrimenti, ci sono tutte le battute che volete sul sangue mestruale.

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