Super Bad - Guardiani della Galassia, di James Gunn

All'arena Super Bad della Casa del Cinema vanno in scena venerdì 21 agosto i Guardiani della Galassia di James Gunn, sorprendente successone Marvel del 2014

Condividi

SUPER BAD – Dal 3 luglio al 4 settembre i supereroi conquisteranno la Casa del Cinema presso Villa Borghese a Roma

Guardiani della Galassia (2014) di James Gunn: venerdì 21 agosto, ore 21, proiezione gratuita alla Arena Casa del Cinema, Roma (Villa Borghese)

Figli delle Stelle

Andrea Bedeschi glielo aveva chiesto alla premiere mondiale di Jurassic World a Parigi: "Chi è il padre di Star-Lord?". Chris Pratt aveva fatto lo spiritoso negando a BadTaste.it la rivelazione ma sapevamo che il buon Chris si era commosso leggendo il copione di Guardiani della Galassia Vol.2, le cui riprese cominceranno a febbraio del 2016 per uscire in sala ad aprile del 2017. Noi lo abbiamo preceduto: piangemmo già alla premiere londinese di Guardiani della Galassia di fine luglio 2014 quando questa space opera divertentissima diretta da un ex pupillo di Lloyd Kaufman cresciuto dentro la Troma fece la sua grandiosa entrata nel Marvel Cinematic Universe occupando il terzultimo posto della Fase 2 chiusa da Ant-Man. E la nostra commozione (in ben due momenti), unita a un lampante entusiasmo, non fu isolata. Come era possibile che un fumetto Marvel piuttosto marginale nato nel 1969 e adattato nel 2014, seguendo il rilancio del comic del 2008, ottenesse un tale consenso a livello di incassi (733 milioni worldwide) + critici letteralmente impazziti... compreso qualcuno in lacrime?

James Gunn aveva fatto il miracolo: entusiasmare i giovani e far piangere vecchi

James Gunn aveva fatto il miracolo: entusiasmare i giovani e far piangere vecchi. Depredò i primi tre Guerre Stellari (1977-1983) per quanto riguarda il concetto di futuro usato, quello in cui le astronavi non partivano al primo colpo e tutto sembrava arrugginito e ammaccato pure nello spazio. Quindi l'idea alla base del tono del film fu assai scaltra: anticipare di un anno e mezzo il reboot dei primi Guerre Stellari per mano di JJ Abrams previsti in sala per questo dicembre 2015 e affondare le manone avide nella space opera di pistole laser, alieni buffi e pianeti pittoreschi. Voi potreste dire... la Marvel l'aveva già fatto: i due Thor erano già space opera. Eh no: il primo Thor era il primo Superman (1978) di Dick Donner e il secondo Thor... era Il Signore degli Anelli (2001) di Peter Jackson. Chi dovevano essere allora i Guardiani della Galassia? Figli di Guerre Stellari e figli delle Stelle... tranne uno: Peter Quill in arte Star-Lord. E' lui, un ragazzo come noi del pianeta Terra prelevato da un'astronave nel 1988, a guidare quattro fuorilegge dello spazio per contrastare i piani di un pazzo giudice galattico vestito come il Torquemada della Santa Inquisizione e incline a considerarsi un nuovo dio. Il leader dei futuri Guardiani sarà quindi un terrestre che somiglia a un Indiana Jones dello spazio (prima scena da predatore delle arche perdute) disilluso e cinico come lo Han Solo di Guerre Stellari. In due parole: Harrison Ford. L'avventuriero con la faccia imberbe di cui nessuno ricorda il nome (che frustrazione!) era un ragazzino di nome Peter che nel lontano 1988 ascoltava la musica scelta per lui dalla mamma malata di cancro prima che un extraterrestre blu cobalto lo rapisse proprio accanto all'ospedale dove il genitore soffriva. Peter all'epoca era un perdente. Dopo... Peter rimane un perdente. Senza un padre. Almeno in questo film.

Quello sporco quintetto

C'era la dozzina di Robert Aldrich e c'è il quintetto di James Gunn che prende qualcosa dallo schieramento dei cinque criminali ne I Soliti Sospetti (1995) usciti dalla penna del Christopher McQuarrie ora in sala come regista di Mission: Impossible – Rogue Nation. Per caso Peter Quill in arte Star-Lord (chi????) incontrerà altri reietti di queste colorate galassie spaziali così decodificabili e simili a noi. Sarà obbligato dalle circostanze a fare squadra con una killer spietata dalla carnagione verde (Gamora: la interpreta una pepata Zoe Saldana già blu per James Cameron ai tempi del suo alieno donna in Avatar), un colosso a cui rode parecchio ricoperto di tatuaggi (Dave Bautista; non provate a fare battute a doppio senso in presenza del suo Drax), un uomo albero riflessivo come gli Ent de Il Signore degli Anelli (Groot: è per colpa sua che lo scrivente si è commosso una delle due volte in cui ha pianto vedendo il film) e un bandito psicopatico e dal grilletto facile che ha le sembianze... di un procione (Rocket Racoon: sarebbe il perfetto partner dell'orsetto sboccato in cgi Ted di Seth MacFarlane).

Dal punk al glam rock

Inizialmente ci troviamo davanti un'avventura Marvel più rischiosa e punk (Gunn inserisce sangue, parolacce e forti ammiccamenti sessuali) ma dalla seconda parte in poi il registro vira verso un epilogo iper commovente simile nel tono al prologo struggente in cui Peter fronteggia un orrore molto terrestre: il cancro della mamma. Ogni membro di questa strana squadra di furfanti tirerà fuori il suo dramma personale ed ecco che lo sguardo inizialmente cinico e colorato di Gunn si fa caldo, emotivo, sinceramente struggente. Aggiungeteci una colonna sonora vintage rock & soul (da Marvin Gaye, citato anche in Captain America – The Winter Soldier, al David Bowie glam di Moonage Daydream), delle divertenti gag metacinematografiche (Peter riesce quasi a sedurre Gamora citando Footloose con Kevin Bacon) ed avrete un film fatto apposta per la generazione dei nati negli anni '70, ora pronti a riassaporare da genitori quegli antichi sapori. E per i più giovani? Prima che J.J. Abrams recuperi il tono e gusto dei primi Episodio IV, V e VI della saga lucasiana... Guardiani della Galassia dimostrò un anno fa a tutti che sì: quell'idea di space opera... operava benissimo anche presso le nuove generazioni.

Continua a leggere su BadTaste