Suicide Squad: pregi e difetti del film di David Ayer

Proviamo ad azzerare la polarizzazione su Suicide Squad di David Ayer ed evidenziamo quattro aspetti positivi e quattro negativi del film

Condividi
Suicide Squad: 4 aspetti positivi e 4 aspetti negativi del film di David Ayer

Dopo aver ritrovato un po’ di consenso grazie a pellicole come Joker e Shazam, all’ingaggio di James Gunn, al progetto The Batman che per ora sta riscuotendo solo ottime aspettative e alla Zack Snyder’s Justice League, capace di rivelare un affetto dei fan non di poco conto, la percezione dei film Warner/Dc è leggermente migliorata negli ultimi anni. Fino a qualche anno fa il dibattito sui film Warner/Dc era talmente polarizzato che il tritacarne era inarrestabile: se ne dava sostanzialmente per scontato il fallimento.

A distanza di cinque anni, forse è arrivato il momento di azzerare quella polarizzazione e provare a tenere il dibattito su Suicide Squad in perfetto equilibrio: quattro aspetti positivi e quattro negativi della pellicola di David Ayer.

THUMBS UP

  1. La colonna sonora. Eminem, Rolling Stones, Panic at the disco per una cover dei Queen, White Stripes, Creedence, Rick Ross formano un elenco di tutto rispetto. Ciliegina sulla torta la canzone composta proprio per il film e che insieme al videoclip ha fatto da traino: la bellissima Sucker for pain con nientemeno che Lil Wayne, Wiz Khalifa, Logic e Ty Dolla Sign, il tutto sulla musica realizzata dagli Imagine Dragons.

  2. Il cast. Attori e relativi personaggi funzionano e le loro storie riescono, bene o male, a creare interesse e a far sì che si empatizzi con loro (Will Smith sopra tutti). Parlano del loro passato complicato, si rendono conto di essere vittime sacrificali ed essere completamente disilluse dalla vita. Questa caratterizzazione è necessaria per creare l’atmosfera e la parabola dei personaggi (la cui assenza è invece il grande difetto del film di James Gunn). Anche fuori dalla squadra suicida, Joel Kinnaman e Viola Davis fanno bene la loro parte.

  3. Harley Quinn. Ha il merito di aver lanciato con rara efficacia e con rara velocità il personaggio nella cerchia delle icone pop. Da lì esplose la “Harley Quinn mania”. Se negli anni successivi al film avete camminato lungo le strade di Lucca durante il Comics & Games ve ne sarete sicuramente accorti: il numero di cosplayer del personaggio DC è sensibilmente aumentato.

  4. L’azione. Le scene d’azione, considerando che quasi tutto il film si svolge di notte, funzionano e si fanno apprezzare: sono abbastanza frenetiche ma mai caotiche (vi ricordate le critiche a Nolan per Batman Begins?). Le ambientazioni cupe non fanno perdere per strada niente, e questo non può che essere merito di Ayer.

THUMBS DOWN

  1. Villain. Dopo un paio di giorni dalla visione il personaggio dell’Incantatrice sparisce dai ricordi. Inconsistente e tutt’altro che memorabile.

  2. Prologo. Lungo, lunghissimo e macchinoso. L’introduzione dei personaggi, che essendo tanti occupano una sostanziosa parte del film, è schematico e ripetuto con lo stampino.

  3. Warner vs David Ayer. Chi siamo noi per contraddire David Ayer? “Ho messo tutta la mia vita in Suicide Squad. Ho fatto qualcosa di incredibile – la mia versione è un viaggio complesso ed emozionante con delle “persone cattive” che sono state trattate come rifiuti della società (un tema che sento particolarmente vicino). La versione uscita al cinema non è la mia versione. Rileggetelo.
    E la mia versione non è la director’s cut in 10 settimane – è un montaggio più maturo compiuto da Lee Smith, sull’incredibile lavoro di John Gilroy. È tutta la splendida colonna sonora di Steven Price, senza un singolo brano radiofonico. Ha degli archi evolutivi tradizionali per i personaggi, ha delle interpretazioni incredibili, una risoluzione coerente e compatta nel terzo atto”.

  4. Joker. L’aspettativa - anche la pressione per il primo Joker post Ledger - era altissima. Potenzialmente poteva essere il più deviato mentale tra le versioni cinematografiche: tra elettroshock, tatuaggi in lungo e in largo, Lamborghini viola, coricarsi tra un centinaio di coltelli e completi sgargianti, poteva essere il Joker più hi-tech e appariscente. Indubbiamente del tutto diversa dalle versioni che fanno leva sulla disperazione che arriva dal basso di Ledger (“Io sono un tipo dai gusti semplici: mi piacciono la dinamite, la polvere da sparo, e la benzina. Costano poco e se ne trovano in grandi quantità”) e di Phoenix che parte da una situazione professionale e personale di completo disagio. Ne esce un Joker sottoutilizzato, che non è mai più stato ripreso in considerazione se per non fugaci e marginali apparizioni nella Zack Snyder’s Justice League. Poteva essere e non è stato. Una versione atipica di un personaggio già di per sé atipico. Peccato, perché sprecare un attore bravo come Jared Leto per un ruolo di questo tipo è un delitto.

Avete visto Suicide Squad di David Ayer? Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti o su Facebook!

Continua a leggere su BadTaste