Suggestioni Videoludiche: l'inquietante coraggio di DARQ | Speciale

Nel nuovo appuntamento di Suggestioni Videoludiche esploriamo i sogni di Lloyd, protagonista di DARQ, del noto compositore Wlad Marhulets

Condividi

I precedenti viaggi tra le suggestioni videoludiche ci hanno portato alla riscoperta di luoghi e immaginari che deviano dalla produzione mainstream, in particolare legati al genere horror. Dopo The Medium e Little Nightmares, ci viene quindi spontaneo parlare di DARQ. Sviluppato da Unfold Games, il titolo è uscito dapprima su PC, per poi approdare con il publisher Feardemic Games anche su console, tra cui PlayStation 5 e Xbox Series X|S.

DARQ è un puzzle-game in 2.5D dal tratto orrorifico. L’aspetto che lo rende particolare è che il protagonista, Lloyd, può reinterpretare la gravità: basta un cambio di prospettiva per trasformare un muro in una strada verso una stanza sconosciuta. Questo perché i livelli che compongono il gioco sono sogni, o meglio, incubi partoriti dalla mente tormentata di Lloyd. La razionalità non ha dunque alcun potere nel mondo onirico di DARQ: tromboni dotati di gambe umane, orologi da polso che diventano ponti, serpenti usati come fili conduttori e un’inquietante anziana in sedia a rotelle sono solo alcune delle stramberie inquietanti ed enigmatiche che caratterizzano il titolo.

https://www.youtube.com/watch?v=CGTzJjs2O-c

Non stupisce quindi trovarsi in un mondo privo di regole e logiche. DARQ non rivela nulla della sua oscurità a noi che giochiamo, perché delega la scoperta della lore ai collezionabili. Ecco perché durante il nostro avanzamento tra treni, case e ospedali ci sentiamo frastornati, confusi, come quando proviamo a dare senso alle forme e alle figure incontrate nei sogni della notte.

Dietro allo sviluppo di DARQ si cela una personalità eccentrica e talentuosa come quella di Wlad Marhulets. Noto per le colonne sonore di film come Marshall From Detroit, Hitman: Agent 47 e The Giver (per citarne solo alcuni), a un certo punto della sua carriera il compositore polacco decide di dedicarsi allo sviluppo di un videogioco. Lo fa da completo autodidatta e senza alcun supporto di publishing - per la pubblicazione PC - così da avere la piena libertà creativa.

Dopo quattro anni di lavoro, il risultato è incredibile perché ci sono alcune intuizioni che danno carattere ai torbidi sogni di Lloyd. Ciò succede nonostante il titolo non sia affatto esente da difetti. Emblematica, in tal senso, è la scena che prevede la risoluzione di un puzzle mentre la telecamera gira vorticosamente. Ad ogni cambio di inquadratura, il nemico alle nostre spalle avanza. A livello ludico risulta un espediente tedioso, ma l’impatto in termini di suspense e stupore è potente.

DARQ

"L’aspetto più riuscito di DARQ resta però il comparto sonoro"L’aspetto più riuscito di DARQ resta però il comparto sonoro. A differenza di quello che ci si può aspettare, Wlad Marhulets non fa ricorso alla musica, ma utilizza effetti che enfatizzano il senso di alienazione dalla realtà e di conseguenza la nostra immersione nel mondo onirico di Lloy. In esso domina il silenzio, spezzettato da attenti dettagli: dal bloop che trasmette una sorta di senso di vuoto nel petto non appena cambiamo prospettiva, agli scricchiolii che ci lasciano temere i cosiddetti jumpscare (che sono presenti nel gioco). Ecco perché DARQ dà il meglio di sé se giocato con le cuffie.

Accanto a un comparto sonoro studiato e attento, vi è uno stile artistico degno che prende a piene mani da immaginari horror consolidati. Lo dimostra il palese richiamo all’estetica di Tim Burton soprattutto per il design di Lloyd, così come la ripresa di alcune ambientazioni tipiche del genere come l’ospedale o il treno. Ciononostante, nel parere di chi scrive, DARQ rientra nel filone delle piccole produzioni polacche che negli ultimi anni hanno diffuso una particolare estetica fatta di grigi, ambientazioni chiuse e tetre, dotate di un certo alone. Caratteristiche che oggi hanno acquisito un certo fascino grazie a This War of Mine, Lost Paradise e il già citato The Medium. Titoli molto diversi tra loro ma accomunati da determinate scelte ambientali e cromatiche.

DARQ

Per riassumere, DARQ si rivela un pozzo di suggestioni in grado di sollecitare i nostri sensi e la nostra mente. Un esperimento, o meglio un’ambizione, che ancora una volta dimostra quanto sia florido il panorama indipendente, che per fortuna sempre più spesso trova il supporto di publisher coraggiosi.

Continua a leggere su BadTaste