Strange World è un flop: cosa è successo e perchè la Disney ha voluto puntare sull'uscita in sala
Il lancio globale di Strange World è stato un flop: mentre la Disney si lecca le ferite cerchiamo di capire cosa è successo
Il 2022 non è stato un buon anno per gli studi di animazione della Disney: dopo la delusione al botteghino di Lightyear della Pixar, ora le prime pagine dei quotidiani di spettacolo si affrettano a evidenziare il flop colossale di Strange World, il nuovo film Disney Animation.
I dati del primo weekend al box-office
Costato 180 milioni di dollari, più il marketing e la distribuzione (si parla di un totale comprensivo di tutto di quasi 300 milioni di dollari), il film ha raccolto 28 milioni di dollari al box-office globale nei suoi primi cinque giorni di sfruttamento, che includono la festività (potenzialmente ricca) del Ringraziamento negli Stati Uniti. Secondo le stime, il dato al botteghino di Strange World a fine corsa potrebbe risultare in una perdita secca per la Disney di quasi 150 milioni di dollari, tenendo conto del fatto che a parte gli incassi cinematografici la major riesce sempre a monetizzare al massimo gli sfruttamenti ancillari (solo di diritti tv e home video il film potrebbe raccogliere un centinaio di milioni di dollari in tutto il mondo, oltre al merchandise).
Strange World: le ragioni di un flop
Strange World è stato accolto positivamente dalla critica internazionale. Sulle nostre pagine abbiamo scritto:
Attingendo a varie ispirazioni e con un twist finale ambientalista Strange World vuole anche essere il Frozen della mascolinità tossica. [leggi la recensione]
Ma cosa non ha funzionato? In realtà diversi analisti (e anche alcuni fan molto attivi dello studio) ritengono che i principali problemi siano da attribuire al modo in cui è stato promosso il film. Senza dubbio Strange World appartiene a un genere molto difficile, e cioè la fantascienza: il confronto con l'insuccesso de Il pianeta del tesoro non è casuale, anzi. Ma i trailer e la campagna marketing del film non sembrano essere riusciti a comunicare al meglio gli elementi centrali della storia e le motivazioni dei protagonisti. I materiali, evidentemente, non sono stati abbastanza efficaci per far crescere la percezione del film nel pubblico. È quello che è capitato qualche mese fa anche con Lightyear: alcuni spettatori pensavano di andare a vedere uno spin-off di Toy Story, mentre in realtà la storia, come viene spiegato nella cornice narrativa, è quella del "film preferito di Andy da cui è tratto il giocattolo di Buzz".
C'è poi la questione CinemaScore: i sondaggi hanno infatti rilevato un punteggio B, il più basso della storia per un film Disney Animation dal 1991 a oggi. Generalmente, un punteggio da B in giù indica un passaparola piuttosto negativo, e questo avrà un impatto sugli incassi a fine corsa.
Va infine tenuto in considerazione il fattore pandemia: a parte film Universal come Minions 2 (che comunque ha un budget piuttosto ridotto, 80 milioni di dollari), l'animazione sta attraversando un momento molto difficile al box-office globale, in particolare quando si tratta di film originali. Il prossimo grande test sarà affidato a Il gatto con gli stivali 2 (DreamWorks, quindi Universal), che comunque è un sequel. Per la Disney questo è un tema molto delicato, perché l'animazione alimenta praticamente tutta la catena della costruzione del valore, dai prodotti di consumo ai parchi di divertimento.
Chi è il responsabile?
Sebbene sicuramente qualcuno si affretterà a incolpare l'ex CEO Bob Chapek dell'insuccesso di Strange World, va ricordato che il film venne approvato durante la precedente gestione di Bob Iger (anche se poi le decisioni su marketing e distribuzione sono state prese negli ultimi due anni, dopo la famigerata riorganizzazione del 2020). Senza dubbio, il cambio di dirigenza (e di strategia, anche nella distribuzione) non poteva arrivare in un momento migliore: la debacle del film di Don Hall e Qui Nguyen verrà archiviata prontamente, spostando l'attenzione sulle performance su Disney+ quando uscirà in piattaforma a Natale.
Perché Strange World non è uscito direttamente su Disney+?
C'è chi sostiene che, visto che la Disney sapeva da tempo che il tracking del film non era proprio roseo e che quindi gli incassi non sarebbero stati positivi, Strange World sarebbe dovuto uscire direttamente in piattaforma (garantendo quindi un risparmio nel marketing e nella distribuzione). Ma i motivi per cui la Disney ha giustamente scelto la sala anziché il lancio in direct-to-streaming sono diversi, e tutti validi.
Prima di tutto, il lancio al cinema anche se fallimentare permetterà una migliore valorizzazione del titolo quando uscirà su Disney+ tra un mese: i dati confermano che i film vengono percepiti diversamente dal pubblico quando arrivano in piattaforma dopo un lancio cinematografico. Non solo: l'uscita al cinema permette lo sfruttamento su varie finestre, e quindi maggiori ricavi (anche in caso di flop), come evidenziavamo sopra.
Ci sono poi questioni di opportunità che non vanno sottovalutate. Gli studi d'animazione Disney stanno soffrendo da un paio d'anni per le scelte distributive della major: in particolare, la Pixar ha espresso malcontento in maniera evidente quando i propri film sono stati lanciati direttamente in streaming. La cosa ha creato una pubblicità non proprio positiva, suscitando un aperto dibattito in tutta l'industria. Non è tutto: vista la tematica LGBTQ+ del film, un dirottamento dell'ultimo minuto in streaming avrebbe causato il proverbiale incubo PR in un anno in cui la Disney è stata già abbastanza nell'occhio del ciclone per la vicenda della legge Don't Say Gay in Florida.
Ma soprattutto, a livello industriale per la Disney è fondamentale presidiare il weekend del Ringraziamento con un film d'animazione. Storicamente la major ha ottenuto alcuni dei suoi più grandi successi proprio in questo momento dell'anno, e rinunciando all'ultimo minuto a un posizionamento così importante avrebbe mostrato debolezza e sfiducia nella sala in un momento in cui le difficoltà e i dubbi sono già parecchi.
Sarà interessante capire se quanto accaduto con Strange World avrà ripercussioni sulla nuova strategia che Iger sta approntando per meglio affrontare le sfide che la Disney ha davanti a sé nei prossimi due anni, a partire dal 2023: l'anno del centenario della compagnia.